“L’entusiasmo e l’energia creativa trasmessami da Michelangelo, durante un primo confronto sull’idea di questo evento, mi accompagnò nell’ufficio del direttore di Cittadellarte. ‘Paolo, abbiamo un’idea!’ affermai. Lui mi interruppe, e ancora prima di sapere di quale idea si trattasse ‘Wow, fantastico!’, esclamò.
Signore e signori, questa è Cittadellarte”.
Un forte e spontaneo applauso per il brioso aneddoto sul dietro le quinte dell’evento Viaggio nell’arte con Michelangelo Pistoletto. Biellesi all’avanguardia, svelato da Luca Deias, direttore del Journal di Cittadellarte, ha dato il via alla serata svoltasi venerdì 17 maggio presso la Sala Cervo della Fondazione Pistoletto. L’incontro è stato l’episodio zero di un programma di ulteriori incontri che si terranno nei prossimi mesi a Cittadellarte per esplorare, accompagnati dalle parole del maestro Pistoletto, il mondo dell’arte e il suo inevitabile intrecciarsi con la società.
In quale migliore occasione, se non la Giornata Internazionale dei Musei, si poteva organizzare un evento che potesse portare le persone a diretto contatto con un artista di rilievo internazionale e all’interno della sua Fondazione-Museo? Percorrendo la continua evoluzione della definizione e del ruolo dei musei nel tempo, si è giunti a narrare la storia che ha condotto Cittadellarte Fondazione Pistoletto ONLUS a essere considerata, a ultima detta dell’intelligenza artificiale, “una delle istituzioni culturali più significative e innovative del mondo dell’arte contemporanea”.
Integrare l’arte, non solo nella vita delle persone, ma anche in ogni settore della società, è l’obbiettivo e il modus operandi di Cittadellarte e del suo fondatore, che da anni perseguono per mantenere attiva una trasformazione sociale consapevole e sostenibile.
“Noi, qui, siamo in un museo?”. Questa è la domanda con cui Paolo Naldini, direttore di Fondazione Pistoletto Cittadelarte ha aperto la sua riflessione in merito al tema. Effettivamente, negli spazi di Via Serralunga 27 di Biella, c’è una collezione di opere d’arte importante, non solo di Michelangelo Pistoletto, ma anche di una selezione di altri artisti legati al movimento dell’Arte Povera. “Oltre alla collezione, ci sono anche altri modi e ragioni per cui si è museo”, ha continuato Naldini. Come si può leggere nel Manifesto Progetto Arte, pubblicato nel 1994 da Michelangelo Pistoletto, la visione dell’epoca del maestro, in merito all’arte, vedeva quest’ultima capace di tessere nuove relazioni e connessioni tra i diversi settori della società. Paolo Naldini ha ben articolato, durante il suo intervento, come questa visione sia ancora, ogni giorno, fondamenta e motore di sviluppo di tutte le attività e dell’impegno attivo esercitato dalla Fondazione, a partire dall’intendere questa come segue: fabbrica di tessuto sociale; motore di sviluppo sostenibile partecipato nel territorio; scuola; hub di innovazione; motore di idee nel dibattito globale; comunità di cura, inclusiva e sostenibile dei bisogni fondamentali. “Recentemente l’ICOM – ha continuato il direttore – ha pubblicato una nuova definizione di ‘museo’. Io credo che molto di quello che si è realizzato a Cittadellarte, in questi anni, risuoni propriamente in questa definizione, oltre a contribuire, come stiamo facendo, a una conversazione mondiale sui temi della natura e dell’artificio, della nostra esistenza sulla terra e con la terra”.
“Che ruolo assume a livello globale la ‘Giornata Internazionale dei Musei’ in riferimento ai 17 obbiettivi dell’Agenda 2030?”. Questo è l’input che Luca Deias, mediatore dell’incontro, ha offerto a Michele Lanzinger, presidente di ICOM – International Council of Museum e già direttore del MUSE di Trento. “È un’occasione per presentarsi tutti insieme a livello mondiale, per ragionare e superare insieme i limiti che ci siamo imposti sull’idea stessa di museo”. Lo sviluppo sostenibile all’interno del quale stiamo cercando di orientare la nostra società contemporanea non nasce, oggi, a seguito di una maturazione di una sensibilità ambientalista. Il presidente Lanzinger ha saputo illustrare come l’idea di uno sviluppo sostenibile fosse già stata espressa a fine dell’800 dall’architetto William Morris, e ancora prima da Cartesio, nel 1637, attraverso il testo Renè Descartred Discours sur la méthode. “La nozione di sviluppo sostenibile fa già parte di noi da molto tempo. Gli obbiettivi globali da raggiungere sono tanti e complicati ma sono il paradigma contemporaneo per poter agire responsabilmente oggi. Portare i musei all’interno dello sviluppo sostenibile significa rompere un paradigma o, per lo meno, soffiare via velocemente, ma in maniera definitiva, quel velo di polvere che abbiamo sul nome museo, poiché organismo vivo e inerentemente volto al futuro”. Con la prossima domanda, che sarà anche uno dei temi della futura conferenza che l’ICOM terrà a Dubai, conclude l’intervento il Presidente Lanzinger: “Come possiamo, come musei, rinforzare il nostro ruolo di attori-attivisti sociali e agenti del cambiamento?”
“A partire dalla scelta alimentare che offriamo prima, durante o dopo le attività che proponiamo”, potrebbe rispondere Armona Pistoletto, presidente Let Eat Bi. Non per niente, Luca Deias ha stimolato il pubblico a chiedersi: “Come mai in una serata dedicata all’arte, viene proposto di sorseggiare una bevanda naturale? Qual è la connessione? La connessione c’è ed è più profonda di quanto possiate immaginare”. Il drink protagonista in questa serata è stato il Kombucha, bevanda fermentata e naturale che, come ha spiegato Armona Pistoletto, “grazie al suo principio attivo crea un microbioma intestinale che genera benessere psico-fisico, ma non solo, la sua produzione biologica rispetta l’equilibrio tra l’uomo e l’ambiente”. Il Kombucha è inoltre uno degli ultimi prodotti aggiunti all’offerta gastronomica che prende vita ogni mercoledì mattina dalle 10:00 alle 13:00 a Cittadellarte: il mercatino Let Eat Bi. “Questo progetto – ha raccontato Armona –, rappresenta ciò a cui si riferiva Lanzinger precedentemente, poiché è ciò che la comunità ha creato nel museo. Attraverso l’associazione Let Eat Bi abbiamo dato vita a questa iniziativa che unisce la comunità biellese nella scelta dell’acquisto di prodotti naturali, biologici, locali e stagionali, per fare ogni giorno un un passo verso una soluzione più sostenibile”.
Solitamente vengono diffusi ritratti del maestro con sguardi seri e profondi. In quest’occasione, Luca Deias, ha fatto notare alla platea l’insolita scelta di un’immagine inconsueta, a sua detta “fanciullesca e che mette in luce non solo la sua identità caleidoscopica e poliedrica, ma anche il suo essere continuamente un artista d’avanguardia. Michelangelo, cosa rappresenta per te la scelta di questa fotografia come immagine di richiamo per questo evento?”. Inizia così il momento tanto atteso: il viaggio nell’arte attraverso le parole dell’artista Pistoletto.
“Per me questa è una provocazione. L’ho scelta per provocare. L’arte è anche questo. La parola ‘provocazione’ è composta dal termine ‘vocazione’ che vuol dire ‘chiamata’. Questa è una smorfia per fare una chiamata a voi, miei compaesani. Un invito a venire qui oggi, ma anche le prossime volte. Questa è la mia smorfia per invitarvi a tornare.”
L’osservazione del parallelismo tra la più aggiornata definizione di ‘museo’, pubblicata dall’ICOM nel 2022, e del Progetto Arte del 1994, torna nuovamente sotto i riflettori. “Ti saresti aspettato come artista e fondatore di Cittadellarte che la tua visione sarebbe coincisa, decenni dopo, con la definizione mondiale di museo?”. La risposta del maestro, carica di responsabilità e approfonditamente argomentata, inizia così: “Potrei dire di sì, perché io non faccio niente senza attendermi che quello che faccio abbia un senso e dunque seguito. Essendo un impegno quello che l’arte, e dunque l’artista, ha nella riattivazione e nella rigenerazione della società, mi aspettavo che questo mio lavoro potesse veramente arrivare a essere questa grande opera. Questo parallelismo non mi sorprende, anzi, mi fa molto piacere. Mi rendo conto – continua Michelangelo Pistoletto – che quello che avevamo proposto negli anni ‘90 si sta avverando”.
Attraverso la storia della nascita di Cittadellarte, della scelta del nome stesso e del suo significato, legato al concepire questo luogo come estensione e spazio di difesa dell’arte, il discorso si è articolato tra i diversi pareri avversi ricevuti all’epoca da altri artisti, ‘gente’ di cultura e professionisti del settore. “Mi dicevano che era pura utopia. Io dicevo di no perché utopia vuol dire ‘non luogo’. Io un luogo l’avevo acquisito e oggi siamo qui. All’epoca presentavo un progetto, che poco dopo ho realizzato”. Continua il maestro: “Adesso più nessuno dice che è utopia perché il mondo sta andando esattamente dove noi pensavamo che questo dovesse andare. Il manifesto ‘Progetto Arte’ è attualissimo ed è la base di uno sviluppo ancora in atto. È la trama che ha fatto nascere la rete che combina tutti gli elementi. È l’idea di rete sociale che sta alla base di Cittadellarte, per questo parlo e coinvolgo negli ultimi tempi la tecnologia avanzata e l’intelligenza artificiale”.
Tramite le prime opere che hanno condotto alla creazione dei successivi e noti quadri specchianti, passando per le diverse opere partecipate che hanno segnato la storia dell’arte e del pensiero creativo umano del XI secolo, attraverso la grande installazione presente al piano più alto di Cittadellarte, si è giunti alla sintesi rappresentativa di quello che è ad oggi il sistema e motore di Cittadellarte: una combinazione di stanze e un’interconnessione di vari settori che creano attivazione e reazione nella società.
Ripercorrendo le strade del pensiero di Michelangelo che hanno condotto alla nascita della Formula della creazione e del simbolo del Terzo Paradiso, promosso oggi in tutto il mondo attraverso forum, ambasciate e installazioni ambientali in contesti naturali e istituzionali del mondo, la prima tappa del viaggio nell’arte di Michelangelo Pistoletto si è conclusa scoprendo i sentieri più intimi e personali della vita del maestro, attraverso le stimolanti domande di Luca Deias: “Tra poco più di un mese compirai 91 anni. La tua vita è stata tutta un viaggio nell’arte. A questa età, qual è la linfa che alimenta la felicità di Michelangelo Pistoletto? Dando uno sguardo al futuro, la caducità del tempo ti spaventa o l’ignoto ti affascina?”.
“C’è un momento, nella vita delle persone, che unisce attivo e passivo. Prima di prendere sonno, siamo immobili, sdraiati, eppure viaggiamo con la nostra mente. Cosa pensa Michelangelo Pistoletto prima di andare a dormire?”.
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