Un viaggio alla scoperta della moda sostenibile di Cittadellarte: su Made in Biella, rivista semestrale dell’Industria Tessile Italiana editata da A.M.P. S.a.s., è stata data voce alle best practice e alla ricerca della Fondazione Pistoletto sul fronte sustainable fashion. Attraverso tre interviste a Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, Olga Pirazzi, responsabile Ufficio Moda di Cittadellarte, e Michele Cerruti But, coordinatore accademico di Accademia Unidee, sono state messe in luce ricerca innovativa di Cittadellarte con il progetto Fashion B.E.S.T. e le peculiarità del corso triennale di alta formazione artistica in Fashion Design Sostenibile di Accademia Unidee. Ecco il terzo e ultimo episodio: parola a Michele Cerruti But.
Mettiamo in luce uno dei corsi triennali di alta formazione artistica di Accademia Unidee, evidenziando le peculiarità della scuola di progettazione artistica per l’impresa con Indirizzo Fashion Design sostenibile. Quali sono le prospettive professionali di uno studente che sceglie questo corso?
Questo corso triennale è unico in Europa perché normalmente nei trienni di fashion design la sostenibilità arriva alla fine, come una decorazione da aggiungere a un progetto già dato. In questo caso la sostenibilità è invece al centro del percorso fin dal primo anno. Insieme a questo aspetto, ci piace dire che l’arte e la bellezza siano il suo cuore pulsante, mentre il territorio e le sue aziende la sua materia vivente. È proprio questa unicità a costituire anche la chiave per le prospettive professionali: ad oggi, il ruolo della sostenibilità nell’intera filiera della moda e del tessile non è solo un’urgenza o un ideale, ma una concreta opportunità di trasformazione delle imprese, di rigenerazione della società, di ripensamento economico e finanziario. Chi esce da questo corso, proprio per le specificità che offre, potrà non solo mettersi in relazione con l’amplissima rete di istituzioni, aziende e organizzazioni che Cittadellarte ha nel tempo costruito, ma avrà una formazione complessa, articolata, in grado di fare della sostenibilità un’opportunità di prosperità, come designer, responsabile della comunicazione, di produzione, vendita, etc.
Il programma didattico si concentra su tutti i processi moda di ideazione, produzione, comunicazione e consumo. Illustri nel dettaglio com’è strutturato il corso?
Il corso è diretto da Rossella Ravagli, già responsabile della sostenibilità per Gucci. È con lei che attraverso un lavoro collettivo abbiamo costruito questo piano di studi, caratterizzato da tre grandi pilastri: la sostenibilità, la produzione, l’arte. La sostenibilità, appunto: in questo corso la si considera secondo aspetti molto ampi, sia occupandosi del livello ambientale, e dunque soprattutto chimico e del materiale, sia di quello sociale, indagando impatto e creazione di valore. Ma trattandola poi anche dal punto di vista della misurazione, della certificazione e soprattutto della tracciabilità. La produzione: in tutti e tre gli anni del corso il legame con il territorio e con il ‘fare’ della moda è centrale; corsi, esperienze, viaggi, esplorazioni e scambi, tirocini sono al cuore dell’esperienza formativa. Infine l’arte: a differenza della maggioranza dei corsi in fashion design, in questo si respira quotidianamente l’arte. Quella che si pratica in fondazione, ovvero quell’arte che si impegna nella società, che immagina che si possa vivere in modo diverso, e prova a realizzarlo.
L’Accademia è un luogo dedicato allo studio, alla ricerca e alla condivisione dove si coltivano libertà e responsabilità nei confronti di se stessi, dell’altro, della società e del pianeta. Come Accademia Unidee può costruire un futuro sostenibile ispirandosi al Terzo Paradiso includendo in questo processo rigenerativo la moda?
L’Accademia è una scuola di futuro che tuttavia lavora sul presente: i suoi studenti, i suoi docenti, i suoi ricercatori sono donne e uomini che quotidianamente mettono nella loro vita ed esperienza professionale passione e capacità creative per attivare un cambiamento. Questo è quel che fa l’Accademia Unidee, prima di tutto, rispetto a un cambiamento che si vuole radicale e globale: catalizzare le forze di innovazione e trasformazione attraverso l’apprendimento collettivo di competenze, saperi, ricerche. Dal punto di vista locale, invece, l’Accademia fa un lavoro ancora più rilevante nel fare di Biella il caso pilota di un “altrimenti potenziale”: modi di pensare l’interazione tra studenti e comunità locale, modi di abitare, modi di lavorare in rete, modi di progettare insieme il presente e il futuro. In ultimo, l’Accademia lavora sul tempo: il grande nodo della questione della sostenibilità rispetto alla moda è il tempo, la durata. Dei processi di produzione, ma anche della vita dei capi. In questo l’Accademia funziona come una fucina di pensiero. Per attivare un cambio di paradigma fondato sulla concretezza del fare la moda e il tessile di domani.