“Stato dell’Arte”: un dialogo tra sostenibilità, Terzo Paradiso e progettualità etiche
Giovedì 26 ottobre è andata in onda sul canale 264 del digitale terrestre “Stato dell’Arte”, trasmissione settimanale che si occupa di arte e cultura, raccontando l’attualità di iniziative e pratiche in Italia e nel mondo. Per l’occasione sono stati ospiti Francesco Saverio Teruzzi, artivatore e coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso, Maria Cristina Finucci, presidente dello Stato delle Isole della Plastica, e Alessia Montani, ambasciatrice Rebirth e fondatrice del Parco dell’Anima a Noto. Riviviamo l’intervista.

Cosa significa “responsabilità” per un artista? L’arte riesce ancora a incidere sulla realtà? Cosa significa essere artivatori? Sono queste alcune tra le domande sollevate nella conclusione della sesta puntata del format culturale proposto da Cusano Media Group, che esplora i linguaggi dell’arte in chiave attuale grazie alle voci ospitate in studio dal conduttore Cesare Biasini Selvaggi. La puntata di Stato dell’Arte del 26 ottobre ha indagato differenti tematiche, dalle microplastiche all’arte di Michelangelo Pistoletto, fino ai grani antichi: tutto questo è avvenuto grazie ai tre invitati che, con le loro esperienze e i loro racconti, hanno arricchito l’incontro di idee innovative e spunti di riflessione legati indissolubilmente all’arte.

Il primo intervento è stato di Maria Cristina Finucci, presidente dello Stato delle Isole della Plastica, che ha raccontato le peculiarità del suo progetto. L’artista ha creato uno Stato “immaginario” costituito dalle isole di plastiche e microplastiche negli oceani: “Questo – ha illustrato Finucci – è lo Stato più grande del mondo, ma la sua caratteristica è la volontà di vederne i confini ridotti e, infine, annullati”. Fondato nel 2013, lo Stato simbolico Garbage Patch State è riconosciuto dall’Unesco, ha una bandiera, dei passaporti ed è completo di rappresentanze diplomatiche e costituzione. Alla domanda di Biasini Selvaggi su quale sia la responsabilità dell’arte e degli artisti, Finucci ha risposto con un tono di solidarietà e partecipazione: “L’artista – ha concluso – deve dare voce a tutti coloro che non ce l’hanno; si deve sporcare le mani per aiutare la comunità”.

L’intervento di Finucci ha successivamente lasciato spazio al Terzo Paradiso, alle ambasciate di quest’ultimo, all’artivazione e al racconto di cosa avviene a Cittadellarte: Francesco Saverio Teruzzi, coordinatore degli ambasciatori del Terzo Paradiso e artivatore, ha sollevato lungo l’intervista numerosi aspetti cardine della pratica artistica di Michelangelo Pistoletto, che tramite l’arte partecipata permeano nella società. Innanzitutto, il Terzo Paradiso, denominato dal maestro anche “formula della creazione”, che veicola un forte messaggio etico per il presente e il futuro: “Se 1+1 fa 3, il terzo elemento non potrebbe esistere senza la congiunzione dei due lati”. Come ha rimarcato Teruzzi, “grazie a questo simbolo è resa possibile la coprogettazione, la partecipazione, la trasformazione della società in maniera responsabile e sostenibile”. Per questo, infatti, sono nate le ambasciate del Terzo Paradiso: “Un ambasciatore – ha spiegato l’artivatore – è un volontario che già nelle sue corde era affine a queste tematiche, che però ha allo stesso tempo trovato nell’ambito del simbolo del Terzo Paradiso una bandiera, quindi qualcosa in cui riconoscersi e tramite cui portare avanti progetti e possibilità”. Le ambasciate sono in totale 240 e sono presenti in tutti i continenti e, grazie agli eventi organizzati nel mondo, sono state coinvolte attivamente più di 5 milioni di persone. Intanto, proiettate sullo sfondo, si sono susseguite le immagini del primo Rebirth Forum organizzato a Cuba, nato da un’idea di Michelangelo Pistoletto e di Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte: “Questa progettualità nasce dalla volontà di coinvolgere i territori e ascoltare i suoi referenti e le organizzazioni. Vengono così prese importanti decisioni in maniera attiva e collettiva”. Il Rebirth Forum cubano è inoltre legato ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, poiché organizzato quasi in concomitanza con la loro pubblicazione: “Siamo stati i primi – ha affermato Teruzzi – a utilizzare gli SDGs in un contesto internazionale”. Anche Cittadellarte, fondata da Michelangelo Pistoletto alla fine degli anni Novanta, è centro artistico e culturale fondato sulla sostenibilità in tutte le sue sfumature ed è dedicato a una trasformazione sociale responsabile: “La Fondazione Pistoletto sorge in un immobile recuperato, si tratta di archeologia industriale: in un lanificio dismesso si è passati dal produrre lana a realizzare tessuto sociale. Al suo interno – ha specificato – c’è la collezione del maestro, vengono ospitate numerose mostre e si trovano gli Uffizi che trattano di numerose tematiche sociali, tra cui economia, politica, ambiente, nutrimento, moda e molte altre”.
Nonostante il suo passato di assicuratore, Francesco Saverio Teruzzi è ora artivatore, concetto sviluppato da Paolo Naldini: un artivatore, come specifica Teruzzi, è una persona che utilizza l’arte per applicarla e attivarla in campo sociale. “Tramite l’arte – ha concluso – ho trovato nell’attività del Terzo Paradiso e di Cittadellarte quella concretezza che mi ha portato a capire che anche io potevo essere un fattore che permettesse di cambiare il mondo”.

L’intervento conclusivo della puntata ha coinvolto in collegamento Alessia Montani, ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso e fondatrice del Parco dell’Anima di Noto, luogo in cui agricoltura, tradizione e sostenibilità si fondono con l’arte contemporanea. “Attraverso il Parco dell’Anima ci occupiamo – ha esordito l’ambasciatrice – di artivismo. L’opera di Michelangelo Pistoletto è calzante, perché è necessario costruire un mondo in cui l’artificio non sovrasti la natura, bensì collabori con essa”: il Terzo Paradiso risulta infatti marcante per l’attività del parco siciliano, tanto da essere stato tracciato su un campo di grano nel 2019. Tra le tematiche più importanti sviluppate a Noto vi è la riproduzione della biodiversità agricola e quindi degli antichi semi: “Ci occupiamo – ha illustrato Montani – di grani antichi, che rappresentano una biodiversità agricola che è necessario reintrodurre per la salute dell’ecosistema intero e per la vita sulla Terra”. Montani rimarca che questo aspetto di biodiversità agricola non sia valorizzato a sufficienza: “Noi chiamiamo i grani antichi un ‘patrimonio abbandonato’, perché non esiste una filiera agroalimentare che unisca le antiche varietà alimentari, patrimonio culturale che conserva in sé sia un importante aspetto nutrizionale sia un patrimonio immateriale immenso, che include tradizioni, usi e paesaggi, che rappresenta la nostra identità italiana”. Alessia Montani svolge il ruolo di avvocato e ritiene di aver sempre comunicato attraverso l’arte dei messaggi rivolti al bene della collettività: “Da sempre – ha raccontato – ho accompagnato il mio essere avvocato all’utilizzo di opere d’arte che indagano gli stessi temi di cui mi occupo. Secondo me l’arte è più efficace di tante parole scritte, grazie al significato universale ed emozionale che colpisce i nostri sensi”. Quindi l’ambasciatrice e avvocato utilizza le nozioni giuridiche per portare a termine un nuovo progetto, che consiste nella realizzazione di una nuova filiera agroalimentare basata sui semi antichi; non solo, Montani desidera sviluppare una tutela normativa che persegua gli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana, “i quali prevedono il diritto inviolabile della biodiversità e l’introduzione di nuovi modelli economici sostenibili sotto il profilo ambientale, culturale e sociale, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, così come – ha concluso – il nostro progetto”.