“WORLD MAP”, l’opera di Ryts Monet da CirculArt a Cittadellarte alla Biennale di Buenos Aires
La capitale dell'Argentina ospita fino al 31 dicembre 2023 la BIENALSUR al MUNTREF. Per l'occasione, all'interno della mostra collettiva “Rompecabezas”, è esposta anche un'installazione di Ryts Monet che l'artista aveva realizzato durante la residenza del progetto CirculART alla Fondazione Pistoletto e presentato nel contesto della rassegna Arte al Centro 2021. “L'esperienza biellese - ha affermato ai nostri microfoni - mi ha consentito di scoprire e lavorare sulla relazione tra moda e sostenibilità. Per un cambiamento globale responsabile in quest'ambito è fondamentale innestare processi di sensibilizzazione sul tema”.

Con una ferma determinazione nell’esplorare dinamiche alternative per l’arte e la cultura nel perseguimento di nuove logiche di circolazione artistica e sociale sia a livello locale che globale, BIENALSUR continua a sostenere il diritto alla cultura e alla diversità”. Si presenta così, sul sito ufficiale, la rassegna che si sta tenendo a Buenos Aires presso il MUNTREF Centro de Arte Contemporáneo y Museo de la Inmigración – Sede Hotel de Inmigrantes, inaugurata il 29 luglio scorso e in chiusura il prossimo 31 dicembre. Nel contesto dell’iniziativa è proposta la mostra collettiva Rompecabezas (rompicapo), curata da Diana B. Wechsler e Benedetta Casini, che propone una selezione di opere di diversi linguaggi artistici di creativi internazionali¹. “La selezione di opere che integra il progetto espositivo evidenzia, data la varietà di realtà convergenti, la complessità di costruzione di qualsiasi tipo di storia. Ricordiamoci – ha affermato Wechsler – che il territorio del simbolico è in movimento, fuggitivo, instabile. In esso, ogni certezza può essere messa in discussione nella misura in cui cambiano i parametri socioculturali e temporali con cui sono attraversati. Tuttavia, questa debolezza del simbolico, più precisamente delle immagini, è allo stesso tempo la sua forza. Per questo motivo, vale la pena fare l’esercizio di pensare con le immagini e ampliare creativamente gli orizzonti dei sensi. Prendendo come punto di partenza questa premessa e l’avvertimento sull’impossibilità di un’unica storia, Rompecabezas passa attraverso le incertezze a partire da questo presente e nel pluralismo, cerca di immaginare posizioni critiche che contribuiscano a pensare al decentramento, agli scambi, alle appropriazioni e alle riappropriazioni in molteplici sensi diversi, reciproci, globali”.


Ryts Monet. Foto di Gianmaria Gava, 2022.

WORLD Map (about sustainable fashion) di Ryts Monet
BIENALSUR che ha scelto l’opera opera WORLD Map (about sustainable fashion) di Ryts Monet per Rompecabezas. La sua presenza in mostra è avvenuta grazie al supporto delle seguenti realtà: Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, Ambasciata d’Austria a Buenos Aires, Cittadellarte e Officina+39. Enricomaria De Napoli, in arte Ryts Monet, nato a Bari nel 1982, vive e lavora a Vienna, ma ha studiato presso lo IUAV di Venezia, dove si è laureato in Arti Visive e dello spettacolo nel 2007 e nel 2011 si è specializzato in Comunicazione Visiva e Multimedia (laurea magistrale). L’opera ha origine da una riflessione sugli squilibri nei rapporti economici e politici a livello ambientale, per questo Ryts Monet ha scelto l’immagine del planisfero realizzata per sottrazione, logorando e consumando un supporto di tessuti denim fino a generare l’immagine di una Terra esausta ormai ridotta a brandelli. L’intenzione di WORLD MAP (about sustainable fashion) è quella di sollevare delle domande sull’impatto che il mercato iperconsumista e la massiccia estrazione di risorse hanno e avranno in futuro, su scala locale e globale. Non solo: si interroga sull’ambiguità delle scelte politiche ed economiche di un mondo globalizzato che vanno in controsenso con le necessità di sostenibilità e consapevolezza ambientale.


WORLD MAP (about sustainable fashion) esposta ad Arte al Centro 2021.

La nascita dell’opera a Cittadellarte nel contesto di CirculART II
WORLD MAP (about sustainable fashion) è stata ideata nel contesto di CirculART II, progetto curato e prodotto da Cittadellarte – che ha messo in contatto aziende, artisti e fashion designer per dar vita a nuove forme di linguaggio capaci di ispirare il cambiamento. L’iniziativa, frutto di un percorso di integrazione ed inclusione tra il mondo dell’arte e quello dell’industria, aveva preso forma nella 23esima edizione di Arte al Centro. Le aziende e gli artisti avevano raccontato, attraverso le opere create per il progetto, come si possa essere innovatori consapevoli, apportando elementi concreti di resilienza sociale ed ispirandosi ai bisogni attuali dell’ecosistema in cui la nuova umanità va configurandosi. CirculART II non è stato dunque il punto d’arrivo, ma il punto di partenza di un nuovo percorso mirato a ritrovare un equilibrio tra impresa, società e natura. Sono stati quattro gli artisti coinvolti in CirculART II – Silvia GiovanardiGiulia PellegriniMarcello Pipitone e lo stesso Ryts Monet – e tredici le aziende tessili d’eccellenza con le quali sono stati chiamati a confrontarsi. La pura e inedita lettura della realtà industriale da parte degli artisti è servita a delineare e rivelare, in quattro originali opere d’arte, nuovi paradigmi progettuali fondati sull’economia circolare e sull’etica. Opere create per ispirare non solo l’industria tessile, ma tutti i settori produttivi, a riallineare la propria attività con la promessa ultima del fare impresa: rispondere alle reali esigenze dell’umanità. Le aziende partner dell’iniziativa sono state Cotonificio Albini SPA, Eurojersey SPA, Flainox srl, Filatura Astro srl, Lanificio F.lli Cerruti, Lenzing Group, Milior sas, Officina+39, Ribbontex srl, Taroni SPA, Tessuti di Sondrio, Tintoria Emiliana e Vimar 1991.

L’intervista a Ryts Monet

Quali contaminazioni hai avuto dalla residenza a Cittadellarte? E quali dall’esperienza di CirculArt?
Mi ha lasciato innanzitutto la mia opera WORLD MAP (about sustainable fashion), che da allora non ho solo inserito nel mio portfolio, ma ho esposto in più occasioni. E va sottolineato il dietro le quinte: non avevo mai lavorato sulla relazione tra moda e sostenibilità, perché ero convinto che questi due mondi non potessero incontrarsi. Ciononostante, ho potuto imparare molto su quest’ambito dal punto di vista didattico e ho compreso, grazie alla residenza, l’impatto devastante sull’ambiente in cui viviamo causato dall’industria della moda e soprattutto dalla fast fashion. Quindi riflettere su una possibile sostenibilità in questo ambito è un tema urgente e necessario. Insomma, sono davvero felice di aver avuto questa opportunità che mi ha lasciato esperienza, conoscenza e incontri.

Qual è, a tuo avviso, una possibile soluzione per far fronte a questo annoso problema?
Credo che l’ingrediente più importante sia cambiare le nostre abitudini in meglio, bisogna capire che il consumo miope delle risorse – che non sono infinite! – sta logorando la Terra (e non solo). La chiave, in questo senso, può essere innestare una sensibilizzazione sociale ad hoc: questo è già un primo passaggio verso la soluzione.


WORLD MAP (about sustainable fashion), dettaglio.

Perché con la tua opera hai proposto un parallelismo tra il planisfero e la moda come riflessione di decadenza?
Sul mio lavoro ho riflettuto su questa espressione della sostenibilità attraverso un dato di fatto: il nostro pianeta è arrivato a una forma di logoramento e la mia opera infatti riproduce un planisfero logorato dal “consumo” e quindi dell’estrazione delle risorse. Non dimentichiamoci, inoltre, che noi riceviamo in eredità un mondo già usato: se non ce ne prendiamo cura quello che lasceremo ai posteri rischia di di essere inutilizzabile come un abito vecchio e logoro. L’essere umano sulla Terra passa continuamente il testimone ai suoi eredi.

L’utilizzo del jeans nell’opera cosa rappresenta invece?
Riprende invece il tema del stonewash, ossia dello schiarimento e del logoramento del denim. È un processo che viene fatto con strumenti meccanici e a mano, ma nel lavaggio vengono spesso usate sostanze inquinanti che vanno nelle falde acquifere. Pensa, si comprano jeans coi buchi, con l’effetto usato… Questo è per me uno degli emblemi della stupidità e dell’indifferenza al problema ambientale, vogliamo comprare qualcosa che è già alla fine del suo ciclo di utilizzo vita. Non mancano però le realtà virtuose che realizzano o lavorano con la moda in modo etico: Officina+39 opera in modo sostenibile e innovativo portando una soluzione sul tema, ma sono sempre più le aziende – e il Biellese ne è un esempio – che lavorano in modo responsabile, è grazie al contatto con queste aziende che ho trovato l’ispirazione per realizzare la mia opera.


WORLD MAP (about sustainable fashion), dettaglio.

Ad Arte al Centro hai esposto la tua opera insieme a quelle di altri artisti. È stato d’ispirazione confrontarsi con altri creativi nel contesto della Fondazione Pistoletto e di Biella come luogo d’eccellenza tessile?
Il confronto è stato decisamente produttivo, ma io sono partito con un atteggiamento sospettoso sulla possibilità effettiva di mostrare la sostenibilità nella moda. Molti artisti hanno cercato di sensibilizzare mostrando una sorta di soluzione al problema, io ho avuto invece un atteggiamento probabilmente più cinico, mettendo in luce un aspetto più allarmante della fast fashion.

Come si inserisce la tua opera nel contesto della Biennale a Buenos Aires?
Nella mostra collettiva le curatrici hanno proposto di lavorare su un’interpretazione delle mappe, di nuove geografie. In generale, questa BIENALSUR tratta tematiche potenti e sono rimasto sorpreso nel vedere che ogni lavoro era uno statement. Tutte le opere trattavano tematiche forti legate sia al continente di riferimento sia a temi di attualità politica, sociale, civile e ambientale. Inoltre sono felice che WORLD MAP (about sustainable fashion) sia stata collocata nella sede centrale dello spazio espositivo di fronte all’ingresso. È molto d’impatto: entrando in mostra ci si trova dinnanzi alla mia opera un telo in jeans di 5×3 metri. 


¹Tutti gli artisti in mostra: Regina Silveira (BRA), Adriana Bustos (ARG), Anna Bella Geiger (BRA), Nicolás Robbio (ARG), Horacio Zabala (ARG), Glenda León (CUB), Harun Farocki (DEU-CZE), Élodie Pong (USA-CHE), Agustina Woodgate (ARG), Daniel Canogar (ESP), Fernando Bryce (PER), Andrea Alkalay (ARG), Filippo Berta (ITA), Ursula Biemann (CHE), Paula Castro (ARG), Luis Hernández Mellizo (COL), Erin Johnson (USA), Ryts Monet (ITA-AT), Renata Poljak (HRV), Juan Pablo Renzi (ARG), María Gimeno (ESP) e Sergio Vega (ARG).
Immagine di copertina: WORLD MAP (about sustainable fashion) alla BIENALSUR.