Gli obiettivi salienti della Cop26 di Glasgow prevedono la risoluzione di diverse criticità ambientali globali. Tra queste figura l’impegno di invertire la rotta in termini di deforestazione entro il 2030 e riforestare i territori dei 114 Paesi che hanno partecipato alla conferenza sul clima. Questa necessità diventa ancora più impellente a fronte delle notizie registrate dal Report Foreste 2021 di Legambiente, che indica il 2021 come uno dei peggiori anni degli ultimi decenni per il patrimonio forestale italiano. Con un’estensione pari a un terzo dell’intero territorio nazionale, le foreste rappresentano l’infrastruttura verde più importante d’Italia, una straordinaria ricchezza ambientale e naturalistica, che però non viene difesa e valorizzata ancora a sufficienza: scarsa consapevolezza sociale, inadeguato utilizzo delle risorse e abbandono colturale mettono costantemente a rischio i nostri boschi ed ecosistemi. Si tratta, purtroppo, di un tesoro sottostimato.
Il report 2021
Il 18 novembre 2021 si è tenuto il IV Forum nazionale La bioeconomia delle foreste: conservare, ricostruire, rigenerare, organizzato da Legambiente al fine di mettere in luce le buone pratiche, sugli strumenti e le scelte politiche per rilanciare il Paese e avviare un processo di transizione verde dell’intera economia, puntando sulla gestione della biodiversità e sulla pianificazione forestale sempre più sostenibile e responsabile. Nel corso del Forum è stato presentato il nuovo Report Foreste dell’associazione, in cui viene fotografata l’allarmante situazione climatica mondiale per il numero di azioni incendiarie e per la vastità dei territori colpiti dai roghi. I dati presentati, sebbene non siano ancora ufficiali, restituiscono solo in parte l’entità dei danni in termini di perdita di biodiversità e di sacrificio di uomini e mezzi impiegati per domare le fiamme. Tuttavia, sono certamente indice di quanto il fenomeno sia stato sottovalutato, sia sul fronte della prevenzione sia su quello della repressione. Soltanto durante l’estate di questo anno sono bruciati, in Italia, 158 mila ettari di boschi, di cui 40 mila facevano parte di aree tutelate da Rete Natura 2000, ossia la rete delle aree protette dell’Unione europea. I dati appaiono ancora più critici considerando che l’87% di questi si sono concentrati in sole tre regioni: Sicilia, Sardegna e Calabria. A tal proposito, Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità di Legambiente, ha dichiarato durante il forum che “come dimostrano i roghi dell’estate 2021, servono politiche adeguate per tutelare i boschi e le foreste, perciò basta a ritardi nell’approvazione della Strategia Forestale Nazionale. Allo stesso modo, se allarghiamo lo sguardo allo scenario globale, gli impegni annunciati alla Cop26 di Glasgow per invertire la deforestazione devono tradursi in una strategia integrata nel più ampio quadro di contrasto ai cambiamenti climatici. Ci conforta, in tal senso, la decisione della Commissione Europea che proprio ieri ha presentato misure per limitare l’importazione in UE di materie prime legate alla deforestazione. Non basta, invece, annunciare la generica piantagione di nuovi di alberi, ma occorre definire come e dove farla e prevedere un sistema di monitoraggio dei risultati da parte dell’opinione pubblica. Senza dimenticare che la tutela e il recupero del patrimonio forestale esistente, così come il sostegno alle comunità locali, sono urgenti tanto quanto la messa a dimora di nuove piante”.
L’importanza del patrimonio forestale italiano
“Oltre 9 milioni di ettari di foreste e quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate – si legge all’interno del report – costituiscono il patrimonio forestale nazionale, fatto in prevalenza da arbusteti, boschi di neo-formazione e macchia. Complessivamente, le aree forestali coprono il 36,7% del territorio nazionale, pari a 11.054.458 milioni di ettari”. Questo grande patrimonio, aumentato negli ultimi dieci anni del 18,4%, ossia di circa 587 mila ettari, ha la capacità di immagazzinare 1,24 miliardi di tonnellate di diossido di carbonio, dando un contributo fondamentale per mitigare l’innalzamento delle temperature. Tuttavia, “i nuovi Forest Reference Levels adottati dalla Commissione Europea prevedono che, mantenendo invariate le attuali modalità di gestione forestale (età e intensità dei tagli, modalità di rinnovazione della foresta, specie prelevate, etc.), tra il 2021 e il 2025 la quantità di CO2 assorbita nelle foreste e nei prodotti legnosi in Italia si ridurrà di circa il 7% rispetto al periodo di riferimento 2000-2009”.
Conservare, ricostruire, rigenerare
Al fine di conservare, ricostruire e rigenerare le foreste italiane, Legambiente indica all’interno del nuovo Report le proposte per prevenire gli incendi boschivi e segnala buone pratiche che salvaguardino gli alberi. Esorta, inoltre, a mantenere le foreste sane per frenare gli effetti del cambiamento climatico, prevenendo le minacce e i rischi naturali attraverso un sistema di monitoraggio, ricerca e conoscenza dei diversi ecosistemi. Infatti, “ecosistemi sani e foreste resilienti – ha dichiarato intervenendo al forum il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani – aiutano a mitigare gli effetti della crisi climatica e migliorano qualità della vita e benessere dei cittadini: per il decennio 2020/30 l’Italia deve elaborare una proposta coerente con gli obiettivi europei sulla biodiversità, prevedendo ad esempio di tutelare il 30% del territorio nazionale e almeno il 10% in maniera rigida. O ancora, una pianificazione strategica per aumentare il verde e ridurre le emissioni in città, responsabili di circa il 70% delle emissioni di anidride carbonica sul Pianeta. Si tratta di obiettivi d’interesse globale che recano benefici locali e che, se ben pianificati, sono senz’altro conciliabili con la missione del PNRR che dovrà sostenere innovazione tecnologica e ricerca e garantire una gestione sostenibile del nostro patrimonio forestale”.