È tutto pronto: venerdì 1 aprile prenderà il via a Cittadellarte il Master Executive in Design, Creatività e Pratiche Sociali – Prosperità sostenibile per le organizzazioni del Politecnico di Milano e Fondazione Pistoletto, gestito da POLI.design e Accademia Unidee, che unisce design thinking, design strategico e arte per affrontare sfide di carattere sociale, ambientale ed economico. Le lezioni a formula weekend, che si concluderanno il 30 giugno 2023, si articolano in tre macroaree che forniscono una visione completa sul tema della sostenibilità e sulla sua applicazione: Design, arte e società; Marketing e management; Dinamiche sociali e nuove economie. Il Master, come riportato in un nostro precedente articolo, mira quindi a fare della necessità di sostenibilità e responsabilità un’opportunità di sviluppo per le organizzazioni attraverso il design, che è progetto e costruzione di futuro, e attraverso l’arte, che è visione, anche radicale, e connessione, cioè capacità di fare sistema. Si tratta di un’esperienza immersiva che fornisce competenze pratiche e di teamwork, avvalendosi della collaborazione di realtà italiane e internazionali nel campo della social innovation e del social engagement. Nell’ottica di fornire nuove informazioni e dettagli sul Master utili ai possibili candidati – è possibile iscriversi fino a martedì 8 marzo – abbiamo dialogato con Clara Pogliani, tutor e coordinatrice didattica del Master, per mettere in luce peculiarità, contenuti e obiettivi del percorso di studi che si rivolge a un target di professionisti che intendono portare innovazione all’interno del proprio ambito lavorativo o aprire nuove prospettive imprenditoriali.
Le parole chiave attorno a cui prende forma e si articola il percorso didattico sono Design, Creatività e Pratiche Sociali. Come verranno declinate queste tematiche nelle lezioni e quali competenze saranno affinate o approfondite?
Il percorso didattico si divide in 3 macroaree: una dedicata maggiormente alle metodologie del design thinking e strategico, l’altra sull’arte, in particolare quella per l’impegno sociale, e la terza incentrata sulle economie sociali; le tematiche proposte dal titolo sono poi declinate e portate avanti all’interno di tutto il Master. Il design è immaginato come metodologia, così come la progettazione di servizi e di tutto ciò che significa guidare l’innovazione sociale all’interno di comunità e di organizzazioni. L’arte, invece, viene usata come strumento di visione e di lettura sui rapporti che regolano la società; in particolar modo gli artisti che lavorano al Master si focalizzano soprattutto sull’arte relazionale. Questo tipo di approccio artistico permette di valutare quali sono le relazioni che si vanno a toccare e che si creano quando si progetta per la sostenibilità. Infine, l’economia è intesa come possibilità di realizzare i propri progetti imprenditoriali e non solo, ma anche come possibilità di capire come fare business in maniera più etica, attenta al territorio alle comunità e alle persone arrivando inoltre a comprendere come comunicare con efficacia questo tipo di sperimentazioni.
Quella che sta per prendere il via è la terza edizione del Master. Avete tracciato un bilancio delle due edizioni precedenti? Per i passati partecipanti, che impatto formativo ha avuto e quali sbocchi professionali ha generato?
In questo momento gli studenti della seconda edizione hanno appena iniziato il loro periodo di tirocinio previsto alla fine del Master. Il bilancio generale di queste due edizioni è stato molto positivo: ognuno ha avuto la possibilità di aggiungere al proprio profilo personale le competenze per poter occuparsi a ogni livello della sostenibilità e dell’innovazione sociale. Chi già lavorava ha potuto focalizzarsi su queste tematiche all’interno della propria organizzazione supportato dalla direzione del Master per progetti che spaziano dal welfare culturale fino all’innovazione medica. Chi invece ha scelto di fare uno stage è stato supportato nella ricerca di un percorso che fosse in linea col proprio profilo, potendosi mettere alla prova con organizzazioni che da anni portano avanti progetti sociali e di sostenibilità in diversi ambiti. Alcuni esempi? C’è chi si occuperà dell’organizzazione di un festival che interseca arte e sostenibilità; chi invece sarà impegnato su progetti di community garden design nella capitale lavorando con imprese e comunità; chi ha maturato esperienza in un’importante fondazione che si occupa di economia della cultura e grazie a questa esperienza e al Master ha potuto costruire un progetto di dottorato.
Le lezioni si terranno negli spazi della Fondazione Pistoletto. Vivere l’esperienza immersiva nel contesto ispirazionale di Cittadellarte può rivelarsi un valore aggiunto e stimolo per arricchire l’esperienza degli studenti?
Come spesso sottolineato da Marina Parente, direttrice del Master che ha conosciuto la Fondazione anche grazie a questo programma, Cittadellarte è un valore aggiunto nel percorso degli studenti. Oltre alle connessioni che si creano in classe, nelle attività di gruppo dei vari moduli e nelle relazioni coi docenti, a Cittadellarte c’è sempre la possibilità di approfondire la conoscenza del gruppo classe coi practitioner, anche grazie al fatto che durante i moduli è possibile vivere al meglio tutto quello che la Fondazione offre.
Il Master si rivolge a un target di pubblico che intende portare innovazione all’interno del proprio ambito lavorativo o aprire nuove prospettive imprenditoriali. Quale ruolo assume la sostenibilità, anche in riferimento all’Agenda 2030, in questo processo?
La sostenibilità affrontata all’interno del Master è sempre almeno triplice: ambientale, sociale ed economica. Per chi si occupa di questa tematica è fondamentale sapere che i tre approcci non possono essere disgiunti, ma devono coniugarsi all’interno di progetti che possono portare a una reale trasformazione responsabile della società. E questo risponde in pieno a quelli che sono i riferimenti dell’Agenda 2030. Con il Master, quindi si imparerà, a progettare per la sostenibilità a 360 gradi.
Nel dietro le quinte del master figurano il Politecnico di Milano e Fondazione Pistoletto, con la gestione di POLI.design e Accademia Unidee. Ma non solo: realtà di differenti ambiti promuovono o sostengono il percorso didattico suggellandone l’autorevolezza. Quanto conta sul piano organizzativo e comunicativo poter contare su una fitta rete di partnership di caratura nazionale e internazionale?
I pilastri fondanti del Master sono i docenti, gli studenti e i partner. Questi ultimi giocano un ruolo fondamentale all’interno di questo programma: ognuno di loro propone attività su cui sta lavorando da anni e che rappresentano alcune delle migliori best practices sul piano della sostenibilità e dell’innovazione sociale in Italia. Il confronto coi partner caratterizza inoltre tutto il percorso didattico del Master sia con interventi didattici sia con la possibilità di lavorare su brief costruiti insieme a loro durante i project work, non rimanendo solo sul piano teorico, ma anche simulando e dando vita a progettualità incentrate su esigenze reali di chi vuole portare anche nel mercato la cultura della sostenibilità.
Quale metodo sarà adottato dai docenti e quale tipo di approccio formativo caratterizzerà le lezioni?
Nel corso dei moduli si alternano lezioni frontali ed esercitazioni. La faculty è composta sia da accademici e ricercatori (che da anni studiano e sperimentano didatticamente le tematiche proposte dal master), sia da professionisti e practitioner che portano queste esperienze sul campo nella loro attività quotidiana.
Quale obiettivo si pone Accademia Unidee con questa nuova edizione del Master?
Questa edizione si propone di far conoscere a un numero sempre maggiore di persone le possibilità di operare a ogni livello sull’innovazione sociale e la sostenibilità. In questa maniera è possibile rendere ancor più evidenti le opportunità delle pratiche artistiche di relazionarsi responsabilmente sulla società, così come illustrato da Michelangelo Pistoletto sul Progetto Arte. Inoltre, grazie all’accreditamento INPS, abbiamo potuto sviluppare progettualità inedite ad alto impatto, realizzate sempre all’interno del territorio biellese. L’obiettivo è dunque lavorare e collaborare sempre di più su progetti di innovazione sociale in una dimensione locale e non solo.
“La società umana è sempre, ovunque, costituita da organizzazioni – ha aggiunto Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte e presidente di Accademia Unidee – dove gli individui convivono per ampia parte della giornata e quindi della vita. In ognuna di esse si compiono quotidianamente scelte di comportamento concreto per regolare come e cosa consumare, produrre, vendere, come approvvigionarsi di risorse energetiche e materiali, ma anche come definire i rapporti interpersonali, economici, giuridici… la somma aggregata degli impatti prodotti da tutte queste decisioni, costituisce lo stato della realtà in cui noi tutti viviamo. Abbiamo un’occasione storica: il necessario riorientamento sulle prospettive della sostenibilità, della consapevolezza e responsabilità, che dovranno intraprendere tutte le organizzazioni di ogni genere e tipo, volenti o nolenti, attivamente o passivamente, con o senza una visione globale. Questo immenso movimento penetra dappertutto: sostituisce il grande motore che ha accompagnato il nostro sviluppo nei secoli scorsi, il progresso. Il riorientamento sostenibile e responsabile – ha concluso – sarà (ma per molti già è) l’onda epocale che offre sviluppo e prosperità, oltre che la sopravvivenza. Fare la pace con il mondo è il più immane business, ma anche la più titanica opera, che l’umanità abbia mai avuto la ventura di realizzare. Quest’opera determina un gigantesco bisogno all’interno del mercato del lavoro. Questo Master risponde esattamente a questa lunga onda”.