“Il futuro del Biellese nelle nostre mani”: l’importanza della voce dei giovani per l’avvenire del territorio
Sabato 25 febbraio, l’Auditorium di Città Studi Biella ha ospitato l’incontro “Il futuro del Biellese nelle nostre mani”, in occasione della presentazione del report 2022 “Il Biellese che non ti aspetti”. A intervenire non sono solo stati numerosi relatori che hanno dato voce a differenti aree di interesse per la valorizzazione e lo sviluppo del territorio, ma anche giovani biellesi, portavoce dei desideri, delle aspettative e delle criticità delle nuove generazioni.

Eco di Biella ha organizzato un incontro intergenerazionale all’insegna dello scambio di idee, progetti, aspirazioni che si condividono per il futuro del Biellese: sabato, a Città Studi, moderati dal redattore economia di Eco di Biella Giovanni Orso – organizzatore del convegno con il sales manager e coordinatore editoriale Michele Porta  istituzioni, giovani ed esponenti di realtà diverse, dall’architettura all’ingegneria, dall’arte alla didattica fino all’economia, hanno trascorso la mattinata insieme, dialogando e cercando possibili soluzioni per risolvere le problematiche del territorio, ma anche per dare valore alle sue peculiarità.

In apertura, le parole del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che si definisce “indigeno del territorio” viste le sue origini biellesi: “Siamo nel momento di transizione, economica, demografica, sostenibile. Il nostro territorio saprà darsi un’altra opportunità, come è stata colta il secolo scorso dai più illuminati che hanno avuto la capacità di sviluppare il percorso manifatturiero che ha caratterizzato il Novecento?”. La storia è un elemento di riflessione, perciò, precisa il Ministro: “Considerando il percorso storico, bisogna intervenire per valorizzare da un lato l’imprenditorialità del territorio e dall’altro le bellezze naturali – sottolinea Fratin –, medaglie di questo territorio”. La nascita di una società diversa, che possa creare nuove opportunità, è necessaria in questo periodo: “Non dobbiamo spaventarci se i giovani vanno a lavorare all’estero – precisa il Ministro –, ma bisogna avere altrettanti giovani che rimangono nel nostro territorio”.


Gilberto Pichetto Fratin

Il Biellese è un territorio straordinario”: esordisce così Franco Ferraris, presidente della Fondazione CRB, che nel suo intervento elenca le bellezze del territorio, dalle montagne, all’enogastronomia, dal tessile d’eccellenza all’acqua, dal nuovo ospedale che si specializza come clinica universitaria alla cultura, base dell’appellativo Biella Città Creativa UNESCO. Ferraris elogia la resilienza dei biellesi di fronte alle calamità, ricordando l’alluvione di ottobre 2020, dopo la quale “abbiamo reagito, abbiamo ricostruito e ci siamo reinventati”.
Non è vero che non c’è nulla da fare a Biella: le pagine dei giornali sono ricche di appuntamenti in programma – continua Ferraris –, ma si può e si deve fare meglio, sicuramente”. In questo frangente ricorda quanto sia fondamentale un migliore collegamento ferroviario e l’implemento delle infrastrutture nel territorio. È stato tuttavia lanciato un forte invito, rivolto al pubblico ma, soprattutto, ai giovani biellesi: “Rimanete innamorati del vostro territorio: come una squadra lo manterremo un grande posto in cui vivere. Se sappiamo lavorare bene e uniti lo renderemo sempre più un luogo d’eccellenza”. La Fondazione CRB ha a cuore i giovani e vorrebbe favorire la loro partecipazione attiva alle attività decisionali: “Chi sono i nostri giovani? Cosa immaginano per il loro futuro? Credo si debba partire da qui, dai loro bisogni e dalle loro aspettative”, conclude Ferraris.


Franco Ferraris

La presentazione del rapporto “Il Biellese che non ti aspetti”, curata da Marziano Magliola, mette in luce “numeri che fotografano il territorio in maniera controversa, con zone d’ombra ed eccellenze”. Nonostante la presenza di realtà all’avanguardia nel territorio, come la stampa locale o gli esempi fruttuosi di collaborazioni in ambito culturale, nell’intervento lo spazio è dedicato alle criticità: è necessario affrontare la denatalità che colpisce il territorio e le conseguenti problematiche che colpiscono i più anziani, ma è anche importante affrontare quelle dei giovani, guardando a un futuro con meno precariato e più occupazione. Relativamente al turismo, si dimostra fondamentale un’azione sinergica tra i soggetti che operano nel territorio per promuovere l’attività nel Biellese. A tal proposito è nuovamente ricordata la difficoltà nel raggiungimento di Milano, che porterebbe a un maggior flusso turistico, accanto all’impoverimento del centro storico. Nonostante non vi siano sempre note di ottimismo, però, secondo Magliola “le criticità sono uno stimolo per formulare nuove proposte”.


Marziano Magliola

A questo proposito Ermanno Rondi, ingegnere e professore emerito di Organizzazione Aziendale Università L. Bocconi di Milano, sostiene che “se non siamo ambiziosi non raggiungeremo l’obiettivo”. Tramite delle slide informative, Rondi definisce quattro macro-trend: cambiamento climatico, globalizzazione (che implica una riconfigurazione delle catene di fornitura), nuovi modelli organizzativi, mercato. “Ho fatto tre proposte – continua l’ingegnere – per affrontare il cambiamento: green and smart manufacturing (manifattura circolare), hospitality (turismo ed eventi), open space market (valorizzazione dei prodotti locali)”. L’economia circolare è dunque l’orizzonte a cui, con impegno, è necessario mirare. Riguardo al tessile, per un’evoluzione bisogna partire dal modello dell’ITS Istituto Tecnologico Superiore Academy, un percorso pragmatico già presente a Biella con l’ITS TAM – Tessile, Abbigliamento, Moda. L’ITS, secondo il relatore, non dovrebbe coinvolgere solo il settore del tessile, ma anche le altre aziende del territorio, tramite ITS di riferimento per i vari ambiti. Alcune delle soluzioni proposte da Rondi sono la valorizzazione degli elementi attrattivi di Biella, come il basso inquinamento e la natura, oppure i nuclei storico-culturali (in merito, cita Cittadellarte – Fondazione Pistoletto); non solo, viene anche suggerito di sfruttare le aree dismesse in città (come l’ex Standa o l’ex Upim) per la creazione di outlet, anche di tipo temporary, delle diverse aziende.

La cultura e il talento sono alla base dell’intervento dell’economista Severino Salvemini, che apre il suo contributo con una domanda: “Il rilancio passa attraverso le nuove persone o la nuova industrializzazione? Secondo me passa attraverso le persone, giovani e senior”. I talenti, in particolare, portano a ricchezza, a differenti competenze, aprono business e portano nuove tecnologie. Il talento, però, “arriva se il territorio è tollerante verso la diversità – rimarca Salvemini –. Il Biellese è esclusivo, verticale e settoriale. Dovremmo invece scegliere il paradigma della congiunzione ‘e’ invece di optare per la ‘o’ più divisiva: così, uniremmo con tolleranza”. Nel mondo del mercato culturale, specifica l’economista, dev’essere l’offerta ad attrarre nuovi talenti: tra le proposte avanzate da Salvemini figurano presentazioni di libri con autori, masterclass su arte e cinema e occasioni gastronomiche.

L’architetto Francesca Chiorino illustra il Premio Federico Maggia, concorso nazionale di architettura a cadenza biennale, promosso da Fondazione Sella, dall’Ordine degli Architetti, dai Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Biella e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Biella. “Attraverso operazioni di risignificazione dei luoghi si cerca il potenziale di determinate parti del territorio”, illustra l’architetto. Dopo la proiezione di un video che raccoglie le testimonianze dei giovani architetti e i progetti da loro sviluppati, Chiorino sottolinea: “I giovani architetti progettisti sono rimasti segnati dal connubio di industria e natura: il territorio è stato da loro trovato generativo, capace di nascondere un potenziale su cui è interessante lavorare”.
Talento e meritocrazia sono di nuovo due parole chiave: “Vanno premiati i giovani, a cui va lasciata la possibilità di decidere, scommettendo su di loro”. L’edizione 2024 del Premio Federico Maggia lavorerà su temi di socialità e aggregazione: “Un piccolo tassello di un progetto che deve essere molto più grande”, conclude l’architetto.

Andrea Rolando, docente del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, invita a non vedere il Biellese chiuso nei propri confini amministrativi: il territorio, se considerato in una prospettiva globale, è storicamente centrale. Per questo, anche secondo Rolando, è fondamentale lavorare sulla qualità delle connessioni e delle infrastrutture. “È necessario inoltre – precisa il professore – passare da un’ottica di produzione di oggetti a un’ottica di produzione di paesaggio: sappiamo restaurare case o fabbriche, ma non siamo in grado di restaurare un paesaggio come quello del Biellese; questo è un aspetto che manca”. L’idea di restauro del paesaggio “non deve essere legata alla museificazione dell’esistente: per arrivare a un livello maggiore, bisogna fare upcycle, non recycle”. Un esempio virtuoso di upcycle è la High Line di New York, parco lineare realizzato su una sezione di ferrovia in disuso. Ma come attivare tali progetti? “Tramite un piano strategico fatto dalla comunità – specifica Rolando –: è una scommessa che si può attivare grazie alla sinergia tra fondazioni, politica, UNESCO e altre realtà”.

Essere progettisti significa pensare di poter migliorare le cose”: inizia così l’intervento di Luisa Bocchietto, architetto e designer, che invita a ricordare che cambiare è difficile, ma che bisogna essere pazienti. “L’innovazione si fa per piccoli passi, incentivi, migliorie: per alcuni progetti è necessario avere pazienza. Se non immagini le cose già cambiate, non le cambierai mai”. Sono molti gli spunti di riflessione proposti dall’architetto nelle slide proiettate durante il convegno: visione, creatività, identità, legacy, coesione, innovazione, volontà e investimento. Dal coraggio di inseguire un’idea ambiziosa nasce un progetto che può generare un’economia che valorizza l’immagine peculiare del territorio: “Noi biellesi, che siamo abituati a pensare industrialmente, dobbiamo usare la stessa energia per creare cose immateriali”. La forte identità del territorio, secondo Bocchietto, deve essere un fattore di sviluppo, che possa favorire il paesaggio, il turismo, i giovani: il coinvolgimento deve essere collettivo per avere una ricaduta generale; perciò, l’impegno non deve arrivare unicamente dai cittadini, ma anche dalla politica. “Sono stufa di sentirmi dire ‘non si può fare perché costa troppo’ – rimarca Bocchietto –: certe cose bisogna volerle, inseguirle e investire su di esse”.

Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, nel suo intervento si concentra sul concetto di rigeneratività: “A Biella, e nel mondo intero, occorre guardare al passato, in cui si trova molto da investire e molto da cambiare – esordisce Naldini –. Bisogna quindi prendersi cura dell’esistente con la capacità di guardare lontano e pensare in maniera diversa”. La rigenerazione urbana e territoriale è una tematica che accompagna da oltre 25 anni Cittadellarte, a partire dalla riqualificazione degli spazi dell’ex Lanificio Trombetta negli anni Novanta, avvenuta grazie a nuove tecnologie sostenibili e alla bioedilizia. L’arte accompagna così la cura del territorio, grazie anche ai progetti di Let Eat Bi che spaziano dalla permacultura agli orti urbani, dal biochar a “Terre abbanDonate”. “Ma non è solo rigenerazione urbana o territoriale – precisa il direttore –, è anche rigenerazione industriale”, riferendosi all’operato di Cittadellarte Fashion B.E.S.T., che collabora con grandi marchi del territorio che hanno a cuore la sostenibilità e la circolarità nell’ambito della moda e del tessile. “L’obiettivo di Cittadellarte è la rigenerazione di tutti i campi del vivere”: Paolo Naldini riassume così il grande universo racchiuso nella Fondazione Pistoletto.
Il Terzo Paradiso non solo unisce i cittadini del territorio biellese, ma è ispirazione per iniziative in tutto il mondo, grazie all’impegno degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso; inoltre, il simbolo trinamico ha raggiunto anche lo spazio, diventando il logo della Missione Vita e raggiungendo la Stazione Spaziale Internazionale. Paolo Naldini ricorda inoltre la GDA – Giornata dell’arte, “evento che i giovani hanno organizzato, assistiti da noi, per molti anni”, definendola una “giornata di rigenerazione”.


L’intervento di Paolo Naldini

Paolo Zegna, presidente della Fondazione BIellezza, si annovera tra coloro che sono ottimisti e concentra il suo intervento nel settore del turismo. “Nel turismo bisogna credere, ma nel nostro territorio c’è ancora troppo scetticismo nei confronti di ciò che il turismo potrebbe portare”, sottolinea Zegna, e specifica che “dobbiamo diventare ambasciatori del territorio, non servitori del turismo”. È importante comprendere con umiltà come è possibile per il Biellese distinguersi e valorizzare le proprie caratteristiche, investire per avere un numero sufficiente di posti letto di qualità che riesca ad attirare flussi esteri meno legati al fine settimana o alla stagionalità, in modo da permettere ai lavoratori del settore di essere attivi lungo l’intera settimana. Il presidente rimarca quanto sia necessario coinvolgere i giovani: “Non possiamo escludere le nuove generazioni. È con loro che dobbiamo costruire il futuro”. Ricorda poi l’esperienza dell’Hackathon BI FUTURE!, di cui è portavoce Mattia Agnolin, partecipante dell’iniziativa di BIellezza in cui 20 ragazzi degli istituti superiori del Biellese, divisi in squadre, avevano l’obiettivo di mettere in luce le eccellenze e le bellezze del territorio ad altri giovani, attraverso la promozione via social e l’organizzazione di un evento per loro attrattivo. “Noi amiamo l’autenticità del Biellese – afferma Agnolin –, lo amiamo quando è se stesso e non quando si vuole omologare; vogliamo riscoprire il lato autentico di Biella”.

Anche Alessandro Ciccioni, vicepresidente della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, si concentra sulla strategicità del territorio biellese e sulle caratteristiche naturali che lo rendono un “concentrato del Piemonte: dal punto di vista geologico e morfologico, – precisa Ciccioni – tutto ciò che si può trovare in Piemonte lo si trova concentrato in misura minore nel Biellese; questo è un grande atout per la città”. Tuttavia, è necessario gestire e valorizzare la parte sud, da molti considerata un mero “cuscinetto”: “Questa zona, chiamata ‘delle baragge’, è l’unica che oggi è raggiungibile in un’ora da Milano e Torino, vista la fruibile viabilità, e ospita inoltre numerosi borghi”. Per rivalutare questa porzione di territorio, due anni fa la Camera di Commercio ha stimolato la costituzione dell’associazione “Antichi Borghi di Baraggia”, che abbraccia anche comuni vercellesi, per unire un territorio altrimenti escluso dai flussi di investimento pubblici.

È la voce dei giovani a ricevere ascolto nell’ultima parte del convegno. Matteo Zoccolo, del gruppo “Niente da fare Biella”, racconta che il movimento, creato a luglio 2022, ha vissuto gli spazi pubblici del biellese, rendendosi però conto del fatto che non esista tuttora uno spazio al chiuso dedicato alle attività dei giovani. “Perché esistono tanti spazi inutilizzati?”, domanda Zoccolo, per poi condividere parte delle oltre 260 risposte a un sondaggio lanciato sulla piattaforma Instagram dove i giovani hanno potuto raccontare come immaginano questo spazio a loro dedicato: open space libero, senza pregiudizi, non politico, non orientato, un luogo sicuro dove essere se stessi. Perché tutto questo diventi realtà “è necessario lavorare assieme ai giovani, non per i giovani”, conclude il rappresentante di Niente da fare Biella.
Luca Deias, portavoce del gruppo di lavoro del progetto Manifesto Biella 2030 di Fondazione CRB, ricorda l’occasione come motivo di unione di numerosi under 30 facenti parte di ambiti diversi tra loro: nella primavera del 2022, ispirati ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, sono partiti dai punti di forza e di debolezza del Biellese, fino al raggiungimento di proposte su dieci tematiche chiave, importanti per la ripartenza del territorio (come trasporti, cultura o alimentazione): “Non ci siamo lamentati, siamo passati alla proposta”, dichiara Deias. “Ogni persona seduta in questo auditorium tiene al biellese, e questo è un grande segnale”, afferma, e domanda chi tra i partecipanti al convegno conoscesse il Manifesto Biella 2030. Poche mani si alzano: è fondamentale, dunque, dare luce al manifesto. I relatori accolgono gli inviti dei giovani ed esprimono il loro sostegno e la loro solidarietà: “Rompete le scatole, pretendete vi ascoltino, non rassegnatevi. Bussate a tutte le porte”, le parole di Bocchietto, a cui hanno fatto eco quelle di Zegna: “Bussate – conclude – a ogni porta, ma entrate con noi”.


Matteo Zoccolo

Luca Deias

Il video integrale del convegno è visionabile al seguente link.