Lo Stendardo della Pace Preventiva
“Si può fare la pace prima di fare la guerra? Ci si può abbracciare prima di picchiarsi? Si possono dire parole gentili prima di insultarsi? Sì. Basta crederci e volerlo. E siccome la pace preventiva si può imparare, costruiamola insieme”. Sabato 9 settembre al Tempio di San Sebastiano di Mantova, nell'ambito del "Festivaletteratura", si è tenuto un laboratorio di pace e cucito curato da Ruggero Poi (direttore Ufficio Ambienti d'Apprendimento di Cittadellarte) e Chiara Belliti (editor e traduttrice) con la supervisione di Olga Pirazzi (responsabile Fashion B.E.S.T.). Vi proponiamo un racconto del workshop scritto da Ruggero Poi.

…Nella storia la pace è sempre venuta a seguito di una guerra ed è sempre stata considerata un suo risultato, dunque guerra nascosta sotto la maschera della pace e pace costituita di mera apparenza…
Michelangelo Pistoletto, La formula della creazione, 2022 Cittadellarte edizioni.

Lo stendardo è nell’immaginario collettivo un’insegna che rappresenta nazioni, associazioni, gruppi costituti, è un simbolo identitario che viene esposto o esibito in parata. Nella storia è stato spesso un vessillo di potere che precede l’avanzare delle truppe.
In occasione del Festivaletteratura 2023 si è scelto di portare un progetto intergenerazionale dal titolo Lo stendardo della pace preventiva. L’azione, ideata da Ruggero Poi, Chiara Belliti e Olga Pirazzi per Cittadellarte, è stata possibile grazie all’aiuto di cinque sarte volontarie e degli oltre venti partecipanti. Insieme a loro si è cucito uno stendardo bicolore, bianco e nero, di dieci metri su cui si sono aperti dei fori, ovvero dei “traguardi di pace”. La parola “traguardo” infatti significa “guardare attraverso”, e nello sport è divenuta sinonimo del luogo verso cui ci si muove, dell’obiettivo da raggiungere e verso cui tendere.


 

In questo stendardo il “traguardo” si apre sulla realtà che si apre davanti a noi e nello specifico proprio su chi sta di fronte a noi e che occupa il posto opposto. Questo traguardo è uno spazio vuoto, ed è proprio questo spazio vuoto ad avverare la “creazione”, ovvero l’incontro tra le differenze.
Lo stendardo non è solo un oggetto, ma anche un contenitore di storie personali e di esperienze condivise. I partecipanti hanno cucito dei loro abiti o delle stoffe trasformandoli in simboli personali legati al concetto di “fare la pace”. C’è chi ha donato la sua felpa e chi costruito tasche per contenere filastrocche sulla pace da utilizzare in ogni occasione, chi ha cucito una zuppiera di stoffa come immagine di pace.
Una volta concluso lo stendardo issato su due bastoni è stato portato in strada. Attraverso i traguardi aperti, si è avviato un gioco, facendo passare la palla, stringendo le mani, permettendo l’affaccio dentro il foro di bambini e adulti. Il progetto è un’esperienza di laboratorio aperta che continuerà in futuro accogliendo altri gruppi in altre città.

Ruggero Poi