“Dialogue Towards a Manifesto”, a Cittadellarte una residenza per artiste madri con figlie e figli
The Glorious Mothers, un collettivo composto da artiste accomunate dall'essere madri di figli/e in età scolare o prescolare, sta svolgendo (dal 22 al 26 luglio) una residenza negli spazi della Fondazione Pistoletto avvalendosi di UNIDEE Residency Programs e dell'Ufficio Ambienti d'Apprendimento di Cittadellarte. “In Fondazione Pistoletto - hanno affermato Vera Maglioni e Sara Basta del collettivo - abbiamo trovato ispirazioni e un equilibrio tra tempi e spazi per noi artiste e per i nostri bambini”.

Grazie all’invito di UNIDEE Residency Programs di Fondazione Pistoletto Cittadellarte Onlus il collettivo The Glorious Mothers quest’anno porta il loro format di residenza per artiste madri con figlie e figli all’attenzione di un contesto riconosciuto dell’arte italiana: Cittadellarte”. È stata annunciata così, nell’apposita nota stampa, la nuova residenza unica sul territorio nazionale, pensata per sopperire alla mancanza di supporto al lavoro dei genitori artisti. Un’iniziativa che vede protagonisti 14 figlie e figli e le madri, includendo i giovani in una serie di attività curate dall’Ufficio Ambienti di Apprendimento della realtà artistica biellese, “collaborando in questo modo – così gli organizzatori – alla creazione di uno spazio che sia al contempo di lavoro e di cura, in cui poter dedicare tempo alla ricerca e che contemporaneamente risponda alle esigenze di figlie e figli”. Sullo sfondo dell’iniziativa – iniziata lunedì 22 e in conclusione venerdì 26 luglio – figura il progetto Dialogue Towards a Manifesto, che rappresenta uno spazio di azione in divenire per esprimere, promuovere e registrare idee a partire da un processo di ricerca collettivo con cui affrontare tematiche legate alla genitorialità, al lavoro di cura e ai corpi, al desiderio e al piacere, attraverso forme multimediali e partecipate.



The Glorius Mothers
The Glorious Mothers è un collettivo composto da artiste residenti in Italia accomunate dall’essere madri di figli/e in età scolare o prescolare. Il gruppo attualmente è composto da Sara Basta (Roma, 1979), Cristina Cusani (Napoli, 1984), Dafne Salis (Roma, 1984), Mariana Ferratto (Roma, 1979) il duo Grossi Maglioni (Francesca Grossi e Vera Maglioni, Roma 1982), Caterina Pecchioli (Firenze, 1978) Lorena Peris (Fiesole, 1981) e Miriam Secco (Tradate, 1981).
Il collettivo è nato nel 2020 durante il primo lockdown grazie alla lettera aperta Siamo noi le vere mostre!, Appello a sostegno delle madri artiste. Successivamente alla pubblicazione della lettera, nel 2020 The Glorious Mothers è stato invitato a partecipare al Forum dell’arte contemporanea italiana per il tavolo Il lavoro nell’arte, se la normalità era il problema, coordinato da Francesca Guerisoli e AWI, dedicato al riconoscimento professionale di operatori dell’arte. Dal 2022 il collettivo organizza annualmente una residenza per artiste con figli/e come momento di incontro e di ricerca, in cui ai momenti di lavoro del collettivo si affiancano attività rivolte ai bambini/e.



Le tematiche chiave del collettivo
Il collettivo The Glorious Mothers affronta la questione della maternità e della genitorialità nell’ambito delle arti visive. Attraverso un lavoro politico, linguistico e artistico il gruppo vuole dare voce alle istanze delle madri artiste e di coloro che si riconoscono come primari responsabili della cura di figlie e figli, portando il tema della genitorialità all’attenzione delle istituzioni dell’arte. Attraverso una ricerca teorica e pratica, The Glorious Mothers lavora alla decostruzione di un immaginario della maternità stereotipato e legato all’istituzione familiare etero-normata, provando a rendere visibili i molteplici modi di essere genitori, attraverso workshop e talks e con l’organizzazione della prima residenza italiana per artiste madri. Quest’anno la residenza vede anche la partecipazione dell’artista Giulia Iacolutti, della curatrice Lydia Pribisova e della storica dell’arte ed educatrice museale Margherita Perugini, con il supporto in cucina del collettivo transfemminista Le Parole Fucsia di Biella.


Le voci delle partecipanti
Ai nostri microfoni sono intervenute due delle protagoniste del collettivo, nell’ottica di offrire il loro punto di vista sull’esperienza biellese. “Cittadellarte rappresenta un upgrade enorme – ha esordito Vera Maglioniper noi: qui abbiamo la possibilità di sperimentare in uno spazio già connotato dall’arte, con una mission vicina alla nostra. Rispetto alle altre edizioni della residenza che erano in contesti cittadini o domestici, in Fondazione Pistoletto abbiamo potuto dialogare con l’Ufficio Ambienti d’Apprendimento e con il centro estivo montessoriano di Muzzano; i nostri giovani sono infatti divisi in due gruppi, ossia a Biella i partecipanti da 6 ai 10 anni e nel paese della Valle Elvo quelli dai 3 ai 6 anni”. Maglioni si focalizza sulla connessione armoniosa degli spazi e dei tempi della residenza tra madri e bambine e bambini: “È fondamentale che persino figlie e figli siano a loro volta protagonisti della residenza, con attività artistico-formative ad hoc; questo consente anche a noi di essere concentrate sul nostro operato”. Non a caso, il tema chiave della residenza è quello del tempo del lavoro e della cura: “Siamo abituate a essere iper-performative e a occuparci di più attività contemporaneamente. Tutte le residenze, se invitano un artista genitore, dovrebbero pensare che oltre al tempo per il lavoro artistico ce n’è uno da impiegare per figlie e figli. Questa mistificazione viene dal fatto che il lavoro artistico e quello di cura rappresentano un tempo improduttivo, che non produce materialmente un profitto”. Su questa scia è concorde Sara Basta“Cittadellarte è un contesto innovativo che offre spazi adeguati per vivere e lavorare insieme, anche per 8 ore consecutive. Per la prima volta stiamo realizzando lavori durante una residenza e stiamo cercando di produrre le immagini che comporranno i nostri manifesti dedicati al tema chiave della settimana. Insomma, noi madri – ma anche figlie e figli – abbiamo tutto ciò che serve per il nostro benessere e per le nostre ispirazioni”. Sara Basta conclude rivolgendo uno sguardo al futuro: “Ora ci attende molto lavoro. Quanto prodotto in Fondazione Pistoletto è solo il punto di partenza del nostro dialogo, tra materiali, immagini e testi che non vediamo l’ora di elaborare”.