Giappone, 17 ottobre 1898. A Nagoya nasce Shinichi Suzuki, musicista, filosofo ed educatore che fondò un metodo internazionale di educazione musicale che prese il suo nome. Il riferimento è alla cosiddetta metodologia Suzuki, sviluppatasi tra gli anni ’20 e ’30 proprio grazie al violinista nipponico: una novità pedagogica quasi visionaria, una filosofia formativa per l’apprendimento musicale nota anche come educazione al talento. ll metodo Suzuki lavora infatti sullo studente partendo dall’età pre-scolare, nutrendo di stimoli il suo ambiente e sviluppandone contemporaneamente sia la maturazione artistica e tecnica sia la moralità e il carattere. Non solo: per il fondatore il suo metodo era definibile “della madre lingua”, perché la musica, a suo dire, viene appresa attraverso l’ascolto, la ripetizione e la memorizzazione, come se fosse una lingua madre. Dall’Asia all’Europa – le musiche scelte e studiate dai bambini più grandi di età sono tratte dal repertorio barocco o romantico – fino al mondo intero, i corsi Suzuki sono ormai riconosciuti e diffusi a livello globale; Cittadellarte, a questo proposito, è uno degli sfondi chiave per il Biellese, in quanto ospita nei propri spazi, da anni, lezioni per un target di bambini.
La docente
L’insegnante del corso Suzuki alla Fondazione Pistoletto è Liana Mosca, attualmente impegnata anche in un master di musica per violino e pianoforte in un conservatorio svizzero, nello specifico come AcCLaV projet de recherche presso la Haute École de Musique de Genève. Violinista italoamericana, ha iniziato i suoi studi musicali con Lee Robert Mosca presso il “Suzuki Talent Center” di Torino e si è diploma nel 1988 al Conservatorio di Milano, sotto la guida di Osvaldo Scilla. Prosegue i suoi studi presso il Musik Akademie der Stadt di Basel ottenendo, nel 1993, il Konzert-Diplome e si specializza, poi, in musica da camera presso il Conservatorio di Vienna. Ma la sua formazione, iniziata fin da bambina col metodo Suzuki, non finisce qui; essa, infatti, consegue tutti i cinque livelli di abilitazione all’insegnamento presso la European Suzuki Association (ESA) di Londra.
Le lezioni e i partecipanti
I corsi si rivolgono a bambini e adolescenti di età compresa dai 3 ai 18 anni; attualmente, a Cittadellarte, gli iscritti sono 15, provenienti da Biella e provincia (il più giovane ha 4 anni, il più grande 15). Il corso si struttura in lezioni individuali, una volta alla settimana, con la presenza dei genitori obbligatoria per chi ha meno di 9 anni; collettive, una volta al mese, dividendosi in due gruppi (per i più giovani e per i più esperti con musica da camera); e la ritmica, con cadenza quindicinale e riservata ai bambini, curata da Antonella Maffeo. Sono inoltri proposti stage intensivi, solitamente due volte l’anno, e incontri di preparazione extra in vista dei concerti. L’eterogeneità anagrafica è uno dei punti di forza: nei corsi di gruppo bambini di età differenti suonano insieme, creando un legame che parte dalla musica. Il risultato? I più giovani hanno i più grandi come esempi da emulare, mentre negli adolescenti si innesca un processo di responsabilizzazione che li porta a diventare, in qualche modo, docenti a loro volta. Questa pluralità è nella filosofia del metodo: “Così – ha spiegato la docente – un bimbo di 4 anni si appoggia ad esempio a quello più grande, mentre quest’ultimo si adatta alla sua velocità. Così si crea una relazione profonda tra i partecipanti: spesso sono gli stessi studenti a chiedermi di poter suonare insieme”.
La Fondazione culla educativa, da Suzuki a Montessori
Cittadellarte, negli anni, si è rivelata non solo uno sfondo di prestigio artistico, ma coerente alla filosofia del metodo Suzuki. Michelangelo Pistoletto, nel suo noto Manifesto del 1994, scrisse che il “Progetto Arte si fonda sull’idea che l’arte è l’espressione più sensibile ed integrale del pensiero ed è tempo che l’artista prenda su di sé la responsabilità di porre in comunicazione ogni altra attività umana, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dall’educazione al comportamento, in breve tutte le istanze del tessuto sociale”. Anche la musica, dunque, trova linfa creativa alla Fondazione Pistoletto e, in qualche modo, si pone sulla scia della scuoletta dell’Ufficio Ambienti d’Apprendimento di Cittadellarte, che si ispira e si articola anche a partire dal metodo Montessori; si tratta di un sistema educativo sviluppato dalla pedagogista Maria Montessori, basato sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo e sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino. Montessori e Suzuki, entrambi parte di una filosofia educativa, accomunano dunque le attività didattiche ed educative di Cittadellarte. “I miei alunni – ha svelato Liana – sono fortunati a frequentare le lezioni in questa realtà. Loro stessi si sono sempre dimostrati curiosi di scoprire le opere del maestro e, a questo proposito, l’anno scorso era stata organizzata una visita guidata ad hoc per bambini e genitori. Era stata un’esperienza gradita da tutti, quindi la ripeteremo presto”. A rendere il legame tra il corso e la Fondazione ancora più profondo, c’è una figura che opera nel dietro le quinte: Elena Pasquali, responsabile dello store di Cittadellarte, che da sempre si occupa della parte logistica e organizzativa dei corsi. Ma il suo apporto professionale non finisce qui e non è banale: è lei, ad esempio, a procurarsi e a realizzare, insieme alla grafica della Fondazione Liudmila Ogryzko, i diplomi rilasciati agli studenti dopo gli esami di valutazione che inframezzano il loro percorso.
Il ruolo dei genitori
Dimenticatevi gli allenamenti delle discipline sportive o musicali dove un familiare lascia il figlio all’allenatore o all’insegnante per una o due ore, per poi tornare a riprenderlo. Nel corso Suzuki, soprattutto per gli iscritti più piccoli, non funziona affatto così: è richiesta la presenza di almeno un genitore durante la lezione, perché deve accompagnare il figlio nel processo di crescita, non solo culturale e musicale, ma emotivo e intimo. “Il bambino – sottolinea Liana – da noi non apprende solo la musica, ma una disciplina a tutto tondo. In questo iter la mamma o il papà deve lavorare con lui: per il giovane avere un familiare al suo fianco è importantissimo, il genitore è una sorta di collante tra il suo mondo e quello della musica. Ricordiamoci che il primo insegnante della vita di un bambino è proprio la mamma e/o il papà, io faccio solo da tramite con il violino”.
I concerti
Gli alunni si cimentano periodicamente in una serie di concerti e un saggio annuale, fondamentali “per condividere i loro progressi con i propri cari o con estranei (i concerti sono aperti al pubblico). Sono frangenti di festa – specifica Liana – non momenti di verifica o giudizio”. Scopriamo i prossimi appuntamenti del gruppo in programma: il 2 marzo al Castello di Buronzo, parallelamente a una mostra d’arte; il 16 marzo alla sede del Leo Club; il 24 saggio degli alunni più piccoli (la location è ancora in fase di definizione); il 23 aprile a Città Studi nella sede dell’associazione Biella Cresce; e il 12 maggio (anche qui con dettagli ancora da definire). A giugno, a Cittadellarte, è poi previsto il saggio di fine anno scolastico, che prevede prevalentemente esibizioni individuali dei giovani musicisti.
Le conclusioni dell’insegnate
“Da noi – ha ricordato – non si apprende solo la tecnica musicale, ma ci si dedica a una disciplina plurale, che tocca aspetti come la bellezza, il controllo e la coordinazione del corpo, la memoria e i rapporti interpersonali. Formare professionisti non è la priorità, perché la filosofia Suzuki mira a formare attraverso la musica in tutti i campi possibili, condividendo questo obiettivo con le famiglie. Vogliamo educare la persona a 360 gradi attraverso il violino”. Liana prosegue rimarcando l’impegno che assicurerà: “Posso promettere che tutta l’energia che ricevo dagli alunni viene restituita. È un circolo vitale. Continuerò a stimolare – ha concluso – le capacità dei bambini, senza imposizioni, ma facendo emergere l’essenza del bambino in base alla sua identità”.