Tre tonnellate di pesticidi illegali sequestrati e 2,8 tonnellate sparse sui campi coltivati le cui produzioni sono finite nel circuito della grande distribuzione in Toscana: è questo quanto accaduto e rilevato dalle forze dell’ordine a seguito di un’indagine partita da Pistoia nel 2018 ed estesa ad altre province (Firenze, Prato, Pisa e Lucca) e regioni italiane. I Carabinieri Forestali hanno già individuato i presunti responsabili, con 56 persone denunciate, 53 notizie di reato, circa un milione di euro di sanzioni, 24 sequestri penali di pesticidi fuori legge contenenti sostanze pericolose per la salute umana e l’ambiente. I dettagli, come reso noto dal WWF Italia, hanno messo in evidenza una situazione fuori controllo e fuori legge nella gestione dei pesticidi nel nostro Paese. La vicenda, in quest’ottica, non è un fatto di cronaca che può passare per notizia che ‘non riguarda’ direttamente i cittadini, ma deve toccare da vicino chiunque: le sostanza illegali che venivano utilizzate potrebbero essere finite inconsapevolmente e indirettamente – tramite gli alimenti – nelle nostre tavole.
Dall’indagine, a questo proposito, è emerso che venivano venduti e utilizzati da diversi anni insetticidi, fungicidi e diserbanti con l’autorizzazione al commercio revocata dal Ministero della Salute; quei prodotti, naturalmente, rappresentano un pericolo per consumatori, ma anche per gli agricoltori. Questi ultimi, secondo l’organizzazione non governativa di protezione ambientale, sono spesso ignari della pericolosità dei pesticidi che utilizzano sui terreni e sulle loro colture agroalimentari e “sono indotti da commercianti privi di scrupoli ad utilizzare prodotti chimici illegali che avrebbero dovuto essere invece destinati allo smaltimento come rifiuti speciali. Per questo sarebbe indispensabile attivare un servizio pubblico di consulenza ed assistenza tecnica alle aziende agricole per eliminare il pericoloso conflitto di interessi che si determina quando chi vende i prodotti fitosanitari è lo stesso soggetto che fornisce assistenza tecnica agli agricoltori”.
Come specificato in una nota dal WWF, inoltre, “questa diffusa illegalità è favorita anche dal mancato rinnovo del Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, con il nuovo testo sottoposto alla consultazione pubblica nel 2019 già superato dagli obiettivi delle Strategie UE ‘Farm to Fork’ e ‘Biodiversità’, in particolare l’obiettivo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030. L’emergenza dei pesticidi fuorilegge conferma l’urgenza della revisione del PAN pesticidi introducendo regole più severe sulla vendita e utilizzo delle sostanze chimiche di sintesi utilizzate in agricoltura, migliorando le procedure per la gestione dei quaderni di campagna associando l’uso dei pesticidi in campo alle relative fatture di acquisto”.
L’emergenza pesticidi messa in luce dalle forze dell’ordine, come sottolineato dal WWF Italia, fa capire quanto sia urgente adottare nuove norme più severe per la gestione dei pesticidi e per questo diventa ancora più rilevante il successo dell’Iniziativa dei Cittadini Europei ‘Salviamo Api e Agricoltori’ che chiede all’Unione Europea di rafforzare la Direttiva UE Pesticidi (2009/128/EC) in fase di revisione e per la quale è aperta fino al 12 aprile una consultazione pubblica (è possibile firmare per l’ICE sul sito web del WWF Italia a cliccando qui).
“L’indagine dei Carabinieri Forestali – ha affermato Franco Ferroni, responsabile agricoltura del WWF Italia – ha scoperto il vaso di Pandora dei pesticidi in Italia, evidenziando una diffusa illegalità pericolosa per la salute umana e la tutela dell’ambiente. Applaudiamo i Carabinieri Forestali per la loro opera di vigilanza che ha consentito di rendere evidente questi comportamenti illegali che temiamo siano diffusi in tutto il Paese. Per questo – ha concluso – auspichiamo un approfondimento dell’indagine avviata in Toscana anche nelle altre Regioni”.