Il tema dell’accoglienza dei migranti è sempre più discusso in questo ultimo periodo e riguarda non solo il nostro paese, ma tutta l’Europa. L’associazione Oxfam Italia ha lanciato da qualche anno un’iniziativa solidale a favore dell’integrazione di alcuni gruppi di rifugiati che, dopo un difficile viaggio, sono arrivati sulle colline del Chianti, in Toscana. Spesso sono persone vittime di abusi e sfruttamento, che desiderano soltanto poter migliorare la loro qualità di vita, scappando da situazioni ancor più problematiche.
Lo scorso 4 novembre, l’associazione ha organizzato una giornata di trekking nella zona del Chianti: una lunga passeggiata di 9 chilometri, pensata per poter unire e favorire i rapporti tra le persone, camminando insieme. Accompagnati da buon vino e della musica, i partecipanti hanno affrontato il tema drammatico dell’esodo che milioni di migranti sostengono ogni giorno, favorendo una riflessione profonda su di un argomento così attuale.
L’iniziativa è stata pensata e promossa dall’associazione Oxfam Italia in collaborazione con il comune di Gaiole, l’azienda vinicola Badia a Coltibuono, la Pro Loco di Gaiole e il Gruppo Escursionisti Berardegna.
Sono state molte le persone, provenienti anche da zone limitrofe, ad aver partecipato alla giornata, dimostrando la loro solidarietà e la volontà di aiutare concretamente questi migranti.
Tutti, però, potrebbero ancora apportare il proprio sostegno, firmando la petizione ‘Welcoming Europe’, sostenuta ancora una volta da Oxfam Italia. Si tratta di un progetto italiano volto a promuovere un diverso modello di accoglienza e affronta tre temi principali: favorire la solidarietà tra persone, creare passaggi sicuri per i migranti e sostenere i diritti umani.
Non tutti sanno, infatti, che in dodici diversi paesi dell’UE è un reato distribuire acqua o cibo ai rifugiati, finanziare loro un passaggio o ospitarli nelle proprie case. Dal 1990, inoltre, sono morti più di 34mila migranti nel tentativo di raggiungere le coste europee. Coloro che, invece, sono sopravvissuti all’odissea, spesso subiscono lo sfruttamento lavorativo o gli abusi di tutti quei diritti che riguardano l’uomo, di qualsiasi colore di pelle o orientamento religioso. Partecipare, quindi, con una firma alla petizione, significherebbe opporsi a questi eventi drammatici. Una realtà che riguarda tutti noi, nessuno escluso.
“Si tratta – scrivono sul sito della petizione – di uno strumento di democrazia diretta con cui possiamo vincolare la Commissione e il Parlamento europei a discutere le nostre richieste: il cambiamento delle politiche europee sui migranti, la creazione di passaggi sicuri per i rifugiati e la protezione delle vittime di abusi, sfruttamento e violazioni dei diritti umani”.
L’associazione si augura di poter raccogliere un milione di firme in 7 diversi paesi dell’Unione Europea entro febbraio 2019. Il fine di questa istanza, dunque, è quello di poter unire ospitalità e accoglienza, solidarietà e tolleranza, incoraggiando l’aiuto umanitario.