Dall’arte alla didattica fino al cinema: nell’ambito del progetto espositivo Padre e Figlio proseguono gli appuntamenti tesi ad analizzare ed indagare sul rapporto intergenerazionale attraverso differenti campi disciplinari. La mostra in questione – aperta fino al 13 ottobre – è curata da Alberto Fiz e si snoda in tre diverse sedi: Palazzo Gromo Losa, Cittadellarte e Casa Zegna; l’esposizione, nello specifico, mette in dialogo l’arte di Michelangelo Pistoletto con quella di suo padre Ettore Olivero Pistoletto. Padre e Figlio presenta oltre cento opere tra dipinti, quadri specchianti, installazioni, lightbox, video e fotografie. Come riportato in un nostro precedente articolo, inoltre, i lavori del maestro biellese e quelli del padre Ettore, apprezzato pittore di paesaggi e nature morte, rappresentano il punto di partenza di un serrato confronto col tema del rapporto padre/figlio, declinato in molte delle sue implicazioni e sfumature.
Nell’ottica di un approfondimento delle tematiche del progetto espositivo, a maggio ha preso il via una rassegna cinematografica a ingresso gratuito a cura del Museo Nazionale del Cinema di Torino che si svolge a Palazzo Gromo Losa a Biella. Domani, alle 21, continuerà il ciclo di appuntamenti con la proiezione del film Father and Son di Kore-eda Hirokazu (Giappone 2013), opera che è stata premiata al Festival di Cannes. Il commento critico del film drammatico verrà affidato – come per tutta la rassegna – a Riccardo Poma. Il prossimo incontro è in programma per giovedì 5 settembre, quando andrà in scena Tron Legacy di Joseph Kosinski (USA 2010).
“Impossibile – afferma nel sito di Padre e Figlio Grazia Paganelli del Museo Nazionale del Cinema, in riferimento agli appuntamenti cinematografici – in otto film rendere conto di come la relazione padre-figlio sia stata elaborata negli oltre cent’anni di storia del cinema. Eppure, in questa rassegna, si possono trovare i germi di un discorso ampio ed elaborato, che tiene conto dei contesti, delle cinematografie e del personale punto di vista di registi e autori nel raccontare un capitolo cruciale della vita di ognuno. Registi come Nanni Moretti, Kore-eda Hirokazu, Joseph Kosinski o Gianni Amelio hanno preso spunto dalla letteratura e dalla vita stessa per offrirci esempi in cui l’identificazione è quasi immediata, hanno portato al cinema le loro personali esperienze e le hanno rese universali. Sia che si tratti del confronto tra figli bambini e padri adulti, sia che si voglia soffermare il discorso su un ‘incontro alla pari’, il risultato sarà sempre pregno di quei sentimenti di cui è intrisa la vita”.