Quale Biella e dintorni vorremmo vedere per noi stessi e per le generazioni future? Quali passi possiamo fare per arrivarci? Cosa esiste già e cosa dovremmo inventare o creare? A partire da queste domande, ponendosi come organizzazione turistica del 2060, per una settimana a dicembre 2021 i creativi che hanno preso parte al modulo La pratica artistica incorporata e il futuro di Biella hanno immaginato collettivamente il futuro del territorio attraverso la lente dell’ospitalità. Durante la seconda parte del modulo di UNIDEE Residency Programs, proposto in partnership con Fondazione Zegna dal 23 al 30 maggio 2022, le esplorazioni e le conversazioni tra i partecipanti hanno dato forma e individuato nuovi concetti per un futuro desiderabile: connessione, empatia, cura, relazione, legame, condivisione e comunità. Non è mancata nemmeno la continuità: questa seconda parte della residenza si è basata sui risultati della prima parte che si è svolta a dicembre 2021 ed è infatti stata un’opportunità per lavorare, a partire dalla precedente esperienza, per costruire un outcome che incarnasse e rappresentasse la conversazione collettiva, l’apprendimento e i desideri del gruppo; tutto attraverso una nuova immersione nell’Oasi Zegna, che è stata sfondo attivo per per immaginare il futuro da molteplici prospettive umane e non umane. Per dar forma a questo processo, il gruppo ha continuato a immaginarsi come organizzazione turistica del 2060, chiamata Circolo dell’Interdipendenza.
Artisti e giovani biellesi
La residenza ha offerto una settimana di conversazione in cui gli artisti hanno lavorato con un gruppo di giovani di Biella, conoscendo così le reciproche speranze per il futuro del territorio; le nuove generazioni, per l’occasione, hanno appreso dai mentori e dai creativi in residenza le peculiarità delle pratiche artistiche socialmente impegnate, comprendendone il ruolo, le opportunità di carriera e gli approcci interdisciplinari e collettivi. Tutto il modulo, inoltre, ha fatto riferimento anche agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite come strategia globale per arrivare a dei futuri migliori e più sostenibili. Gli artisti in residenza sono stati Camila Auguais, Francesco Pavignano, Dafne Salis e Stefano Volpato, mentre le giovani biellesi – under 25 che stanno finendo le scuole superiori e/o stanno studiando all’università o lavorando, opzionate in collaborazione con il Liceo Artistico G. e Q. Sella di Biella – sono state Martina Panetta, Angie Trombin, Francesca Palma, Giulia Gronda, Elisa Francini, Martina Seimandi.
I mentori
La residenza ha visto come mentore Bianca Elzenbaumer: una ricercatrice di design che vive sulle Alpi italiane ed è membro fondatore dello studio di design Brave New Alps, oltre che co-presidente di CIPRA International, una ONG ambientale che abbraccia l’arco alpino. Il suo piano di ricerca quarantennale si concentra sul sostegno e la creazione di economie comunitarie e di beni comuni a partire dai luoghi in cui vive. Non solo: è co-fondatrice di Comunità Frizzante – fare bevande per fare comunità, ossia un progetto che mobilita metodi partecipativi per produrre bevande frizzanti dai sapori stimolanti come mezzo per mettere in discussione e reinventare le relazioni tra umani e tra umani e la natura. Gli altri mentori sono stati Flora Mammana e Matteo Pra Mio di Forno Vagabondo, un forno sociale itinerante che viaggia nei paesi dell’Alta Vallagarina, in provincia di Trento, su una bicicletta elettrica e diventa teatro di attività pratico-creative sulle componenti del “sistema pane” (ingredienti, elementi della natura, ambiente, comunità, trasporto).
Le attività
Oltre alle attività curate dai mentori, anche altri incontri ed esperienze hanno arricchito la residenza. Citiamo, ad esempio, le sessioni di mappatura, un incontro con Anna Zegna e Raffaella Pivani, una passeggiata guidata con Fabrizio Calatti (guida escursionistica Over Alp), una visita della mostra temporanea L’altra forma delle cose di Emilio Vavarella (ospitata a Casa Zegna), un incontro con Ruggero Poi sul progetto Outer EduCampus, visita della Cervo Project Room con Annalisa Zegna e aaron inker, un incontro con Christian Clarizio (responsabile incubatore Sellalab) per un approfondimento sulla narrazione digitale del territorio Biellese. Un momento chiave della settimana è stata infine la presentazione conclusiva dell’outcome, tenutasi negli spazi della mostra Biella Città Arcipelago Demopratico a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. Ha partecipato un pubblico di circa 80 persone, tra cui famiglie, insegnanti e amici dei partecipanti, alcune persone titolari delle realtà coinvolte nel programma di visite. In linea con l’output della prima parte della residenza, i partecipanti hanno realizzato una rivista istantanea autoprodotta che raccoglie il materiale di riflessione e delle attività svolte, hanno mostrato installazioni audio e video, alcune stampe realizzate con la tecnica della cianografia, maschere realizzate con materiali del territorio che presentano e raccontano i protagonisti del Tourism Board del futuro. I materiali prodotti sono stati in seguito ospitati ed esibiti presso Casa Zegna nelle settimane successive.
I risultati
L’esperienza, in sintesi, si è articolata a partire dalle seguenti parole chiave: futuri speculativi, futuro del lavoro (artistico), condizione postindustriale, economie rurali e alternative, ecologia, ospitalità, interdipendenza, sviluppo sostenibile e turismo lento, trasporti e mobilità, educazione alternativa, placemaking, co-produzione, ricerca artistica d’azione, mappatura creativa, immaginazione collettiva. Nell’apposita pubblicazione istantanea sono stati messi in luce due aspetti che “crediamo – si legge nella presentazione – possano guidare il futuro del territorio. Il primo è una trasformazione del linguaggio: in futuro i turisti saranno accolti come coabitanti e come tali si immergeranno in processi di co-ricerca e cura. Il secondo è l’apertura a punti di vista non umani: immaginiamo che in futuro le decisioni riguardanti il territorio vengano prese includendo i bisogni e i desideri di una varietà di protagonisti che in questo momento rimangono sullo sfondo, come animali e piante; ed elementi naturali come l’acqua e l’aria. Infatti, abbiamo immaginato che come organizzazione turistica del 2060 sarà cambiato anche il nostro nome e la nostra composizione. Potremmo chiamarci il Circolo dell’Interdipendenza: oltre agli abitanti locali, comprenderà anche tutta una serie di attori le cui voci sono meno presenti al momento”.