Convivialità, inclusività, spazio comunitario e abitato capace di unire sotto una luce completamente nuova: sono queste le peculiarità che meglio definiscono la riproduzione del simbolo del Terzo Paradiso all’interno del cortile della Scuola Media Francesco Nullo e dell’Istituto Comprensivo Alda Merini, in provincia di Bergamo. Ad ottobre 2020, come riportato in un nostro precedente articolo, ha preso vita l’opera di cui periodicamente si prendono cura progettata i diciotto giovani del “CCRR – Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze”, sotto la guida dell’associazione Sotto Alt(r)a Quota. Il simbolo trinamico è stato quindi, in questo senso, utilizzato per unire ed essere portatore di valori giusti, sostenibili e solidali. Dall’inaugurazione dell’opera ad oggi, infatti, sono stati portati a termine numerosi progetti: l’anno scorso, ad esempio, il CCRR ha lavorato alla creazione di una mostra interna che spiegava il percorso di realizzazione del segno-simbolo. Quest’anno, invece, il comune di Pedrengo e gli istituti hanno proposto un tema su cui riflettere per sensibilizzare la comunità verso la tutela e la sensibilità della nostra Terra. L’argomento, su cui gli studenti sono stati spinti a lavorare e riflettere, s’intitola “Alberi tra cielo e terra per il futuro”, un progetto svolto dai giovani e da restituire poi alla comunità di Pedrengo.
Entrando nel vivo del progetto, Rita Ceresoli, formatrice dell’associazione Sotto Alt(r)a Quota, e i giovani del CCRR prenderanno parte alla rassegna cinematografica organizzata dal Comune di Pedrengo che prenderà il via a giugno. La commissione ha accolto la proposta del CCRR ed è stato scelto un film che ben racchiudesse e sviluppasse il tema d’istituto, ossia, “Alberi tra cielo e terra per il futuro”. In quest’ottica, dopo aver ragionato sull’argomento e su delle proposte culturali, gli studenti presenteranno per l’occasione il film “Lorax – il guardiano della foresta”, pellicola che “ben rappresenta – ha esordito Rita Ceresoli – il tema d’istituto e che riesce a coinvolgere e ad arrivare sia ad adulti sia a bambini”. Oltre alla scelta del film, inoltre, i giovani stanno individuando dei testi e del materiale di rilievo della biblioteca della scuola da valorizzare e mettere in evidenza. A maggio, poi, gli studenti e la bibliotecaria si riuniranno all’interno dell’istallazione simbolo trinamico per discutere sulla scelta del materiale.
“I ragazzi – ha specificato Ceresoli – hanno accolto in modo molto positivo il tema d’istituto, anche perché sono argomenti a loro vicini e che hanno particolarmente a cuore. La cura dell’ambiente è infatti un tema di cui si è più parlato tanto in questi anni a scuola. I giovani hanno fatto emergere alcune parole (diversità, originalità, volontà, concretezza, sostegno e relazione) che secondo loro ben rappresentano l’argomento. Il nostro lavoro è stato educativo ed è nato da un percorso di riflessione e siamo così giunti alla messa a fuoco della scelta del film”.
Il simbolo trinamico di Pedrengo è diventato quindi un luogo di espressione, riflessione e comunitario che viene utilizzato anche dalle classi dei due istituti come mezzo di espressione. La classe 2E della professoressa Elena Renis, ad esempio, coglie spesso la possibilità di vivere le lezione all’aperto: nelle scorse settimane ha messo a disposizione dei suoi studenti i gessetti per scrivere all’interno del Terzo Paradiso. I giovani hanno così preso parola ed espresso il loro pensiero in merito allo scoppio della guerra in Ucraina.
“Penso che vivere nella concretezza il simbolo trinamico – ha concluso Rita Ceresoli – possa aiutare moltissimo i giovani. È uno spazio simbolico, che naturalmente necessita di essere capito, ma è concreto ed espressivo. Può quindi diventare davvero un luogo in cui ci si siede insieme ai propri insegnati a fare lezione e a riflettere insieme. Lo spazio del campetto rosso, inoltre, è per gli studenti un luogo di espressione e parola. In più, penso che possa aiutali sperimentare la messa in gioco del significato che il simbolo porta con sé: non solo natura e artificio, ma anche incontro fra questi due mondi. Il nostro è un metodo didattico ed educativo diverso dagli altri, infatti, i ragazzi chiedono spesso di stare all’aperto, soprattutto in questo periodo, perché sentono il bisogno di uscire e di recuperare gli spazi all’esterno”.