“Racconteremo l’opera di uno dei massimi esponenti dell’arte contemporanea, in particolare del movimento dell’Arte povera: il Terzo Paradiso del grande artista Michelangelo Pistoletto. Il suo segno è rappresentato da un infinito composto da 3 cerchi: il terzo è la fusione tra natura e artificio, il mito di un mondo figlio di una nuova umanità che si proietta verso il futuro”. Ha esordito così la radiocronista e cantante Alma Manera per presentare l’ultima puntata della sua trasmissione #Artlover¹, in onda su RaiPlay Sound a partire da oggi; l’episodio, come si evince dalle sue parole, è stato dedicato al fondatore di Cittadellarte, proponendo un focus sul suo segno-simbolo. Per articolare la narrazione radiofonica della puntata – intitolata Terzo Paradiso, l’Infinito – si è avvalsa del contributo di Fernando Miglietta, architetto, artista, saggista, critico, professore di storia dell’arte e direttore scientifico della rivista Abitacolo. La conduttrice, prima di “raccontare – ha affermato – l’attualità dirompente del Terzo Paradiso”, ha dato il via al dialogo con l’ospite interpellandolo sul suo passato e sul suo rapporto con l’arte: “Il mio amore per l’arte è nato con me. L’arte, come l’amore, è un enigma. Cominciai fin da bambino – ha sottolineato Miglietta – a privilegiare visioni proibite: lo spazio, l’orizzonte e l’infinito, che ancora oggi sono temi straordinari della mia ricerca creativa e teorica”.
Dopo un introspettivo gioco di specchi, la giornalista ha fatto porre sotto i riflettori del confronto il maestro: “Pistoletto è innanzitutto un amico, uno speciale compagno di viaggio, oltre che membro del comitato scientifico di Abitacolo. Lui – ha precisato il saggista – appartiene a quegli artisti che hanno privilegiato una visione critica della realtà: la sua ricerca e la sua arte sono infatti un continuo interrogativo sulla genesi di una nuova società. Il suo Terzo Paradiso e i suoi quadri specchianti sono, in fondo, uno strumento pedagogico e allo stesso tempo un alfabeto grammaticale di futuro al servizio di una comunità che lui interroga col suo simbolo trinamico, con cui si può costruire un percorso nuovo di democrazia e civiltà. Questa è la matrice ideologica e filosofica su cui si basa tutta la sua arte”. Alla presentazione artistica del maestro è seguita quella del suo simbolo trinamico, che Miglietta ha descritto come “un’opera partecipativa. Questo simbolo è espressione di un’arte relazionale, che vuole costruire comunità attorno a un’idea. Non solo, si fonda sul rito della condivisione e richiede interazione e relazione”.
Manera si è poi soffermata sul concetto di identità, chiedendo al professore in che modo venga rappresentata nell’arte di Pistoletto. “Michelangelo sperimenta e realizza – ha asserito – la rappresentazione totale del concetto di identità nei quadri specchianti e nel Terzo Paradiso, dove si trova il passaggio dall’io al noi, ossia a una condizione plurale e partecipativa. Col simbolo trinamico ha inoltre concepito un’opera collettiva che ha coinvolto bambini, adulti, artisti e diverse ideologie”. Un processo artistico e sociale che si è articolato anche grazie a Cittadellarte. Ed è proprio alla realtà biellese che Miglietta ha dedicato un pensiero quando la conduttrice l’ha invitato a mettere in luce due simboli del Terzo Paradiso: “Alla Fondazione Pistoletto c’è la sede permanente del Terzo Paradiso. Cito poi quello di Assisi: ritengo che l’opera di land art al Bosco di San Francesco – ha concluso – sia un intervento unico, poetico e mistico. Anche così Pistoletto veicola messaggi di salvaguardia ambientale invitandoci a divenire custodi del creato, perché vuole generare un nuovo equilibrio grazie a un dialogo tra natura e artificio”.