CioCheMangio: quando agricoltura e sostenibilità uniscono la comunità del territorio
A inizio 2022, nella cornice dei territori collinari del chierese, è nata la Comunità di Supporto all’Agricoltura CioCheMangio, esempio di quanto forte possa essere il legame tra agricoltura sostenibile e comunità. Tramite un patto tra produttori e consumatori, la comunità si impegna non solo nella distribuzione di panieri di prodotti locali e stagionali, ma anche nell’attività educativa e di coinvolgimento degli abitanti.

Valorizzare il territorio tramite il potenziamento della produzione locale e la collaborazione della comunità che vi abita: questo è l’obiettivo della CSA (Comunità di Supporto all’Agricoltura) CiòCheMangio, creata nel 2022 tra le colline torinesi che circondano Chieri. Il progetto è nato grazie all’impegno dell’associazione culturale di promozione sociale CioCheVale, da tempo impegnata nel riconoscimento della ricchezza dei luoghi del chierese e delle loro comunità, in un’ottica di sostenibilità e collaborazione. A questo proposito, in un video di CioCheVale caricato su YouTube viene illustrato ciò che rappresenta la CSA CioCheMangio: “È un progetto che si basa su tre principi chiave: sullo sviluppo dell’economia del territorio, incentrata su un’agricoltura sana e naturale, sull’importanza di consumare cibo sano e sostenibile a filiera corta e sul coinvolgimento della comunità verso iniziative di solidarietà attiva e sostegno alle persone a basso reddito”. Il modello della CSA è comunitario e sostenibile ed è in grado di coinvolgere produttori e consumatori in un impegno reciproco: “Essere parte dell’associazione significa instaurare una responsabile relazione tra le persone e il cibo che mangiano, il territorio sul quale questo cresce e coloro che lo coltivano”, recita un opuscolo informativo di CioCheMangio.

La Comunità di Supporto all’Agricoltura è quindi, come sottolinea il coordinatore del progetto Pietro Liotta, “un patto tra chi produce e chi consuma in base a delle regole condivise”, una sorta di associazione tra aziende agricole e comunità di sostenitori in cui entrambe le parti beneficiano dei risultati di questa virtuosa collaborazione. Inizialmente i produttori e i fruitori partecipano a un’assemblea di pianificazione, durante la quale decidono quali prodotti proporre nell’arco dell’anno agricolo, in che quantità e in che modalità. Successivamente, il costo della produzione viene suddiviso in quote a seconda del numero di soci fruitori, che, a cadenza settimanale, in base alla disponibilità della produzione, ricevono panieri di prodotti freschi e stagionali; parte della quota viene destinata invece a un progetto di solidarietà del territorio. I soci organizzano inoltre momenti di formazione, visite e incontri presso le cascine, dove è anche possibile partecipare alla raccolta in campo. Lucia Marengo dell’associazione CioCheVale illustra come avviene la preparazione e la consegna dei panieri: “Al mattino, dopo che i nostri soci agricoltori hanno consegnato i prodotti precedentemente concordati, si compongono i panieri con i soci volontari, che verranno poi consegnati a tutti i soci fruitori del progetto il martedì pomeriggio”. Lucia Marengo sottolinea inoltre che “sia il mattino sia il pomeriggio sono momenti di condivisione, in cui emerge un senso di comunità”. I soci, infatti, oltre a scambiarsi consigli e ricette sui prodotti che compongono il paniere, condividono idee e iniziative atte al miglioramento del progetto stesso e dell’intero territorio.

  

È evidente, dunque, quanto la CSA sia un modello che apporta vantaggi all’intera comunità territoriale, poiché diffonde consapevolezza sui metodi di produzione biologica, supportando le piccole aziende di qualità presenti nella zona (già attente a temi di sostenibilità e biodiversità) e favorendo la raccolta di prodotti genuini e biologici. Il progetto crea un forte connubio tra sostenibilità e tradizione, tramite la condivisione dei saperi recuperando varietà e specie botaniche di un tempo; l’iniziativa è dunque occasione di beneficio sia per i fruitori sia per i produttori. Questi ultimi, tramite la pianificazione delle vendite, riescono a evitare un eccessivo raccolto, eliminando così gli sprechi; inoltre, la CSA garantisce loro un’equa remunerazione e, quindi, un reddito annuo sicuro. La nascita di una rete di produttori locali è un grande vantaggio per l’economia del territorio e valorizza l’operato degli agricoltori, che, essendo sempre in contatto diretto con i membri della comunità, producono per lei e non unicamente per il mercato. Il risultato è dunque una forte coesione tra produttori e fruitori, i quali, insieme, creano una società consapevole, rispettosa della biodiversità del proprio territorio e impegnata nella riduzione dell’impatto ambientale: i soci fruitori, infatti, saranno portati a diminuire gli acquisti nell’ambito della GDO (grande distribuzione organizzata) a favore di un supporto concreto alle produzioni locali, contribuendo così a ridurre o, addirittura, eliminare gli imballaggi, i trasporti e gli sprechi alimentari. Nel filmato di CioCheVale è stata data voce a due membri dell’associazione, che sottolineano quanto sia vantaggioso fare parte della CSA: Carola Chinaglia e Rosy Tancredi pongono l’accento sull’importanza di conoscere non solo l’origine dei cibi che si portano in tavola, ma anche i produttori. Inoltre, secondo loro, grande punto di forza si trova nell’eliminazione degli imballaggi e nel consumo di prodotti trattati in maniera naturale.

 

Quali sono i numeri della CSA CioCheMangio? L’iniziativa conta 73 soci, 10 produttori agricoli della zona e un gruppo di coordinamento. Come riportato in un articolo di Italia Che Cambia, i produttori che hanno aderito a CioCheMangio sono quasi tutti molto giovani, tra i 22 e i 35 anni. Nella programmazione da settembre 2022 a giugno 2023 sono previste 3 consegne di panieri al mese per 10 mesi; ogni paniere, colmo di prodotti stagionali, pesa 5,5 kg e viene consegnato il martedì presso il Garden Le Serre a Chieri.
Tra i soci produttori figurano: Cascina del Mulino (Villastellone), I Soffioni (Buttigliera d’Asti), Ghivarello (Pino torinese), Ceste da Bosco (Nichelino), Pennazio Paolo (Riva di Chieri), Il Cortile (Santena), Massarone (Montafia), RAM Radici (Moncalieri), Cascina di Maggio (Moncucco torinese) e Vita di campo (Villastellone). “Aderire al progetto della CSA ci è sembrato un’ottima iniziativa, perché ha uno sguardo sostenibile, attento al territorio”: sono queste le parole di Simone Pautasso della Cascina del Mulino nel filmato informativo. Simone Artesi dell’azienda agricola Il Cortile continua: “l’agricoltura si può fare in tanti modi, ma noi riteniamo che per cambiare quelle che sono le problematiche di questo tempo bisogna farlo insieme alle persone. Il modello della CSA è uno dei modelli più interessanti che aggrega l’idea della partecipazione e dell’agricoltura sostenibile”.