Lo schema ricorda molto Greta Thunberg e i ‘Fridays For Future’: un lungo periodo di manifestazioni al fine di far sentire la propria voce alle istituzioni e riuscire così a generare un cambiamento. In questo caso parliamo del movimento ‘Extinction Rebellion’: una vera e propria rivoluzione internazionale. La settimana dal 7 al 13 ottobre 2019, a questo proposito, presenta un programma intenso di scioperi per chiedere ai governi e alle istituzioni politiche di impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici e le conseguenze distruttive cui è sottoposta la Terra. I partecipanti di queste manifestazioni, definiti ‘Ribelli’, stanno scendendo in strada a manifestare: sono partiti da Wellington, poi hanno raggiunto Sydney e si stanno spostando via via in tutte le capitali. In Europa, invece, le manifestazioni coinvolgono Varsavia, Londra, Amsterdam, Berlino, Vienna, Parigi, Madrid e Roma.
A portare in Italia questa ‘ribellione’ è stato Marco Bertaglia, un ricercatore interdisciplinare nelle scienze della sostenibilità sociale e ambientale, con le sue attività di divulgazione e formazione. L’inizio è stato un successo: hanno aderito alle manifestazioni circa 3mila persone, tutte interessate a partecipare e rimanere informati sugli sviluppi dell’iniziativa.
Tema centrale di questa Extinction Rebellion è la disobbedienza civile, una forma di lotta politica, attuata da un singolo individuo o più spesso da un gruppo di persone, che comporta la consapevole violazione di una precisa norma di legge considerata particolarmente ingiusta (violazione che però si svolge pubblicamente, in modo da rendere evidenti a tutti e immediatamente operative le sanzioni previste dalla legge stessa).
L’impostazione è ‘nuova’ e presenta un’idea diversa: si tratta di un sistema che non ha una struttura gerarchica solida, bensì funziona su semi-autonomia e fiducia, al fine di rendere tutto più efficace. L’obiettivo di questa nuova impostazione è quello di arginare la lentezza dei meccanismi decisionali, che in questo modo risultano decisamente più scorrevoli.
Le richieste esposte ai governi sono tre: la verità, quindi dichiarare lo stato di emergenza climatica; agire immediatamente bloccando le emissioni di gas a effetto serra entro il 2025 placando la distruzione degli ecosistemi; istituire un’assemblea dei cittadini delegando le misure di sicurezza ecologia.
In sostanza, quello che viene chiesto alle istituzioni politiche è di portare le parole allo stesso piano dei fatti e di rendere partecipi i cittadini.
Il programma presenta una serie di azioni di sensibilizzazione volte ad attirare l’attenzione delle persone e far conoscere il movimento. Per questa ragione, è importante crescere velocemente per poter portare avanti questa ribellione e ottenere dei risultati significativi. In tutte le città protagoniste saranno organizzati flashmob, azioni dimostrative, occupazioni di spazi, segno che i manifestanti non hanno di certo intenzione di passare inosservati.
È innegabile che un sempre più grande numero di persone cominci a mobilitarsi per far sentire la propria voce, i proprio pensieri e si batta per raggiungere quelli che considera gli obiettivi per un reale cambiamento. Speriamo che vengano ascoltate.