Non si ferma il successo di Flavia La Rocca, la vincitrice del premio Franca Sozzani GCFA Award for Best Emerging Designer ai Green Carpet Fashion Awards Italia 2019, che continua a proporre una nuova lettura del fare abbigliamento. La fashion designer che basa la sua ricerca su capi modulari e tessuti sostenibili, anche nell’ottica di un approccio circolare alla moda, è stata sotto i riflettori della Milano Fashion Week 2020, durante la quale, venerdì scorso presso il Museo della Permanente, ha presentato la sua collezione. Il brand di Flavia La Rocca – per approfondimenti è possibile visionare una nostra precedente intervista – si caratterizza per un approccio responsabile, dinamico e moderno di vestire. Da sottolineare, inoltre, la consolidata collaborazione con Fashion B.E.S.T. curato dall’Ufficio Moda di Cittadellarte (ad esempio, ha avuto un ruolo chiave nelle Terme Culturali con Habitus-Abito-Abitare).
Scopriamo ora le parole chiave che contraddistinguono la nuova collezione: le intere collezioni sono costruite sul concetto della modularità. I capi sono composti da moduli intercambiabili che, attraverso zip nascoste, possono essere smontati e rimontati creando diverse combinazioni; moduli della stessa taglia possono essere quindi mixati tra loro creando un guardaroba potenzialmente infinito e sempre rinnovabile. La conseguenza? Avere la possibilità di cambiare outfit e personalizzare i pezzi con una semplice e veloce azione, risparmiando tempo e spazio. “È dedicata alla donna contemporanea – si legge nell’abstract della collezione – che lavora, viaggia, studia, si muove per la città e per il mondo. I moduli sono pensati per essere interpretati da chi li indossa e li vive in un mix di eleganza e sensualità, senza limiti di stagionalità. Linee decise e geometriche con un attitude femminile, un dialogo tra prospettive di stagione e un design senza tempo, moderno e funzionale”.
Arriviamo quindi a un’altra delle caratteristiche cardine del brand: la visione responsabile. Non è complesso, infatti, evincere l’attenzione rivolta alla sostenibilità: indossare lo stesso capo in modi diversi riduce lo spreco di acqua, energia e materie prime in fase di produzione limitando l’impatto ambientale; poter rinnovare i capi già presenti nel guardaroba stagione dopo stagione allunga anche il ciclo di vita del prodotto. La produzione, inoltre, è interamente Made in Italy e permette così di ridurre l’impatto negativo dei trasporti sull’ambiente e le emissioni di CO2. “La filiera produttiva e i fornitori – viene specificato – vengono direttamente controllati per assicurare che lavorino nel pieno rispetto dell’ambiente e delle persone”. I capi sono realizzati interamente con tessuti e materiali naturali certificati, riciclati, prodotti da nuove tecnologie con un processo trasparente e tracciabile.
La collezione presentata a Milano, nello specifico, presenta moduli fluidi realizzati in Tencel™ Luxe*, la versione eco-botanica della seta, in colori pastello* che compongono tute genderless, abiti chemisier, completi e abiti sottoveste. Tutti gli accessori, dai bottoni ai nastri e le fodere, sono realizzati con materie prime naturali certificate. “Capi spalla scomponibili dei colori della terra realizzati in lana riciclata* – questa la descrizione – si accorciano e allungano sui corpi di lui e lei abbinandosi a moduli pantaloni o gonne. Il denim* in tonalità inusuali crea completi e abiti corsetto. Coulisse regolabili sui lati delle gonne e sui top aggiungono sensualità e movimento a moduli dalle linee geometriche e pulite. Pannelli rimovibili creano un gioco di volumi ai quali si abbinano accessori modulari e trasformabili realizzati in sughero scarto di vecchie produzioni. Il tutto in gioco di tono su tono che può, con un solo gesto, essere stravolto. Zip and Unzip!”