Da un piccolo stato della catena dell’Himalaya arriva un messaggio di felicità rivolto al mondo intero. Ci riferiamo al Regno del Bhutan, che, da alcuni anni, adotta come indicatore per calcolare il benessere della popolazione il Gross National Happiness – GNH, traducibile letteralmente con Felicità Interna Lorda. Dimenticate quindi il PIL: il FIL antepone il benessere dei cittadini ai beni materiali e identifica la vera ricchezza dello stato (o, in questo caso, del regno) nella felicità, non nel denaro dei cittadini. Opposti che si attraggono inevitabilmente, verrebbe da pensare. Il Bhutan, però, dimostra che un sorriso non va per forza a braccetto con la moneta: alcuni dati hanno rivelato che questo paese, pur essendo uno dei più poveri dell’Asia – con un PIL pro capite di 2088 dollari (al 2010) – risulta la nazione più felice del continente orientale e l’ottava assoluta del nostro pianeta. L’approccio della massimizzazione del Gross National Happiness, inoltre, è stato ideato più di 40 anni fa: venne proposto negli anni settanta dal re Jigme Singye Wangchuck.
I pilastri del FIL
Il FIL non va considerato come nemesi dell’innovazione. Gli ideatori dell’indice non si dichiarano anti-tecnologici o anti-materialisti, anzi, tra i capisaldi del GNH figurano il miglioramento del sistema scolastico, la protezione dell’ecosistema e lo sviluppo delle comunità locali. Nello specifico, l’indicatore prende in considerazione una serie criteri come la tutela dell’ambiente e la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione e la conservazione della cultura locale, una politica che miri a uno sviluppo economico equo e responsabile, la ricchezza dei rapporti sociali.
Da un lato, quindi, troviamo la sostenibilità ambientale ed economica a 360 gradi, dall’altro è la persona ad essere al “centro”, con tutti i suoi bisogni di natura materiale, spirituale ed emozionale.
Le parole di Saamdu Chetri, direttore esecutivo del GNH Centre
Potrebbe essere possibile esportare il FIL in altri paesi del mondo? La risposta viene data da Saamdu Chetri, il direttore esecutivo del GNH Centre, un centro del Bhutan che si occupa della diffusione del concetto: “I principi del GNH – ha affermato nel corso di un’intervista rilasciata a Italia Che Cambia – sono adatti a qualsiasi paese, poiché al centro di questa idea ci sono gli esseri umani. Gli indicatori che utilizziamo non sono universalmente validi e hanno bisogno di essere adattati da caso a caso. Ma il GNH non è altro che un’occasione per proporre un nuovo paradigma di sviluppo per il futuro. Per quanto concerne l’esportazione, il Bhutan non ha mai ricevuto richieste da altri paesi di misurare la loro felicità attraverso il GNH, anche se potrebbe essere fatto con alcuni adattamenti al contesto specifico. Abbiamo convissuto con questa idea per più di 40 anni prima che il mondo ci chiedesse di misurarlo. Ora lo facciamo e questo ci ha indicato una buona strada verso l’obiettivo della crescita della felicità umana”.
Crediti fotografici immagine di copertina: Wikipedia (Mario Biondi).