Un nuovo ordinamento studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera, con sequenze di dipinti, sculture, installazioni affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato: è questo, in sintesi, Il primato dell’opera, il nuovo allestimento della collezione del Novecento storico proposto dalla GAM. L’esposizione, visitabile fino al 10 agosto 2022, presenta 194 opere suddivise in diciannove spazi, che sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. In questa narrazione figurano anche alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti.
La prima sala è dedicata a tre delle figure che hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento, ossia Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi e Filippo de Pisis. Si trova poi un’ordinamento che, sala dopo sala, “ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell’arte – si legge nella nota stampa – rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell’Arte all’Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma“.
È presente, inoltre, una sezione dedicata all’Astrattismo italiano, rappresentata da autori come Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana. L’allestimento propone anche un’indagine sull’arte post 1945, tra Figurativo e Astratto mostrando le acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, (dove si trovano opere di Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida).
1 – Michelangelo Pistoletto
Divisione dello specchio
1975
Cornice antica e specchio
Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris da Giorgio Persano, Torino, 1990
Nel nuovo allestimento della GAM è stato previsto ampio spazio per l’esperienza dell’Arte Povera, “che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella nostra Galleria d’Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Gilberto Zorio e Michelangelo Pistoletto”. Del maestro biellese, nello specifico, sono esposte due opere: Divisione dello Specchio (del 1975, Cornice antica e specchio, Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris da Giorgio Persano, Torino, 1990) e La gabbia dello specchio (del 1980, Sette elementi in ferro, Acquisto da privato, San Mauro Torinese, 2000).