La “Sfera di giornali” di Michelangelo Pistoletto a Il Sole 24 Ore
Il maestro ha donato la sua opera in occasione dei festeggiamenti per i 40 anni del supplemento "Domenica" del quotidiano. Ieri, nell'ambito delle celebrazioni della ricorrenza editoriale, si è tenuto un incontro a porte chiuse rivolto ai dipendenti del giornale che ha visto Pistoletto dialogare con Stefano Salis sulla sua pratica artistica.

All’ingresso della ‘casa’ milanese de Il Sole 24 Ore, il quotidiano economico, politico, finanziario italiano – il più diffuso nel proprio settore e il quinto in assoluto nel Paese – c’è ora un’opera che dà il benvenuto a cronisti, dipendenti e ospiti. Si tratta di una nuova Sfera di giornali (2023) di Michelangelo Pistoletto, realizzata a partire dal 1965 e poi riproposta in varie occasioni e mostre nazionali e globali. L’artista, in occasione dei festeggiamenti per i 40 anni¹ del supplemento Domenica (dicembre 2023) ne ha donata una al giornale: l’installazione, che sarà in deposito per un anno, è stata appositamente creata per Il Sole 24 Ore – come si evince dalle pagine del quotidiano che la compongono – ed è attualmente visitabile presso la hall della sede lombarda di Viale Sarca 223. Su questa scia, ieri pomeriggio all’auditorium, è stato proposto un incontro a porte chiuse rivolto ai dipendenti del Gruppo Sole 24 Ore – il principale gruppo editoriale multimediale attivo in Italia nel settore dell’informazione economica, finanziaria, professionale e culturale – che ha visto il maestro dialogare con Stefano Salis, responsabile della redazione Commenti e Domenica de Il Sole 24 Ore. È stata una conversazione informale, ma non per questo, ça va sans dire, meno autorevole: Pistoletto ha offerto uno spaccato della sua vita d’artista, spaziando dalla Venere degli stracci ai Quadri specchianti, dal Terzo Paradiso alla Pace preventiva fino a Cittadellarte.


La nascita dell’opera
Il 4 dicembre 1967 Pistoletto realizza l’azione Scultura da passeggio nell’ambito della mostra collettiva Con temp l’azione, che si svolge contemporaneamente in tre gallerie torinesi (Sperone, Stein e Il punto). L’artista utilizza per quest’azione uno degli Oggetti in meno, la Sfera di giornali, una sfera di circa un metro di diametro formata da pagine di giornali bagnati e pressati. Altre due sfere di giornali pressati facevano parte di altri due Oggetti in meno: Sfera sotto il letto (1965-1966), costituita da una sfera di giornali pressati più piccola, collocata sotto il letto dell’artista e illuminata da un faretto; Grande sfera di giornali. Progetto per un museo (1966), esistente all’epoca solo come modello – destinata a non potere uscire dallo spazio espositivo, in quanto era previsto che fosse costruita al suo interno fino a occupare le dimensioni massime della stanza – verrà poi effettivamente realizzata in occasione della Biennale di Venezia del 1976. La sera dell’inaugurazione della mostra Con temp l’azione la Sfera di giornali viene ribattezzata Scultura da passeggio e fatta rotolare lungo il percorso che unisce le tre gallerie da Pistoletto insieme ad alcuni degli artisti della mostra tra cui Gilberto Zorio, Mario Merz, Alighiero Boetti, Gianni Piacentino, Ugo Nespolo, la curatrice Daniela Palazzoli, il gallerista Gian Enzo Sperone, il critico Tommaso Trini e altri passanti occasionali. L’azione verrà ripetuta nel gennaio 1968, sempre per le strade di Torino, questa volta con la partecipazione di Maria Pioppi. Ugo Nespolo filma l’azione a dicembre e gennaio e utilizza le riprese per il film Buongiorno Michelangelo. Nel corso dei decenni successivi la Scultura da passeggio verrà riproposta molte volte, con o senza la partecipazione di Pistoletto. Nel 1993 l’azione viene inoltre inserita nel progetto di istruzioni artistiche Do it curato da Hans Ulrich Obrist.

La Terza Pagina su Il Sole 24 Ore
Domenica 7 aprile il quotidiano ha ospitato in una pagina un contributo firmato da Michelangelo Pistoletto e Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte. Il giornale, infatti, non ha solo annunciato l’incontro e offerto un focus sulla Fondazione Pistoletto, ma ha dato voce scritta al futuro protagonista dello stesso. “C’era una sfera di giornali, anzi ci sono sfere di giornali che rotolano per le strade e le piazze del mondo spinte da adulti e bambini. La Sfera di Giornali, un metro di diametro, è un’opera nata nel 1965 e uscita dallo studio dell’artista nel 1967 – si legge in un estratto dell’editoriale del maestro e di Naldini – per poi moltiplicarsi in innumerevoli sfere che corrono tra la gente, nello spazio e nel tempo della nostra vita. È nata nel laboratorio dell’artista, ma è diventata un oggetto comunemente praticato. Esso contiene tuttavia una valenza simbolica che dall’arte entra nella vita. Infatti, gira e corre come la sfera del caso, che dalla roulette al campo di calcio magnetizza continuamente l’umanità ed elettrizza la società. I giornali della sfera sono l’informazione e la comunicazione che quotidianamente e ormai istantaneamente uniscono le persone del mondo attraverso la stampa, la televisione e la tecnologia digitale. L’opera che rotola per strada non è più l’oggetto tolto duchampianamente dalla vita comune per essere nobilitato e sacralizzato nel tempio museale. Ma è la nobiltà sacrale dell’arte che esce dallo studio dell’artista per divenire manifestazione da tutti partecipata”.

Il pomeriggio d’arte con Pistoletto
In una sala gremita, l’incontro ha preso il via con i saluti di Mirja Cartia d’Asero, amministratore delegato de Il Sole 24 Ore: “Noi non ‘siamo’ solo economia e finanza – ha affermato –, ma anche cultura. Per questo è un grande piacere ospitare l’appuntamento odierno con il maestro e disporre dell’opera di Michelangelo Pistoletto nella nostra hall”. A seguire si è entrati nel vivo dell’appuntamento con l’introduzione di Stefano Salis, che ha presentato il maestro e Cittadellarte, per il giornalista un centro propulsivo di arte contemporanea: “Michelangelo, per te la facoltà di creare si deve applicare nel gioco della vita. Come si può applicare nella quotidianità?”. Pistoletto ha risposto rivelando l’elemento chiave per articolare questo processo: “Bisogna partire, fin da bambini, dal Terzo Paradiso. Le nuove generazioni, infatti, quando per esempio escono di casa per giocare a pallone stanno in realtà giocando alla vita, entrando in un mondo fatto di continue interazioni e unioni delle differenze. Si trovano, fin da giovanissimi, a far fronte a una società che ha un sistema predatorio, ma se un tempo l’uomo aveva bisogno di una rapacità animalesca per sopravvivere, ora non è più necessario: attraverso la scienza e la cultura possiamo sopravvivere tutti senza mangiarci a vicenda, evitando inoltre un cannibalismo culturale”. A seguire il giornalista ha posto l’accento sulla pace preventiva, anche in riferimento alla mostra ospitata a Palazzo Reale a Milano fino allo scorso giugno: “La pace – ha asserito il maestro – è un’invenzione umana, mentre la guerra viene dalla natura; l’armonia sta nel contrasto pacifico”. A proposito di armonia tra i popoli, il maestro si è poi soffermato sulla scultura Rebirth, ubicata alle Nazioni Unite di Ginevra: “Quell’installazione del Terzo Paradiso è composta da diverse pietre, ciascuna proveniente da differenti Paesi dell’Onu. Questo simbolo, che non presenta frontiere, fa sì che tra i due cerchi ci sia un vuoto in mezzo nel quale queste due pietre creano la loro connessione”. Il fondatore di Cittadellarte, dopo averne spiegato la nascita, si è poi soffermato sui suoi Quadri specchianti: “Lo specchio – ha spiegato – è zero, raccoglie tutte le immagini possibili. Lo specchio, però, non è arte, è un oggetto che riflette il presente di ogni istante. L’immagine serigrafata che io vi ho posto sopra fa esattamente il contrario: diventa un portale temporale, fissando un momento storico della memoria passata”. La conversazione è proseguita con una serie di riflessioni sul Manifesto Progetto Arte, sulla Fondazione Pistoletto, sulla responsabilità dell’artista e sulla demopraxia, per poi toccare la Venere degli stracci: “La Venere, idea della bellezza che attraversa tutti i tempi, abbraccia una grande quantità di stracci che rappresentano il rifiuto. La Venere, così, fa diventare mito anche gli stracci, ossia il consumismo: noi non produciamo perché ne abbiamo bisogno, ma perché spesso si sente la necessità di consumare”. Pistoletto ha concluso rivolgendo un invito ai presenti: “Gli artisti hanno il privilegio di creare, ma tutti hanno responsabilità creativa, soprattutto attraverso le dualità. Il mondo si cambia così”.


¹ La serie di iniziative per celebrare il compleanno dei 40 anni della Domenica ha vinto di recente il premio Webby Honoree alla 28a edizione dei Webby Awards, uno dei più importanti premi sul tema, nella categoria Websites and Mobile Sites–Events.