È iniziata ieri la fase 2. Un ritorno alla normalità per molti, che può sfumare in ambito economico e commerciale, emotivo e soprattutto sociale. Ma sapremmo rispondere se qualcuno ci chiedesse “cos’è la normalità?”. Probabilmente no, o quantomeno non con esattezza, a prescindere dalle sfumature di soggettività. Italia Che Cambia è partita da questo aggettivo proponendo un’analisi intorno a esso. Il riferimento verteva soprattutto tra il il binomio restrizioni da pandemia e ambiente più sano. Ma “davvero dobbiamo scegliere tra essere chiusi in casa e devastare il pianeta o esistono altri modi di essere normali?“. In riferimento a questa e altre domande è stata proposta una diretta su YouTube e Facebook, in cui si sono messi in gioco sette relatori tra giornalisti della redazione e soci che hanno messo in luce diversi aspetti di “un altro mondo che già esiste e non aspetta che essere diffuso e replicato”. È stata una “serata maratona di Italia Che Cambia, vivace, giocosa e allegra”, come l’ha presentata il direttore editoriale Daniel Tarozzi. Il numero sette ha accompagnato il filmato: 7 relatori che discutevano per 7 minuti ciascuno, affrontando differenti temi. Proprio Daniel ha esordito, con l’intervento Un’altra normalità! Parliamone, illustrando come esista una realtà diversa da quella che i media sono soliti raccontare, ossia tendenzialmente negativa e mediocre.
Una visione distorta che spesso impedisce di progettare e di mettersi in gioco. Ma Daniel puntualizza subito che la società presentata dalle televisioni è solitamente errata: “Con Italia Che Cambia abbiamo sperimentato in prima persona che esiste un’altra normalità. Così abbiamo deciso di raccontarla e diffonderla a partire da una serie di pratiche reali. C’è davvero chi, di fronte ai problemi, ha inventato delle soluzioni per cambiare le cose”. Il direttore editoriale ha poi smontato una serie di falsi miti: “Per far ripartire l’economia bisogna tornare a consumare. Falso! Ambiente e lavoro sono in contrasto tra loro. Falso! Non ci sono i soldi per alimentare i nostri progetti e nostri sogni. Falso! L’economia vince sempre sulla cooperazione. Falso! Bisogna scegliare tra l’esigenza del singolo e quella della comunità. Falso! Se vogliamo mondo ecologico dobbiamo tornare alle caverne. Falso! La tecnologia è un male. Falso! Esiste un’altra normalità, come illustrato nel libro ‘E ora si cambia!’ o come si può constatare dalla nostra Visione 2040. C’è un altro modo di fare economia, ambiente e salute”.
A Daniel ha fatto seguito Alessandra Profilio, direttrice responsabile di Italia Che Cambia, con l’intervento vicinanza sociale, esempi positivi ai tempi del Coronavirus. “Siamo ormai abituati a sentire l’espressione ‘distanziamento sociale’. In tanti hanno fatto notare, secondo me giustamente, che bisognerebbe parlare in realtà di ‘distanza fisica necessaria’. La prima espressione può essere collegata a un isolamento, ha un’accezione negativa. Le parole sono importanti! In questo periodo, in cui siamo stati più distanti fisicamente, abbiamo visto esplodere un senso di profonda vicinanza sociale e un contagio esponenziale di pratiche di altruismo, socialità e creatività. Abbiamo visto che iniziative di mutuo aiuto si sono rivelate essenziali. Anche in quartieri difficili molte comunità e realtà hanno fornito supporto con cibo e medicine, ma anche con sportelli di consulenza legale, medica e psicologica”. La direttrice si è anche soffermata sul mondo della scuola, sottolineando come molti docenti abbiano trasformato questo momento di emergenza in nuove opportunità educative. Non solo: ha evidenziato come anche gli istituti di cultura abbiano trovato modo di ovviare al problema delle chiusure con tour virtuali. Alessandra ha inoltre messo in luce una serie di iniziative di solidarietà e buone pratiche. “In generale – ha aggiunto – c’è stato un passaggio di attività dall’online all’offline. Ma nonostante questo le iniziative virtuose si sono diffuse a macchia d’olio nel paese. E molti hanno cercato di vedere il bello dalla quarantena e fare tesoro delle esperienze positive, a prescindere dalle difficoltà”.
Il turno successivo ha visto protagonista Andrea Degl’Innocenti, con Perché dobbiamo imparare a pensare sistemico. Il giornalista si è soffermato su questo tema, specificando come l’uomo sia abituato a ragione per compartimenti stagni. Ma questo è errato: ambiente, economia, salute e molti altri ambiti non sono settori a se stanti, ma collegati tra loro. La soluzione? Il pensiero sistemico che ha illustrato nel suo intervento.
La diretta ha poi dato voce a Giulia Rosoni, socia di Italia Che Cambia, con Nuovi immaginari per nuove generazioni: il ruolo della narrazione. Giulia si è soffermata sui ragazzi drop out, affrontando il tema dell’abbandono scolastico. “C’è l’immaginario dei giovani fannulloni, svogliati. Ma io ho conosciuto ragazze e ragazzi a cui avevano rubato i sogni. E da quando lavoro con Italia Che Cambia ho fatto capire loro che i desideri si possono realizzare”. Come? Basterebbe cambiare la percezione sociale: “I ragazzi che entrano in contatto con una narrazione differente – ha aggiunto – possono cambiare la loro vita. I giovani vengono bombardati di informazioni dai mass media e non li sanno decodificare”.
Daniel, che ha ricoperto anche il ruolo di moderatore, ha passato poi la parola a Daniela Bartolini, che si è focalizzata sul tema dell’educazione con l’intervento Dalla comunità educante all’educazione diffusa dell’imparare facendo… con desiderio! “L’educazione – ha argomentato – è un territorio di grande cambiamento. Perché? Una delle motivazioni è l’amore verso i figli e i più piccoli, oltre al desiderio che possano avere quello che non abbiamo avuto noi. La radice etimologica della parola educazione – dal latino – significa ‘tirare fuori, emergere, permettere che qualcosa si sviluppi’. Vuol dire che il bambino ha già dentro di sé una conoscenza. Come fare affinché possa accedervi più facilmente? Attraverso un processo di osservazione, indagine ed esperienza. Si può quindi trasformare l’insegnante e qualunque adulto in un educatore, capace di far emergere l’attenzione, l’amore per la ricerca e la curiosità nel bambino”. Daniela ha poi specificato che per andare oltre le pedagogie desuete (si è creata confusione da istruzione ed educazione), è sì importante la trasmissione di informazioni, ma non dev’essere l’unico focus di un processo formativo.
Daniel ha poi ripreso parola, prendendo come riferimento il suo libro Una moneta chiamata fiducia. “Non si può parlare di ambiente senza citare l’economia, la geopolitica, l’imprenditoria e il lavoro”. Tarozzi ha raccontato di come Italia Che Cambia si sia occupata di evidenziare l’interconnessione di queste tematiche. “Ho riscontrato – ha affermato – che spesso quando le cose vanno bene a livello etico funzionano anche a livello economico (come Sardex)”. Daniel ha poi invitato gli spettatori a ragionare su dove investire i propri soldi: “Esistono banche, assicurazioni, compagnie elettriche, servizi di server che possono essere etici. Perché non affidarsi a loro? Se non cambiamo l’economia non avremo un futuro”.
Ha poi ripreso parola Andrea Degl’Innocenti, che ha parlato del futuro (e presente) dell’agricoltura contadina: “Questa crisi ha messo a nudo l’inadeguatezza della filiera di distribuzione e produzione del cibo attuale, quella basata sul binomio fra agricoltura industriale e grande distribuzione organizzata”. Andrea ha poi spiegato i problemi delle catene di rifornimento e le code nei supermercati, che potrebbero acutizzarsi con la riduzione dei braccianti (molti di questi sono rumeni e sono tornati nel proprio paese dopo la pandemia). “Se ci spostiamo nell’agricoltura più piccola, alcuni agricoltori sono in crisi profonda, altri hanno aumentato la produzione. Come mai? La crisi attuale sta premiando chi ha sperimentato modelli di interazione diretta col cliente”.
Daniel ha poi ‘passato la palla’ a Paolo Cignini che, con l’intervento La rivincita del turismo sociale e responsabile, ha parlato di questo settore molto importante per l’Italia. “Già prima del Coronavirus – ha spiegato – emergeva come il turismo di massa stesse andando in crisi, in quanto sempre più sostituito da quello lento, sociale e responsabile. Cosa intendo? Penso al turismo di prossimità, che può aiutarci a riscoprire borghi e bellezze naturali vicini a noi. Da anni quest’ultimo ha una richiesta crescente. Non c’è più bisogno di andare dall’altra parte del mondo quando ci sono meraviglie da vedere vicino a noi… e così evitiamo anche gli spostamenti aerei molto inquinanti”.
Si è passati poi al tema nutrimento, con l’intervento Salute e Alimentazione: educazione, responsabilità, scelta e integrazione di Daniela. “Sono fondamentali la scelta di cura e prevenzione. Anche l’OMS è chiara a riguardo: quando ci si riferisce alla salute non si parla di assenza di salute, ma di uno stato di benessere completo in termini psicofisico e sociale. Il metodo scientifico è sì importante, ma c’è anche tanto altro più difficilmente misurabile che riguarda pensieri e percezioni. Ci vuole una visione integrata di corpo, mente e spirito. Siamo sistemi complessi, contano sia la scienza sia l’autoconoscenza”. Bertolini si è poi soffermata sull’alimentazione spiegando quanto incida per il benessere personale.
Da Daniela a Daniel, che si è concentrato sulla sostenibilità ambientale con l’intervento E ora si cambia! Verso una sostenibilità ambientale fatta di scelte personali e collettive. “È importante che i governi cambino sul fronte ambientale. Spesso, però, le persone mettono tutta l’energia su quello che dovrebbero fare nei nostri politici, ma così delegano il cambiamento! Noi, come cittadini dovremmo attivarci in prima persona. Il cambiamento climatico deve essere una priorità”. Poi Daniel invita gli spettatori a interrogarsi sulla questione mascherine: “Tutti pensano a produrre questo strumento usa e getta, ma nessuno si chiede che fine faranno”.
Poi è stato il turno di Filippo Bozotti, socio di Italia Che Cambia, protagonista dell’intervento la crisi come opportunità. Ha portato la sua testimonianza, avendo vissuto il lockdown sia a Roma sia nella sua azienda agricola in Umbria. E nella capitale ha misurato, con un apposito strumento, la qualità dell’aria: durante la cosiddetta ‘fase 1’ era tornata pulita. “Il paradosso è che prima, con l’aria pulita, si poteva uscire soltanto indossando le mascherine”. Filippo ha poi individuato nella crisi un’occasione per ripartire in modo differente: “Cosa accadrebbe se si investisse nel New Deal e non nelle spese militari? Questo è il momento di creare leggi globali vincolanti per proteggere l’ecosistema”.
Ruoli, famiglie e relazioni, chi può dirsi normale? è l’intervento successivo proposto dal video, a cura di Giulia Rosoni: “Ciò che mi ha colpito del lockdown è il fallimento nel normalizzare una realtà complessa: pensiamo al vespaio che si è creato con la questione ‘congiunti’. Ci siamo trovati a dover definire cos’è la famiglia”. Giulia, dopo aver anticipato il progetto Viaggio nell’amore che cambia, ha parlato delle tematiche di genere, anche queste al centro del dibattito in questa fase molto delicata per le relazioni.
A seguire ha ripreso parola Andrea Degl’Innocenti, con Come prendiamo una decisione è più importante della decisione stessa. Per mettere in luce un messaggio ha esemplificato: “La stessa identica decisione – ha spiegato – presa in un modo o in altro può portare a esiti diversi. Un esempio? Pensiamo di fare un orto condominiale: qualcuno sarà d’accordo, qualcuno no. Allora se ne parla prima con i condomini con cui siamo in amicizia, portiamo dalla nostra parte l’amministratore, convinciamo gli indecisi e così abbiamo l’approvazione dell’assemblea condominiale. Così, però, succede il finimondo: la proposta passa, anche se chi non era d’accordo fa sentire il proprio dissenso. Se passiamo in avanti nel tempo vediamo che chi era contro di noi non vede l’ora di metterci i bastoni tra le ruote. E alla fine l’orto si rivela un fallimento. Se invece viviamo in un condominio che vive in una sociocrazia, non si va a maggioranza. Di fronte a una proposta in un’assemblea chiunque può fare un’obiezione. Alla riunione di condominio si porta l’idea: se qualcuno ha delle obiezioni valide non si fa, ma dopo le reazioni (qualcuno pro e qualcuno contro) si affrontano le criticità tutti insieme. Una volta risolte tutte le obiezioni si può procedere. E se andiamo avanti di qualche mese vediamo che l’orto ha avuto successo”. Questo per dire che nuovi modelli di governo, come la sociocrazia, sarebbero fondamentali.
Ha concluso la maratona la direttrice Alessandra Profilio con l’intervento Costruiamo un’altra normalità: proposte e risorse collettive per il futuro che verrà. “Non vogliamo – ha concluso – tornare alla normalità pre Covid-19. Desideriamo trasformare questa crisi sanitaria, economica e sociale in un’opportunità, a partire da un cambiamento che deve riguardare tutti, dalle istituzioni a ognuno di noi”. La diretta si è poi conclusa con un confronto tra i relatori e gli spettatori.
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