“Apicoltura per Tutti” quando la solidarietà sociale passa dal miele
Massimo Giorgetti, responsabile del progetto "Apicoltura per Tutti" mette in luce l'iniziativa, nata nel novarese, che rientra tra quelle organizzate dalla cooperativa Terra promessa 2 per avvicinare minori non accompagnati giunti in Italia all’arte mellifera. "L'apicoltura - ha affermato - è sicuramente un attività che non rientra nell'ordinario, ma è un impegno significativo in cui i ragazzi sono coinvolti ad essere responsabili in prima persona”.

A nessuno verrebbe mai in mente che l’apicoltura possa essere annoverata tra gli hobby al pari di uncinetto giardinaggio, origami o altro. Eppure per Massimo Giorgetti, tra i fondatori della cooperativa novarese Terra Promessa 2 non è così. La sua passione per le api, che coltiva sin da giovane e che nel tempo si è progressivamente professionalizzata, lo ha guidato in uno straordinario progetto di sostenibilità sociale: Apicoltura per Tutti per la produzione di miele a km 0 con l’aiuto dei ragazzi della comunità di Cà Nostra.

La cooperativa sociale Terra Promessa 2

La Terra Promessa 2, cooperativa sociale di tipo A¹, senza scopo di lucro, nasce nel 1992 dal desiderio di rispondere, con umanità e professionalità rispettando al contempo la dignità e la storia di ognuno, al bisogno di cura e di riabilitazione di persone tossicodipendenti e malate di AIDS e di accoglienza e sostegno di madri con bambini e di minori in difficoltà.
La cooperativa inoltre mette in atto i seguenti interventi: educazione territoriale con la direzione di una scuola materna, prevenzione al disagio giovanile attraverso la programmazione di centri estivi per minori, di consulenza e formazione attraverso molteplici iniziative. Questa realtà gestisce inoltre una casa d’accoglienza per mamme con bambini in condizioni di fragilità, una comunità educativa per minori, una comunità terapeutica residenziale per tossicodipendenti e l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati.

La comunità Di Cà Nostra 

Cà Nostra è la comunità di riferimento nell’ambito dell’accoglienza comunitaria per minori non accompagnati. La struttura nella provincia di Leinì (TO) accoglie minori, anche stranieri, di un’età compresa tra i 16 e i 18 anni privi di adeguato sostegno socio-familiare e “propone progetti in prima battuta rivolti all’apprendimento della lingua oltre che di qualche nozione che potrebbe poi essere utile ai ragazzi in vista di una professione lavorativa o, al più, per inserirsi all’interno di un contesto lavorativo. L’autonomia personale – ci spiega Massimo Giorgetti – è l’obbiettivo primario dei progetti per far sì che i ragazzi possano raggiungere il più possibile uno stile di vita che faciliti il superamento della condizione di svantaggio e ne favorisca l’integrazione”.

Progetto “Apicoltura per Tutti”


Il miele del progetto “Apicoltura per Tutti” 

Il progetto, attivo già da un paio d’anni e finanziato attraverso la raccolta del 5×1000, è rivolto ai ragazzi accolti a Cà Nostra ed è finalizzato all’apprendimento di competenze di base per l’allevamento dell’ape mellifera e alla produzione di prodotti apistici, oltre che proporre nozioni di nomadismo ed esperienza sul campo.

“In piena pandemia, seguendo quella che è una passione che mi accompagna fin da giovane, abbiamo pensato – racconta – di far partire il progetto Apicoltura per Tutti con un corso in cui, poco alla volta, durante i primi incontri, necessariamente in remoto, ho trasmesso le conoscenze di base per una prima infarinatura; appena è stato possibile invece è iniziata la pratica. I ragazzi si sono appassionati immediatamente e hanno accolto il tutto con curiosità e interesse: ponevano numerose domande ed erano molto attenti. La risposta è stata assolutamente positiva ed io, a mia volta, sono rimasto particolarmente stupito perché pensavo avrei avuto più difficoltà a proporre quest’hobby fuori dall’ordinario. D’altronde come affermava Ferdinand Foch: ‘L’arma più potente della terra è l’animo umano che arde dall’entusiasmo’ e a ai ragazzi di Cà Nostra non manca di certo!”.

Da quest’anno tutta l’iniziativa che prima rientrava nell’hobbistica è diventata ufficialmente una produzione professionistica, seguendo la normativa regionale, con un aumento del numero di alveari (ora se ne contano una ventina) e l’attivazione di un laboratorio di smielatura e invasettamento nei pressi di Novara: questo certamente porterà ad un incremento delle vendite che tuttavia non è l’obbiettivo principale del progetto.

È chiaro che chi si occupa di apicultura ha un’attenzione ai temi ambientali e di sostenibilità, viene naturale. Sicuramente questo tipo di attività punta a sensibilizzare i ragazzi su questo argomento e su queste problematiche, ma l’obbiettivo principale non è quello di insegnare un mestiere in primis, ma quello di proporre una esperienza e una attività educativa. L’apicultura a questo si presta perfettamente poiché è stimolante e allo stesso tempo necessita di attenzione e di una presa reale di consapevolezza nei confronti delle api e del loro ciclo vitale. Bisogna fare attenzione e rimanere concentrati altrimenti si rischia di sbagliare. È un impegno significativo in cui i ragazzi sono coinvolti ad essere responsabili in prima persona”.

Tecnicismi da apicoltore


Massimo Giorgetti, al centro, insieme ai ragazzi di Cà Nostra durante la raccolta dei melari

I ragazzi, protetti dalle tute, si occupano della raccolta del miele attraverso il prelievo dei melari e partecipano in prima persona ai momenti di nomadismo mentre della parte di smielatura ed invasettamento, per una questione di certificati e norme igienico-sanitarie, se ne occupa Massimo con altri operatori.
Il nomadismo, in apicoltura, è quella pratica che consiste nello spostare gli alveari in funzione delle fioriture da un territorio all’altro ricercando zone sempre ottimali per l’insediamento delle api. Un apicoltore nomade sceglie il posto in cui trasferire le arnie in funzione della presenza di piante nettarifere in determinati territori (l’acacia in pianura ad esempio oppure castagno e tiglio in collina). “Questo momento in gergo è definito anche ‘correre dietro le fioriture’. La scelta degli apicoltori di spostarsi insieme alle api crea e consolida un meccanismo di simbiosi con gli sciami; noi lo facciamo in funzione della stagione e della varietà di miele che vogliamo ottenere. Solitamente partiamo con lo spostare le arnie da Novara a Leinì. Poi ci dirigiamo verso Castagneto Po’ fino ad arrivare in Valsesia”, ci rivela Giorgetti.
L’apicoltura nomade non è infatti un tipo di apicoltura semplice: richiede particolare attenzione al tempismo, alle stagionalità e alla conoscenza approfondita del territorio, ma tutto questo consente alle api di vivere sempre in un ambiente stimolante e ricco di fiori e vegetazione variegati, situazione che da un lato agevola il loro sviluppo e permette agli apicoltori di ottenere miele di alta qualità.

E un aneddoto?

Un episodio che mi ricordo molto bene è stato un viaggio di notte in macchina con i ragazzi per portare le arnie in alta Valsesia. Quando si fa nomadismo le api vanno trasportate al calare del buio quando sono tutte rientrate all’alveare. Una volta chiuse bene le arnie si parte! Appena arrivati in Valsesia ha cominciato a diluviare. Eravamo fradici, cassette di api comprese, ma dovevamo sbrigarci. Vista la pioggia e il conseguente fango sapevamo che non saremmo riusciti a muoverci agilmente con la macchina sulla salita che portava al pianoro; dovevamo quindi trovare al più presto una soluzione alternativa. Abbiamo così svegliato nel cuore della notte un signore della zona che sapevamo fosse il proprietario di un tiro di fune della teleferica poiché ci saremmo serviti di quella per portare su le arnie. Con la concentrazione di tutti, nonostante l’agitazione e la grande stanchezza, le api sono giunte a destinazione e noi ce l’abbiamo fatta anche quella volta a correre dietro un’altra fioritura”.


¹ Le cooperative sociali generalmente si dividono in cooperative di tipo A e di tipo B, esse sono disciplinate dalla legge n.381 dell’8 novembre 1991, la quale, ha stabilito questa suddivisione. Quelle di tipo A sono cooperative sociali che offrono servizi di tipo socio-sanitario ed educativo mentre le cooperative di tipo B sono quelle che hanno come finalità sociale il reinserimento all’interno di un contesto lavorativo di soggetti svantaggiati.
Crediti fotografici: Massimo GiorgettiMatteo Giorgetti – La Terra Promessa 2