Il nutrimento incontra le relazioni e la sostenibilità: Cittadellarte propone, per mercoledì prossimo, un incontro intitolato Come creare Comunità di Supporto all’Agricoltura, realtà che si pongono come modello di organizzazione agricola solidale teso all’autoproduzione di cibo sano e naturale nei contesti locali di riferimento. L’incontro, strutturato in forma di Tik Talk, porterà i relatori ad approfondire il tema declinandolo in modo differente attraverso testimonianze e analisi di esempi concreti. L’evento, organizzato da Biella Città Arcipelago e Accademia Verde di Let Eat Bi in collaborazione con Foodopia, si terrà proprio negli spazi della mostra-laboratorio di Biella Città Arcipelago della Fondazione Pistoletto, ubicata in via Serralunga 27 a Biella. È prevista, per l’occasione, la partecipazione dei seguenti ospiti, i cui interventi saranno introdotti da Armona Pistoletto, presidente di Let Eat Bi, e moderati da Luca Deias, direttore del Journal: Federico Chierico (Progetto Foodopia), Roberto Costella (Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta), Lorenzo Barra (Azienda CRESCO e testimonial del modello CSA Val Varaita), Mauro Ronzani (GASB), Davide Biolghini (co-presidente di Co-energia), Nazarena Lanza (Slow Food Travel Montagne Biellesi), Pietro Liotta (Coordinatore CSA CioCheMangio Chieri) e Alberto Guggino (ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso di Chieri).
La rilevanza sociale delle CSA
“È necessario – ha affermato Federico Chierico – far conoscere e diffondere questo modello di rapporto fra produttori ed aziende agricole. Penso che le CSA rappresentino uno dei nodi della nascente società civile globale che ha come obiettivo rifondare sulla relazione il rapporto fra membri della comunità, territorio e produttori di cibo. È un sistema che sostanzialmente può vedere protagonista un’azienda o una cooperativa agricola e la sua comunità di riferimento”. Il rapporto si fonda su un bilancio preventivo ed un piano colturale condiviso con chi decide di partecipare all’iniziativa. Come illustrato da Federico, in base al bilancio i partecipanti pagano una quota stagionale anticipata per finanziare gli investimenti e il compenso degli agricoltori per farsi recapitare a casa, in cascina o in luoghi strategici di ritiro, una cassetta di verdura di stagione senza possibilità di scelta al dettaglio dal peso concordato (sono solitamente previste diverse fasce di peso a seconda della grandezza del nucleo familiare). In generale, però, ci si può avvalere di una comunità di supporto all’agricoltura anche solo per l’acquisto di una singola verdura a cadenza libera, non necessariamente di una cassetta. “Una CSA di un’azienda rodata con possibilità di colture protette in serra – ha sottolineato Chierico – può arrivare a consegnare anche 40/45 cassette all’anno. Il pagamento anticipato e la progettazione condivisa rappresentano una grande occasione di responsabilizzazione e consapevolezza del rapporto con il cibo: per l’azienda produttrice la responsabilità di consegnare prodotti di qualità già riconosciuti economicamente, buoni e di qualità; per chi riceve la cassetta la responsabilità di prenderla e valorizzarla al massimo in quanto già pagata”. Questo richiede, oltre alla disponibilità a cucinare, anche la volontà di approfondire tecniche di conservazione casalinga; insomma, un sistema che rimette al centro la relazione umana come regolatore dei rapporti e rimette l’economia al ruolo di strumento.
Oltre il concetto di consumatore e il modello CRESCO
“Chi aderisce ad una CSA – ha spiegato Chierico – non è più un consumatore, ma partecipa attivamente al processo di produzione del proprio cibo, del mantenimento e della fruizione del paesaggio agrario”. Da queste parole si evincono parallelismi con la vision di Carlo Petrini, che, nell’ottica di un’identificazione più responsabilizzante della figura di consumatore, la assurge a co-produttore. Un cambio di paradigma non più utopico, come testimonia il seguito che le comunità in questione stanno avendo: “Per la loro portata innovativa – ha specificato – questo modello sta piano piano facendosi strada anche in Italia. In Piemonte cito ad esempio una piccola, ma illuminata, azienda della Bassa Val Varaita”. Il riferimento è a CRESCO, nella figura di Lorenzo Barra, che sarà uno dei relatori dell’incontro. “Ci piacerebbe portare – ha aggiunto Chierico – questo modello anche a Biella”. L’incontro di mercoledì, infatti, mira a mettere in luce esempi virtuosi delle CSA che spostano il rapporto tra produttori e comunità, dando rilevanza non al mero aspetto economico, ma a quello relazionale. “Per promuovere un nuovo modello di mondo sostenibile – ha sostenuto Chierico – è possibile partire dal cibo”.
Il commento di Armona Pistoletto e Alberto Guggino
“Sono molto contenta – ha affermato la presidente di Let Eat Bi – di rendere reale questo appuntamento per far conoscere le realtà virtuose che hanno già strutturato delle Comunità di Sostegno all’Agricoltura in altri luoghi non molto lontani da Biella, così da poter prendere esempi positivi per uno sviluppo sostenibile di prossimità del territorio. Sono inoltre felice di poter annoverare tra i relatori anche Alberto Guggino, nelle doppie vesti di ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso di Chieri oltre a figura impegnata profondamente nel settore delle CSA. Lui potrà essere d’esempio per tutti noi”. Alle sue parole hanno fatto eco quello dello stesso Alberto Guggino: “La nostra realtà – ha dichiarato l’ambasciatore – vuole essere un seme per permettere ad altre esperienze di germogliare e siamo a disposizione per aiutare chiunque desideri approcciarsi a questo mondo. Le CSA rispondono all’esigenza di un cambiamento responsabile per l’ambiente e per le generazioni future, boicottando le leggi del mercato ‘del più forte’ che non tutelano il suolo e i contadini. Come? Non utilizzando mezzi chimici per coltivazioni intensive, ma lavorando solo in maniera naturale e nelle quantità opportune, senza sprechi e sfruttamenti, garantendo così anche un prezzo equo per famiglie e contadini”.