Allarme CO2: l’aria non è mai stata così satura
La concentrazione di CO2 nell’atmosfera ha raggiunto la sua massima densità lo scorso aprile, superando le 410 parti per milione (ppm). Difficile conoscerne le esatte conseguenze: in 800 mila anni è la prima volta che l’uomo respira un’aria così satura.

La ricerca, portata avanti dall’Osservatorio di Manua Loa (Hawaii), osserva come la causa prima di tanta anidride carbonica venga dallo sfruttamento perpetuo di combustibili fossili che, bruciando, accumulano una quantità notevole di CO2: il risultato è mostrato dalla Keeling Curve, una curva grafica rappresentante l’aumento del livello di anidride carbonica nell’atmosfera, avviata a partire degli anni 50. Quello che allarma è l’andamento in crescita costante che, con l’attuale valore di 410 ppm, evidenzierebbe come il gas nell’atmosfera sia già incrementato del 30% dall’inizio del monitoraggio.
Il calcolo può avvenire grazie all’estrazione di sezioni di ghiaccio in Groenlandia e in Antartide, che contengono al loro interno bolle d’aria tramite le quali quantificare il livello di anidride carbonica anche di migliaia di anni fa. Esaminandole si comprende come i valori atmosferici siano rapidamente cambiati con l’avvento della rivoluzione industriale e quelli di CO2, nel dettaglio, stiano aumentando in maniera costante di 2 ppm all’anno.  


(Keeling Curve)

L’anidride carbonica in sé non è direttamente inquinante: il peggiore gas serra, infatti, viene ancora considerato il metano. Questo non toglie il fatto che la CO2 sia il gas atmosferico più abbondante e con maggiore influenza sul clima, rendendolo pertanto capace di intensificare l’aumento della temperatura media globale.
Tra le possibili conseguenze di un simile incremento, vi sono sicuramente le ondate di calore più intense e frequenti, una probabilità maggiore di eventi climatici estremi ed improvvisi e la maggiore diffusione di insetti infettivi come zanzare e zecche.

Nel dicembre 2015 viene firmato l’Accordo di Parigi durante la conferenza relativa al clima mondiale, portando 195 paesi a firmare un piano d’azione per limitare l’aumento di temperatura e i danni da esso implicati. Il dato relativo alla CO2 nell’aria, però, lascia qualche dubbio sull’effettiva funzione contrastante dei provvedimenti dell’Accordo, soprattutto considerando il fatto che il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha deciso di sciogliere gli USA dai patti, secondi per emissioni di gas serra dopo la Cina. 

L’allarme CO2, infine, non risulta essere un vero allarme. L’inquinamento atmosferico, non essendo un elemento nuovo, non ha nulla a che fare con la prevenzione. Sono 6,5 milioni le persone che muoiono a causa dello smog ogni anno, dove per smog si intende il mix di sostanze tossiche presenti nell’atmosfera, tra cui la CO2. L’allarme è, piuttosto, una realtà concreta, che trova la sua esistenza oggettiva nel mondo e vede un peggioramento continuo ogni anno. Al di là dei provvedimenti che sono stati e che verranno presi, il problema da affrontare sarà capire come espellere l’anidride carbonica dall’atmosfera.