Yuval Avital presenta la sua opera “Rivers” a Montelupo Fiorentino
La performance, un'interpolazione sonora dal vivo tra un fiume "naturale" e uno "vocale", era stata commissionata nel 2015 all'artista da Cittadellarte. Il 30 settembre l'opera andrà in scena come evento di chiusura del Tempo Reale Festival Suono Vivo Y nel comune toscano.

Fiumi di parole e di suoni caratterizzano la nuova opera dell’artista Yuval Avital (foto sotto). Nella performance artistica titolata “Rivers”, proposta presso l’ex Cinema Teatro Risorti a Montelupo Fiorentino domenica 30 settembre dalle 18 (a gruppi alternati), due fiumi si intrecciano in un continuum sonoro. Come? Da una parte figura lo scorrere del fiume “acquatico” –  registrato dall’autore nei luoghi dove l’opera ha fatto tappa, ovvero il torrente Cervo a Biella e l’Arno in Toscana –  elaborato elettronicamente da Avital per creare un fondale sonoro; dall’altra troviamo il fiume “umano”, composto da stratificazioni di voci, respiri, sillabe e frammenti di storie sussurrate in lingue diverse da vari performer, principalmente rifugiati o richiedenti asilo. Le voci in questione sono del coro CONfusion diretto da Benedetta Manfriani, un gruppo multietnico formato anche da rifugiati provenienti da diverse parti del mondo che lavora sia sul repertorio delle tradizioni musicali sia su brani di autori contemporanei.

Rivers è un lavoro commissionato all’artista da Cittadellarte nel 2015, in occasione dell’inaugurazione della sede permanente del Terzo Paradiso. A Montelupo, invece, l’opera segnerà la chiusura di Tempo Reale Festival – Suono Vivo Y nell’ambito del Progetto Riva 2018. “La performance – si legge in una nota stampa – rappresenta sia una metafora sia una concreta azione sonora, nella quale la voce, il gesto e i materiali registrati s’intrecciano in un’esperienza spaziale e sensoriale, invitando il pubblico a immergersi e a ricercare un incontro intimo e umano”.

“Il percorso di ricerca che ha portato alla creazione di Rivers – spiega  Yuval Avital – mi ha fatto pensare all’analogia tra percorsi di acqua e percorsi umani e, tra questi, soprattutto all’esodo dei profughi. Il mio nome vuol dire letteralmente ‘torrente’ in ebraico. Noi, come le acque, siamo tutti interconnessi: alla base della performance c’è l’essenzialità di questa semplice verità, che chiede soltanto l’attenzione di chi osserva per essere rivelata”.


Prima della performance, tra le 15 e le 17 a Montelupo, è previsto un viaggio acustico nel silenzio della Villa Medicea dell’Ambrogiana (ex manicomio criminale), ideato da Francesco Giomi e a cura di Loredana Terminio, di Tempo Reale.
La partecipazione ad entrambi gli eventi sarà ad ingresso libero.

Crediti fotografici immagine di copertina: Rivers, 2015; foto di Pierluigi Di Pietro (archivio Cittadellarte-Fondazione Pistoletto).
Foto di Yuval Avital di Benny Steiner.