Si celebra oggi la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”
Oggi, 25 novembre 2021, si commemora la ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999. Durante questa giornata, ogni anno, governi, organizzazioni internazionali e non profit organizzano attività volte alla sensibilizzazione della tematica. Dei 197 omicidi commessi in Italia da gennaio ad oggi, il 41% era di femminicidio: una donna ogni tre giorni viene uccisa.

Spesso il carnefice delle vittime di violenza di genere ha le chiavi di casa, spesso la colpa viene data alle donne e troppo spesso si tende a giustificare il massacro vista la gelosia del partner. Come riportato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1999, con violenza si intende “qualsiasi atto e che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”.

La situazione in Italia
L’Italia deve lavorare ancora molto perché l’attuale situazione possa cambiare: solo nel 2021 dei 197 omicidi commessi in Italia il 41% ha per vittime le donne, il 62% delle quali uccise per mano di partner o ex. 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, di queste 4 milioni 353 mila ha subito violenza fisica, 4 milioni 520 mila violenza sessuale e 1 milione 157 sono state stuprate. Sono dati forti che fanno rabbrividire ma allo stesso tempo riflettere sulla condizione psicologica di migliaia di donne.

La nascita della giornata
Si è scelto di celebrare la giornata oggi perché il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana furono uccise per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo le sorelle Mirabel, tre attiviste politiche. Mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da militari, stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e poi strangolate. Quello non è un drammatico episodio isolato, ma, come 50 anni fa, la violenza di genere è presente, sfortunatamente, in ogni parte del mondo e il compito della giornata di oggi è proprio quello di sensibilizzare questa tematica attraverso eventi e ricorrenze promosse da aziende e cittadini. Le panchine della città diventano rosse, le principali piazze coperte di décolleté, si fanno concerti e prime teatrali, donne vittime di violenza raccontano la loro storia personale per provare a portare consapevolezza anche a chi di riguardo non ne ha tanto.
Non sappiamo se questa giornata serva effettivamente a migliorare la situazione ma sicuramente parlare, riflettere e far conoscere questo enorme problema in cui tutto il mondo è coinvolto, aiuta a non lasciare in ombra diritti umani che dovrebbero essere inalienabili.

Quale futuro?
Sentire storie di donne che sono state vittime di violenza o racconti di figli che per questi motivi non hanno più una madre lascia a bocca aperta qualsiasi essere umano dotato di intelligenza e sensibilità. Quante volte è accaduto che denunciare non fosse abbastanza? E che l’ordine restrittivo non spingesse il carnefice ad allontanarsi? Le leggi contro la violenza di genere in Italia esistono ma è evidente che non vengano ben applicate, perché, anche se i numeri delle donne soggette a violenza diminuiranno, 1 su 59 milioni sarà comunque troppo. Oltre al dolore fisico che centinaia di donne subiscono quotidianamente, inoltre, vi si aggiunge anche l’aggravante psicologica, il sentirsi umiliata e impotente davanti ad una persona che non può essere definita ‘uomo’.


Immagine di copertina: una piazza ricoperta di décolleté rossi, simbolo della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.