Una questione di PERSPECTIVE

Mercoledì 24 gennaio si è svolta la seconda sessione del workshop basato sulla trinamica alla Scuola Internazionale di Ginevra.
Basata su tre Campus e facente capo alla Fondazione Ecolint, l’istituzione elvetica rappresenta un’eccellenza scolastica internazionale e basa la propria credibilità e fama sulla scelta di insegnanti dalla comprovata validità e formazione interculturale.

La collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ONLUS rientra in un’attività di confronto e parternariato che posiziona il suo focus sulla continua sperimentazione e trasformazione di una scuola che vuole essere di continua proposta per i suoi studenti.
Coadiuvati da Simona Leenders, dall’Associazione Genitori-Insegnanti e dalla professoressa Mylène Silva, Saverio Teruzzi e Roberta Colongo hanno incontrato gli studenti year 9, compresi tra i tredici e i quattordici anni, ponendo l’accento sulla prospettiva e utilizzando, come già fatto nella prima sessione, un’opera di Michelangelo Pistoletto degli anni settanta e il Segno-Simbolo del Terzo Paradiso come catalizzatori didattici.
Dopo l’esercizio di riscaldamento della comparazione di tempi e di idee attraverso il disegno “stressato”, ossia realizzato in circa 60 secondi, si è passati all’analisi dell’opera Autoritratto di stelle, 1973 di Michelangelo Pistoletto.
Quali sensazioni scaturiscono da una platea così diversa per origine (per es. Lituania, Etiopia, Nuova Zelanda, Pakistan, Inghilterra, ecc.), ma così uguale per internazionalità acquisita? Quali condizionamenti, ma anche de-condizionamenti, questi ragazzi affrontano?

L’utilizzo del gioco, dell’emulazione, della partecipazione attiva, diventano banchi di prova per far scaturire il pensiero critico, il ricordo e la prospettiva, appunto.
Utilizzando un telo di plastica in pvc trasparente 3 mm, è Josi la volontaria di cui la compagna traccia il profilo. Quel ritratto e quel corpo diventano il limite nel quale sentirsi pienamente liberi: di contare le stelle, di partecipare della galassia o, come nel nostro caso, di confrontarsi a coppie e vedere e segnare la propria classe e il proprio mondo.
Anche Simona e Mylène si sono prestate al gioco, in un’opera collettiva regalata a una delle grandi finestre della classe, visibile dall’interno e dall’esterno, un micro-cosmo che pone l’uomo, l’individuo e la collettività al centro dell’universo.

La pausa interviene come a fissare il momento, mentre si ricomincia con il ritmo a gestire la ripresa, attraverso un’attività energizzante, coinvolgente, giustamente chiassosa.
Il workshop vuole però essere anche preparazione al main event, il 15 giugno, tra il Campus dell’Ecolint e il Palazzo delle Nazione Unite, dove l’installazione Rebirth attenderà gli studenti della scuola.


Il Terzo Paradiso: cos’è, quali sono le sue rappresentazioni, la Mela reintegrata, l’uno più uno uguale tre; concetti per un arte che supera l’estetica e probabilmente anche l’etica, per posizionarsi in una volontà creativa responsabile e sociale. Il Terzo Paradiso attraverso il disegno di ciò che sarà la performance dove tutti, ma proprio tutti, saranno collegati in un gesto di massima condivisione. Il laboratorio termina dando appuntamento a maggio per la prossima sessione, dove si parlerà del caso e di risposte (domande?) concrete e misurabili.