Arriva finalmente l’estate: caldo, pantaloncini, vacanze e zanzare. Come dimostrano alcune ricerche, queste ultime risultano sempre più numerose e la causa sarebbe da identificare nell’uomo e nel suo impatto sull’ecosistema. In quest’ottica, un’indage tenutasi in Costa Rica ha rivelato che gli insetticidi non riescono a ‘controllare’ le zanzare, bensì danneggiano i loro predatori. Potrebbe esistere, infatti, un effetto indesiderato nell’uso del dimetoato, insetticida che viene utilizzato dai costaricani per trattare le loro piantagioni di arance e per proteggerli dai pidocchi; questo pesticida, tuttavia, uccide soprattutto altre specie di insetti, non le zanzare. Così segnala lo studio pubblicato dalla rivista Oecologia: secondo queste analisi, le zanzare in Costa Rica hanno sviluppato una resistenza a queste sostanze chimiche (che normalmente le ucciderebbero), mentre i zigopteri, insetti che si nutrono delle zanzare, vengono colpiti da questo composto chimico.
Edd Hammill, ecologo della Utah State University e autore principale dello studio, ha avuto il presentimento che gli insetticidi non stessero operando secondo le sue previsioni mentre lavorava in un’indagine sulle piantagioni di arance nel nord della Costa Rica. “Ci sembrava – ha dichiarato Hammil a National Geographic – che le zanzare ci stessero pungendo molto di più nelle piantagioni che nelle zone inalterate, e ci siamo chiesti il perché”. I ricercatori trovarono più zanzare tra le bromelie, un gruppo di piante che si trovano nelle zone calde delle Americhe e che normalmente crescono nei rami degli alberi. Negli spazi pieni d’acqua tra le foglie trovarono una comunità intera di larve di insetti, tra cui le zanzare. Il team di esperti studiò le bromile nelle piantagioni – alcune delle quali avevano subito trattamenti chimici per più di 20 anni – e nei boschi non trattati. Secondo i risultati dello studio, le zanzare delle piantagioni resistono dieci volte più di quelle provenienti dai boschi: le più ‘forti’ sembrano avere trovato un habitat privo di pericoli diventando sempre più resistenti.
Dall’altra parte del mondo, invece, si lavora per combattere contro questa ‘piaga’. Di recente, si sono tenute delle prove in Burkina Faso per studiare un fungo che potrebbe eliminare il 99% delle zanzare in soli 45 giorni. Secondo i ricercatori dell’Università di Maryland, l’obiettivo non è provocare l’estinzione degli insetti, ma di fermare il contagio della malaria, malattia che in tutto il mondo colpisce annualmente circa 219millioni di persone.
Il fungo utilizzato dagli scienziati è il Metarhizium, attualmente usato come bio-pesticida, e, per potenziarlo, gli ingegneri lo modificarono geneticamente per produrre una tossina derivata dal veleno presente nelle zanne del ragno dei cunicoli australiani, una delle specie di ragno tra le più pericolose al mondo e in grado di uccidere le zanzare. Il team di esperti testò il fungo alterato spalmandone le spore in un finto villaggio con acqua, capanne, alberi, piante e cibo per zanzare. “Semplicemente applicando il fungo transgenico ad una pezza di tessuto posizionata nell’area prestabilita – dichiara Brian Lovett, studente dell’Università di Maryland e autore della ricerca – abbiamo causato la morte delle zanzare in 45 giorni. Questo metodo è efficace per uccidere le zanzare resistenti agli insetticidi così come quelle non resistenti”. Le ricerche hanno anche dimostrato come siano efficaci solo sulle zanzare, non su altri insetti come le api. Chi vincerà tra le zanzare e l’ingegneria genetica?