Incentivare la tradizione enogastronomica locale e la condivisione dei saperi legati al macro-mondo del nutrimento: è questo, in sintesi, l’obiettivo che si pone Let Eat Bi con l’Accademia Verde, un programma che si articola ogni anno attraverso una serie di incontri tematici e, anche nel 2022, l’iniziativa sta proponendo appuntamenti che prendono forma attorno ai topic chiave dell’associazione. La prossima proposta è emblematica se posta in relazione con il logo e con l’identità di Let Eat Bi, che s’ispira al simbolo trinamico di Michelangelo Pistoletto per portare – non solo metaforicamente – il Terzo Paradiso in terra Biellese. Sì, perché il prossimo corso sarà interamente dedicato al bonsai, esempio concreto di sintesi tra natura e artificio; insomma, un parallelismo col segno-simbolo evidente e profondo. Domenica 8 maggio, dalle 14.30 alle 18.30, si terrà il primo incontro in presenza negli spazi della Fondazione Pistoletto, mentre giovedì 12, 19 e 26 dello stesso mese sono previsti gli altri appuntamenti, questa volta online sulla piattaforma Zoom. L’esperto Andrea Barazzone strutturerà e presenterà l’evento su quattro contenuti chiave: una dimostrazione pratica con una mostra di bonsai in cui sarà messo in luce come funziona una pianta e i meccanismi che ne determinano la crescita; un’introduzione al bonsai tra origini, caratteristiche e cura; un focus sulle conoscenze botaniche di base, tra conifere, latifoglie e relative attività stagionali; un approfondimento sulle principali tecniche di bonsai.
“Sarà un corso introduttivo – ha esordito Barazzone – per coloro che si sono avvicinati da poco al mondo del bonsai o che non conoscono nulla a riguardo, ma anche alle persone appassionate di natura, montagna e coltivazione di vegetali in vaso. Oltre a illustrare come si cura una pianta, sfaterò fin da subito un falso mito, ossia che il bonsai sia un albero che rimane di piccole dimensioni. Non è vero: è una pianta identica in tutto e per tutto alle altre”. L’esperto, in quest’ottica, illustrerà le tecniche che consentono ai bonsai di essere mantenuti in vaso e coltivati. “L’obiettivo che mi pongo – ha sottolineato – è quello di far capire ai partecipanti come funziona una pianta e insegnare loro come mantenerla in buona salute. Non solo, desidero far passare un messaggio chiaro: curare piante e bonsai è un percorso che richiede pazienza e impegno, sono a tutti gli effetti esseri viventi”. Barazzone ha inoltre spiegato che quando si dedica tempo ai bonsai risulta più facile liberare la mente e combattere lo stress, in un processo introspettivo e salvifico che pone l’essere umano in stretto contatto con la natura. “Curare i bonsai – ha rivelato – rappresenta per me un momento di pace e libertà in cui non si pensa ad altro. Mantenendo queste piante ci si trova anche a conoscere e rispettare i ritmi della natura, vivendo in prima persona le stagioni e comprendendone gli sbalzi climatici”.
La passione di Andrea è nata fin da quando era bambino: “A 12 anni – ricorda – ho iniziato a realizzare dei terrari, dei micro-ambienti in cui costruivo in vetro resina anche dei fiumiciattoli. Da lì a poco cominciai a metterci delle piante e così mi avvicinai al mondo dei bonsai. Da ragazzo cominciai ad approcciarmi al tema con libri, mostre e incontri, mentre 15 anni fa partì la svolta: iniziai più seriamente a seguire sia corsi online sia a studiare nel dettaglio la botanica, mentre 4 anni fa ho cominciato a seguire corsi specifici online con maestri giapponesi. Così, anno dopo anno, ho affinato sempre più la tecnica”. Tra teoria e pratica, attualmente Andrea ha circa 20 bonsai in stato avanzato, mentre 50 che devono ancora formarsi. “Negli ultimi anni – ha aggiunto – ho seminato piante di tutte le tipologie, anche per spirito di emulazione della tradizione nipponica: in Giappone i grandi maestri del settore curano alberi piantati dal padre o dai nonni. Anche io opero su questa scia per lasciare un’impronta sul futuro”. Barazzone ha poi rivolto un pensiero a Let Eat Bi: “Per me – ha concluso – è un onore proporre un incontro dell’Accademia Verde. Let Eat Bi rispecchia tutto quello in cui credo e sono felice di far conoscere la mia passione a tutte le persone che gravitano attorno all’associazione”.