Se ci si tuffa nel mare dei ricordi, nuotando fino all’infanzia, è facile rivedersi allegri e spensierati nei momenti di gioco. Il sorriso, da bambini, è spesso collegato al divertimento, che sia con una palla, con delle carte o con qualunque attività d’intrattenimento. A questo proposito, c’è stato un gioco che ha segnato la giovinezza di molti: i Lego. Con i celebri mattoncini sono state create innumerevoli costruzioni colorate, dalle astronavi agli animali fino ai personaggi di fantasia; in tutto questo, non c’era limite alla creatività. Di questa immagine positiva e ludica – che può risvegliare il lato ‘bambinesco’ di ognuno di noi – va considerato un aspetto: i mattoncinci sono sempre stati realizzati in plastica a base di petrolio, nota come ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene). Un materiale non propriamente ‘amico’ dell’ambiente, anche in relazione ai numeri, ovvero la produzione annuale di circa 60 miliardi di mattoncini. L’azienda danese, però, ha di recente annunciato un cambio di rotta orientato a una maggiore sostenibilità: Lego vuole passare a una produzione più ecologica utilizzando dei materiali ad hoc.
Attualmente, ad esempio, le parti ‘decorative’ del gioco – foglie, cespugli, piante – sono di origine vegetale. L’obiettivo, però, è utilizzare il bio-polietilene a base di canna da zucchero per produrre tutti i mattoncini o gli imballaggi senza che il cambio di materiale danneggi la qualità del prodotto (il vice presidente di Lego Tim Brooks ha dichiarato che né genitori né bambini noteranno la differenza). A questo proposito, c’è una data di massima entro la quale dovrebbe concludersi il processo di trasformazione: il 2030, anno significativo vista la relazione con l’Agenda 2030 e i 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. L’addio alla plastica – soprattutto a quella usa e getta – resta la soluzione più adeguata per non danneggiare l’ambiente, ma se questa novità si concretizzasse potrebbe dare un segnale forte a livello sociale, innestando una consapevolezza sui temi ‘ambientali’ anche nelle giovani generazioni.