Sostenibilità e “Rapporto OCSE”: le tappe mancanti e raggiunte nel cammino dell’Agenda 2030
“Together, we create better policied for better lives” - insieme, creiamo politiche migliori per vite migliori - sulla scia di questo motto caratteristico dell’OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ad aprile, è stato pubblicato il rapporto sull’attuale stato di avanzamento dei Paesi membri dell’OCSE nei confronti degli obiettivi definiti dall’Agenda 2030. In particolare, emerge la situazione critica dell’Italia sul fronte della disoccupazione e dell’istruzione.

Negli ultimi due anni e mezzo, la vita delle persone di tutto il mondo è inevitabilmente cambiata.
Dopo che il COVID-19 è stato protagonista delle notizie sui giornali, delle preoccupazioni dei cittadini e delle decisioni a livello governativo, gli scienziati affermano che, ad ora, la sua incidenza sta diminuendo. Lentamente, l’essere umano sta tornando alla vita “p.c.” (pre-covid) anche se con qualche cambiamento. La pandemia da Coronavirus, infatti, ha lasciato il segno, non solo nelle abitudini degli individui, ma anche nelle situazioni politiche dei diversi Paesi. La maggior parte di quest’ultimi ha cambiato le proprie “priorità” per concentrarsi sulle modalità con cui affrontare una situazione senza precedenti. Pertanto, in molti casi, sono venuti meno i percorsi di raggiungimento di obiettivi definiti prima della pandemia.
Dunque, la domanda che ci si pone è, quali sono state le conseguenze di ciò?
Una delle risposte arriva dall’OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Quest’ultima è una struttura internazionale che si occupa di realizzare studi economici per i suoi 36 paesi membri e di incrementare il confronto tra Stati per la risoluzione di problemi comuni o per il coordinamento di politiche internazionali e locali.
Per questo, verso la fine di aprile, l’OCSE ha pubblicato la quarta edizione del rapporto: “The short and winding road to 2030: measuring distance to the SDG targets”. Questo documento fornisce una panoramica generale sull’attuale stato di avanzamento dei Paesi membri nei confronti dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Le aree tematiche che vengono affrontate all’interno di questo rapporto sono numerose in quanto i 17 obiettivi rappresentano i pilastri principali di un progetto che vuole raggiungere a 360° la pace e la prosperità per le persone ed il pianeta. In totale sono stati definiti 169 traguardi da raggiungere. Nello specifico, il documento, a livello generale, allude a 112 intenti poiché sono quelli di cui è possibile valutare le prestazioni. Tra essi vi sono la biodiversità, il cambiamento climatico, la fiducia nelle istituzioni, le condizioni di povertà e i diritti delle donne. Ad oggi, l’area dei Paesi OCSE ne ha raggiunti 10 su 112. Infatti, come ha affermato Romina Boarini, direttrice del centro OCSE per l’inclusione, la sostenibilità e l’uguaglianza di opportunità, “ciò che si evince dai dati emersi all’interno del rapporto è che, con meno di dieci anni rimasti, sono necessarie azioni più decisive”. Nonostante l’interruzione mondiale delle attività economiche durante la pandemia abbia portato a delle migliori condizioni ambientali, il COVID-19 ha negativamente influenzato il cammino degli Stati verso i SDGs, rallentandone l’avanzamento.
All’interno del resoconto, oltre ad uno sguardo a livello generale, vi è una valutazione delle prestazioni di ciascun paese membro dell’OCSE con il corrispettivo approfondimento riguardante le tendenze a lungo termine rispetto alla navigazione verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile.


Grafico che indica la distanza dell’Italia dagli obiettivi dell’Agenda 2030. (Fonte: database globale SDG)

In seguito alle analisi dei dati disponibili, il report attesta che l’Italia abbia raggiunto 17 dei 135 obiettivi e che prevede di raggiungerne altri 10 entro il 2030.
Come si suol dire “meglio partire dalle buone notizie”. L’OCSE, infatti, ha evidenziato come, rispetto agli altri Paesi, l’Italia sia in testa alla classifica per quanto riguarda il riciclo, e che numerosi punti di forza siano proprio nel settore ambientale. Inoltre, è stato rilevato un miglioramento nelle prestazioni sanitarie a livello di diminuzione della mortalità per cancro e malattie cardiovascolari, ma anche nei confronti di un’assistenza sanitaria generalmente efficace.
Ciononostante, si arriva in fretta a quelli che sono gli ambiti in cui l’Italia deve migliorare. Tra questi ultimi, vi sono specialmente le sfide economiche e sociali, poiché, alcuni elementi di debolezza, esistenti da numerosi anni, sono stati aggravati dalla pandemia. È per questo che, uno dei principali traguardi che l’Italia vuole raggiungere corrisponde alla crescita economica.
Tuttavia, ad oggi, nonostante la distanza dagli obiettivi sulle politiche migratorie o la mancanza di un’istituzione nazionale per i diritti umani, è un altro il dato che preoccupa maggiormente. Il primo obiettivo dell’Agenda 2030 consiste nel “Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo”. Oggi, in Italia, al pari del Messico, della Turchia e della Colombia, un ragazzo su cinque si trova in una situazione di disoccupazione o di lascito degli studi. Una condizione che porta a delle conseguenze.
Infatti, i tassi di povertà e di disuguaglianza di reddito non sono lontani dai livelli raggiunti durante la crisi finanziaria globale del 2008. Per far fronte a ciò, l’Italia ha attuato delle riforme tra cui l’accesso ad un reddito minimo garantito. Tuttavia, negli ultimi due anni, quest’ultime non stanno dando effetti di miglioramento.
Ecco quindi che, nonostante l’Italia sia riuscita ad affrontare lo shock pandemico avvicinandosi ad alcuni obiettivi, deve ancora lavorare molto.
Anche a livello generale, pur tenendo conto dei progressi realizzati, non si possono tralasciare le lacune presenti. La strada da percorrere è ancora lunga, non solo in vista del 2030, ma al fine di raggiungere una migliore condizione di vita dei cittadini e del pianeta che abitano.