Quando si sente parlare di ricompense, vengono in mente le taglie dei criminali, il far west, la scritta Wanted sotto un’immagine sfocata come nei film degli anni ’60. Se ci caliamo nel contesto dei mari, è ancora più semplice, con le cifre ‘sulla testa’ dei pirati ricercati. Questa volta, nel Mediterraneo, il premio non è associato a un’azione efferata o a una prigionia, ma a una salvezza. Sì, perché di recente è stato ufficializzato un provvedimento nell’Area marina protetta di Porto Cesareo* (Lecce) volto alla conservazione delle tartarughe marine. È noto, infatti, che la specie in questione, pur essendo diffusa in molti mari del mondo, è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo ed è ormai al limite dell’estinzione nelle acque territoriali italiane. I numeri sono allarmanti: 10mila Caretta caretta morte solo in Italia e 40mila esemplari in tutto il Mediterraneo.
La criticità coinvolge indirettamente i pescatori: capita spesso che questi rettili vengano catturati – accidentalmente – con reti o trappole destinate ai pesci o che vengano travolti dalle imbarcazioni, rischiando di ferirsi gravemente in entrambi i casi; non solo, non va dimenticato l’ingerimento di rifiuti di plastica (scambiati per cibo) che possono portare alla morte dell’animale. L’ulteriore problema è che i pescatori per salvare le tartarughe dovrebbe interrompere momentaneamente il loro operato. Ecco che, dove non arriva l’umanità, può intervenire il potere del denaro: il nuovo provvedimento prevede che ogni pescatore che porterà ai soccorritori una tartaruga pescata accidentalmente o ferita riceverà 100 euro*. La ricompensa, nello specifico, è destinata al capobarca che porterà ai soccorritori o alle autorità competenti l’animale ancora in vita. Attualmente, nel bilancio del Consorzio di gestione dell’Area marina protetta di Porto Cesareo è stanziata la somma annuale di 1000 euro, un fatto unico su tutto il territorio italiano.
“Per la tutela la salvaguardia e la protezione delle specie marine – così il presidente del Consorzio di gestione Amp Porto Cesaeo Remì Calasso nella nota stampa dedicata – la nostra Riserva Nazionale Porto Cesareo, è ormai ritenuta dagli addetti ai lavori fiore all’occhiello italiano ed europeo, e non solo per la bellezza del suo territorio, ma anche per le pratiche amministrative adottate. Le tartarughe marine, specie protette ai sensi delle Convenzione di Berna, di quella di Bonn e della Convenzione di Washington, che considerano queste specie particolarmente protette, migratorie e soprattutto a rischio di estinzione (convenzioni tutte recepite dall’Italia), ci hanno consentito di perseguire i nostri principali obiettivi. Il riferimento è alla protezione ambientale dell’area marina interessata alla tutela e valorizzazione delle risorse biologiche e geomorfologiche della zona, oltre al ripopolamento ittico. Non solo: sono importanti la diffusione e la divulgazione della conoscenza dell’ecologia e della biologia degli ambienti marini e costieri della riserva”.