Corsi internazionali di Accademia UNIDEE, l’arte socialmente responsabile passa dalla mappatura
Sabato 8 febbraio si sono conclusi il bootcamp e la residenza ARC, che hanno visto protagonisti rispettivamente gli studenti del primo e del quarto anno dell'Accademia ArtEZ di Arnhem. Il momento finale delle due esperienze formative, entrambe curate da Accademia UNIDEE, è andato in scena negli spazi della Fondazione Pistoletto con una restituzione e un open studio: scopriamo i risultati delle ricerche artistiche condotte prima e durante l'esperienza biellese.

Approfondire un lavoro di ricerca individuale orientato alla costruzione di autonomia, responsabilità e consapevolezza nell’arte: è su questo, in sintesi, che verteva la residenza ARC – Artistic Research @ Cittadellarte, svoltasi negli spazi della Fondazione Pistoletto dal 7 gennaio all’8 febbraio* con la partecipazione di 15 studenti del quarto anno del BEAR (Bachelor in Fine Arts di ArtEZ). Parallelamente, come riportato in un nostro precedente articolo, dal 3 all’8 febbraio si è tenuto il bootcamp con 36 alunni del primo anno della stessa accademia di Arnhem in Olanda. Quest’ultima è stata un’iniziativa formativa tesa a far vivere un’esperienza immersiva a Cittadellarte, scoprendo da vicino alcuni dei principali aspetti della realtà artistica biellese.


L’incontro degli studenti con Michelangelo Pistoletto.

Il bootcamp, oltre a due visite a Milano e Torino, ha previsto quattro giornate intensive a Biella lavorando sul mapping, ossia una mappatura da intendere come chiave di partenza per qualunque ricerca o pratica artistica che si confronti col mondo intorno ai partecipanti. Un processo non casuale: la mappatura è anche il primo strumento di indagine per le pratiche di socially engaged art, ma anche strumento fondamentale, naturalmente, per i Rebirth Forum e l’Opera demopratica. Gli studenti, nello specifico, hanno articolato il lavoro su tre luoghi cardine: il centro della città di Biella e le frazioni di Oropa e Favaro. In questi differenti contesti i ragazzi hanno indagato sul rapporto tra uomo e natura, sulla  comunità locale e sulle questioni relative al centro storico (ad esempio, il ruolo delle donne nel commercio, l’anzianità della popolazione, la qualità dei manufatti architettonici e molto altro). Il passaggio successivo è stato tradurre le varie esperienze in mappature, che hanno poi assunto forme diverse, come installazioni tridimensionali, percorsi esperienziali, performance, giochi da tavolo ed elementi pittorici.

Sabato scorso è andato in scena il momento della restituzione, a conclusione del bootcamp e del progetto didattico ARC: gli studenti hanno fatto una presentazione pubblica invitando anche alcune delle persone con cui erano entrati in relazione e, a seguire, si è tenuto l’open studio dei ragazzi del quarto anno che hanno preso parte alla residenza artistica. “È stato un momento di discussione aperta – ha argomentato ai nostri microfoni Michele Cerruti But, coordinatore accademico di Accademi UNIDEEdurante il quale i ragazzi hanno mostrato i risultati dei loro studi, condotti prima e durante l’esperienza a Cittadellarte attraverso differenti linguaggi. Alcuni esempi? Ricerche riguardanti nuove forme del materialismo, il mondo digitale, la responsabilità etica della costruzione di immaginari alternativi al capitalismo, l’approccio femminista nell’ecologismo, l’antispecismo e l’impegno per il cambiamento della società”.

In occasione della giornata conclusiva di entrambe le iniziative formative, Cittadellarte ha offerto un brunch e lo staff di Hydro ha curato e gestito un DJ set. L’ampia partecipazione di pubblico – 150 persone presenti tra curatori, artisti, studiosi e cittadini che aveva incontrato gli studenti – ha suggellato il successo della restituzione finale: “Questa esperienza – ha concluso Cerruti But – fa parte del grande lavoro che Accademia UNIDEE e ‘UNIDEE residency program’ coltivano da tanti anni, mostrando così il modo in cui la collaborazione tra istituzioni internazionali di alta formazione artistica possono relazionarsi per costruire progetti educativi di grande qualità. Il modello UNIDEE, come sempre, è quello di mettere al centro le ricerche e la responsabilità nelle scelte: questo ha portato i ragazzi a riconoscere il grande potenziale del connettere l’arte con la società”.


Crediti fotografici: Koen Kievits.
*Nell’arco delle cinque settimane, gli studenti hanno incontrato (durante i talk & drink serali): Paolo Naldini, Michelangelo Pistoletto, Armona Pistoletto, Olga Pirazzi, Marco Farano, Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Giulia Mengozzi, Valeria Minaldi e Francesca Vason di Kabul magazine, Gaia Di Lorenzo di Castro, il collettivo di Hydro, il collettivo di Ventunesimo.
Individualmente, hanno poi conosciuto o visitato: Josean di Joga Glass; Giulio Gerbo di Revigliasco d’Asti; Irene Pecchenino, Martina Tubito, Valentina Isaja di ZOOM, il parco di Villa Pallavicini, il Museo della Terracotta di Ronco Biellese, il silvoterapista Fabio Porta, il professor Domenico Sciajino, Manuele Cecconello, il collettivo della War Room di Torino, il Fab Lab di Torino, i coordinatori della Big Picture Learning Biella, il Lanificio Cerruti, Nigel Thompson dell’associazione ‘The Wool Company’, i curatori di Visible, i produttori locali di Let Eat Bi e, naturalmente, tutto lo staff di Cittadellarte.