Le antiche cattedrali possono rivendicare il proprio ruolo al centro della cultura contemporanea? Questo è l’interrogativo alla base di Art Cathedral, il contest lanciato da Young Architects Competitions che invita i progettisti a ripensare le antiche architetture sacre quale luogo in cui l’avanguardia culturale contemporanea possa ancora una volta trovare casa. Riflettendo sul futuro del priorato di Kells, i candidati, come riportato dagli organizzatori, avranno l’opportunità di soffermarsi e lavorare su luoghi sublimi, di tensione fra tradizione e innovazione e di contrasto fra antico e contemporaneo; luoghi capaci di ispirare arte, cultura e dibattito, per affermarsi quali centri di sperimentazioni performative dove contribuire oggi a scrivere il pensiero di domani. Riconsacrate all’arte – attraverso l’architettura – le antiche cattedrali potranno così tornare ad essere fulcro della società contemporanea, per ospitare l’iniziativa “di artisti che, in definitiva, è, e resta, fra le principali attività di indagine – si legge nel sito del contest – del non detto, dell’ inespresso e – perché no? – del divino”. Per selezionare i candidati è stata nominata una giuria ad hoc, composta da professionisti la cui attività abbia espresso forme di attinenza in relazione ai temi di gara: Manuel Aires Mateus, Valerie Mulvin, Michelangelo Pistoletto, Edoardo Tresoldi, Claudio Silvestrin, Alessia Salerno (Fondazione Prada) ed Emanuele Montibeller. Tutti i progetti premiati (8000 euro per il primo classificato, 4000 per il secondo, 2000 per il terzo e 500 per due menzioni gold) verranno trasmessi a siti web, riviste e format di architettura e potranno inoltre essere oggetto d’esibizione in eventi di architettura nazionali ed internazionali.
“Fasci di luce resi scultorei – si legge nel sito ufficiale del contest – da un’atmosfera spessa, densa del vapore delle candele e delle volute di incenso profumato. Il tintinnio metallico e leggero di turiboli d’argento, ed ancora il trascorrere di lunghe e pacifiche giornate, scandite dal suono delle campane e dai melismi del gregoriano. È passato oltre un millennio dal fervore religioso che animò l’Europa al declino dell’impero romano. Secoli di storia ci dividono dall’età delle cattedrali e molte di esse sono cadute in rovina, ma non per questo si ergono oggi meno magnifiche ed eloquenti, poiché la cattedrale gotica è – soprattutto quando in rovina – uno di più potenti archetipi nel percepito dell’uomo contemporaneo. Una vena romantica e passatista afferra gli animi di chi le osservi, evocando un’immagine lontana, trascorsa, troppo spesso dimentica di come monasteri e cattedrali fossero, in definitiva, luoghi d’arte e d’avanguardia. Le rovine che oggi ammiriamo altro non sono che il prodotto di artisti, creativi e visionari, chiamati, alla causa di Dio, a realizzare quanto di meglio l’umana tecnica disponesse per celebrare il mistero, per generare luoghi di incontro ed espressione per l’élite culturale ed artistica dell’epoca. Come dovevano apparire all’uomo d’arme o al maniscalco, al contadino come al fabbro, le immense architetture di pietra e vetro colorato – viene concluso – nelle quali gli uomini di Dio praticavano rimedi medicali, meditavano le Scritture e si facevano latori della conoscenza dei secoli precedenti?”