“EST Urbano – Un manuale per imparare a restare”: la fanzine realizzata da due studentesse di Accademia Unidee sarà presentata a Cittadellarte
L’area che si snoda sulle sponde del fiume Cervo, nella zona Est di Biella, è il centro di interesse del progetto che verrà presentato questo venerdì all’interno degli spazi della Fondazione Pistoletto. Il 5 aprile, alle ore 9:30, due alunne giunte al terzo anno del corso di Arti Visive per la Sostenibilità Sociale di Accademia Unidee racconteranno la loro ricerca sviluppata durante il corso di Cultura del Progetto e Partecipazione guidato dalla docente Rita Elvira Adamo.

Comprendere un luogo decentrato e applicare l’esperienza culturale e accademica acquisita, al fine di attivare processi culturali e sociali orientati alla creazione di una nuova comunità gravitante a esso: questo è l’obbiettivo per cui nasce EST Urbano – Un manuale per imparare a restare. Risultato finale di una ricerca urbana e artistica affrontata nel corso di Cultura del Progetto e della Partecipazione, questo progetto ha visto attivamente impegnate Starlite Talma e Luz J, due studentesse di Arti Visive per la Sostenibilità Sociale, presso l’Accademia UNIDEE di Cittadellarte.
In questo percorso, affiancate dalla docente Rita Elvira Adamo, le allieve giunte al terzo anno hanno orientato la loro attenzione sulla riattivazione culturale di aree marginali urbane, sperimentando diversi metodi per avvicinare e vivere collettivamente un luogo, in particolare attraverso programmi di educazione non formale; l’insegnante, non a caso, è laureata presso la London Metropolitan University e ha conseguito un dottorato in Architettura e Territorio. Inoltre, “La Rivoluzione delle Seppie” è un attivo gruppo di giovani professionisti, co-fondato dalla docente nel 2016, con cui quest’ultima opera soprattutto in Calabria sviluppando progetti finalizzati alla rigenerazione e alla riattivazione culturale dei vuoti dei territori.


Il corso Cultura del Progetto e della Partecipazione – spiega Rita Elvira Adamo – , il cui titolo è già di per sé ambizioso, si è sviluppato con l’intenzione di creare, come primo step, un nuovo engagement, un nuovo interesse, su quei luoghi biellesi apparentemente interpretati come secondari”. Successivamente allo studio della città e sulle ali della propria sensibilità, le studentesse hanno individuato un’area su cui si potesse effettivamente andare a generare quel potenziale interesse, quale il quartiere San Paolo.
Durante lo sviluppo della ricerca sono stati coinvolti diversi attori, enti e associazioni locali, come Andrea Polidori, presidente di Osservatorio EST-Urbano e Matteo Zoccolo di Niente da Fare, oltre alla Fondazione Pistoletto stessa. Così le studentesse hanno potuto esplorare e interfacciarsi con il territorio e il contesto locale, creando diversi immaginari per quest’area urbana biellese.
Il secondo step – ha raccontato ai nostri microfondi Rita Elvira Adamo – è stato avanzato con la ricerca storica. È necessario capire cosa c’è stato prima in un luogo per poter immaginare cosa potrebbe venire dopo. E in questa fase è stato fondamentale coinvolgere e vivere la biblioteca civica”.


Collage di Starlite Talma.

Collage di Luz J.

Mantenendo ben a mente la domanda “come ci relazioniamo e che segno vogliamo lasciare in un territorio?”, nonostante i tempi brevi, sono stati creati nuovi immaginari. “Lo strumento di analisi e di progettazione di un nuovo scenario per l’area di riferimento è stato il collage – racconta Rita Elvira Adamo -, un linguaggio e una pratica artistica che ha permesso di sviluppare argomenti sperimentando in diversi ambiti. Luz J è subentrata con la tematica del cibo e Starlite con il gioco, con lo stare insieme: due strumenti vincenti per creare nuove comunità intorno a questo luogo”.
Tutto il lavoro che si cela dietro EST Urbano: Un manuale per imparare a restare è stato raccolto in un pamphlet che verrà presentato il prossimo 5 aprile presso la sala musica di Cittadellarte.
Tutte le persone che abbiamo incontrato, che ci hanno aiutato a capire e che sono state coinvolte durante lo sviluppo di questo progetto – conclude la docente -, sono già preziose basi relazionali per far convergere l’interesse sul territorio e far nascere una nuova comunità”.