“Stato dell’Arte”: alla riscoperta della trasmissione dedicata a Cittadellarte e ai suoi uffizi
Come ci vestiremo in futuro, come mangeremo, quale sarà il rapporto tra l’uomo e la natura? Sono queste le domande che hanno aperto la puntata di "Stato dell'arte", andata in onda lo scorso 21 marzo: attraverso un viaggio, condotto da Cesare Biasini Selvaggi, alla scoperta della Fondazione Pistoletto Cittadellarte Onlus, si sono affrontati dialoghi con guide d’eccezione quali Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, Armona Pistoletto, presidente di Let Eat Bi, Clara Pogliani, coordinatrice didattica di Accademie Unidee e, infine, il maestro Michelangelo Pistoletto.

Erano le 21:30 del 21 marzo 2024 quando i telespettatori italiani, sintonizzati sul canale 122, sono stati trasportati alla scoperta della Fondazione Pistoletto Cittadellarte Onlus grazie alla trasmissione “Stato dell’arte”, realizzata da Cusano Media Group e scritta da Cesare Biasini Selvaggi. Successivamente a una completa immersione tra le diverse aree della Fondazione Pistoletto, nel cuore dell’antico centro di Biella Piazzo e all’interno di una delle sue eccellenze culturali, quale Palazzo Gromo Losa, si è tenuto lo speciale talk tra Jago e Michelangelo Pistoletto, che ha accompagnato il pubblico da casa alla conclusione dello speciale televisivo.
Ma ora ripercorriamo l’episodio dedicato al territorio laniero per eccellenza e al suo ventre artistico-creativo.
Il viaggio comincia dal luogo in cui prende vita l’opera che meglio rappresenta la mappatura mentale del fondatore di Cittadellarte, quell’architettura sociale che costituisce la sua idea del mondo, in compagnia di Paolo Naldini, direttore della Fondazione Pistoletto. “Questa struttura rappresenta l’infinito mondo dei possibili uffizi – spiega il direttore – che noi tutti dovremmo, e possiamo, costituire per andare verso l’obbiettivo di un nuovo mondo, di un Terzo Paradiso e di una grande sostenibilità”. Segni e porte sono gli elementi che caratterizzano la grande installazione artistica in cui la conversazione tra il conduttore Cesare Biasini Selvaggi e Paolo Naldini continua, ponendo attenzione sull’elemento catalizzatore di Cittadellarte: la trasformazione sociale responsabile attraverso l’arte. “Chi costruisce ponti, porte, segni e connessioni – si domanda il direttore della fondazione – se non l’artista nella società contemporanea? Questo è il grande ruolo che Michelangelo Pistoletto immagina negli anni ’90 e che Cittadellarte come scuola ha assunto negli ultimi 25 anni”.


Paolo Naldini e Cesare Biasini Selvaggi.

La visita procede all’interno dello spazio dell’Universario, l’aula magna della scuola di alta formazione di Cittadellarte. “Qui, insieme ai nostri studenti – continua Paolo Naldini -, studiamo il metodo e il codice per costruire le interfacce che collegano l’architettura con la produzione, l’ecologia con l’economia, per citarne alcune. Il metodo è una formula, la formula della creazione, al cui interno ci si pone come creatori”. Attraverso l’approfondimento del concetto e delle rappresentazioni del Terzo Paradiso, il direttore apre le porte a una riflessione necessaria per poter generare un equilibrio dinamico sociale, che possa riallineare l’armonia tra l’intelligenza della natura e l’intelligenza umana.


Aula Magna: Universario.

È con la coordinatrice didattica dell’istituto di alta formazione Accademia Unidee, Clara Pogliani, che avviene il secondo incontro alla scoperta dei plurimi uffizi della Fondazione Pistoletto. “Accademia Unidee cerca di capire come fare dell’arte e del design degli strumenti di trasformazione della società, lavorando su temi complessi e urgenti per il pianeta in questo momento storico”. La curiosità del conduttore Cesare Biagini Selvaggi di vivere in prima persona una lezione accademica di Cittadellarte viene soddisfatta: “Filosofia dell’arte” è la lezione in corso, tenuta da Francesco Monico per i suoi studenti di Moda Sostenibile – Sustainable Fashion DesignPaula Arbach, studentessa di Accademia Unidee, si è aperta ai microfoni del conduttore: “Cercavo un corso focalizzato sulla moda sostenibile e questo è l’unico corso che approfondisce l’argomento nel modo più corretto e coerente possibile, permettendomi di studiare la sostenibilità e applicarla nella moda”.


Clara Pogliani e Cesare Biasini Selvaggi.

La visita continua alzando il velo dal progetto di Biella Città Arcipelago, attraverso il quale il territorio urbano biellese viene inteso come un laboratorio di Cittadellarte a dimensione naturale. “La nostra città – riprende parola Paolo Naldini -, designata ‘Creativa’ dall’UNESCO unitamente al simbolo del Terzo Paradiso, diventa ‘città arcipelago’ perché l’intero spazio è un laboratorio di gruppi di lavoro. Questi ultimi sono mappati attraverso il loro processo di azione che chiamiamo l’Arte della Demopraxia“. Questo è il modello con cui questo progetto di Cittadellarte invita il mondo a chiedersi quante città possono prendere il modello dell’arcipelago per fondare un equilibrio nell’Antropocene del XXI secolo. 
Per Cittadellarte un domani migliore è ancora possibile, ma come mangeremo nel futuro? Questo è un ulteriore punto interrogativo che il conduttore di “Stato dell’arte” rivolge, questa volta, ad Armona Pistoletto, presidente Let Eat Bi. “Let Eat Bi – spiega Armona Pistoletto, dinnanzi a un banchetto allestito di prodotti km 0 e rigorosamente biologici – è un gioco di parole che significa ‘facciamo mangiare il biellese’”. Il progetto, proprio per il futuro, mira a rieducare le abitudini alimentari nel presente, stimolando le persone a nutrirsi in modo più sostenibile e responsabile. “Oggi la necessità è quella di mangiare più naturale, stagionale e locale”, afferma la presidente di Let Eat Bi. Ma il progetto non si limita solo a questo: “Terre Abban-donate” è un’altra delle iniziative intraprese, che, dal 2015, unisce le persone con terreni di proprietà inutilizzati, con cittadini desiderosi di coltivare e autoprodurre frutta e ortaggi. “Coloro che hanno terreni incolti per diversi motivi – illustra Armona Pistoletto – possono iscriversi al catasto solidale di Terre Abban-donate attraverso la nostra piattaforma web”. Questo il ruolo di Let Eat Bi, ossia agevolare l’incontro di queste realtà con le persone biellesi volenterose di coltivare per l’autoconsumo. “Agiamo in quest’ottica per incentivare la coltivazione di frutta e verdura km 0 – afferma – e da 8 anni, ogni mercoledì mattina dalle 10:00 alle 13:00, indipendentemente dal tempo atmosferico, accogliamo i produttori locali al Mercatino Let Eat Bi, nel cortile di Cittadellarte, per far vendere loro i prodotti naturali e sostenibili”.


Armona Pistoletto e Cesare Biagini Selvaggi.

Una volta confidato da Armona Pistoletto che il risotto biologico di Cascina Angiolina, azienda locale biellese, sfumato con il vino bianco, è una delle pietanze preferite del padre Michelangelo Pistoletto, la trasmissione di Cesare Biasini Selvaggi prosegue con l’incontro del fondatore del simbolo trinamico in persona.
Nato a Biella 91 anni fa, dopo i diversi trasferimenti che la sua carriera artistica ha previsto, Michelangelo Pistoletto spiega come e perché ha voluto interrare nella sua città natale i semi della sua attività. La narrazione si sviluppa tra le vicende che lo hanno condotto al concepimento e poi alla scelta del nome Cittadellarte: “Questo nome ideale comprende il luogo per la difesa dell’arte e il luogo dell’estensione dell’arte”.


Michelangelo Pistoletto.

Una domanda da parte di Cesare Biasini sposta il focus su una delle più significative produzioni artistiche del maestro: “A proposito degli specchicon cui tu hai rivoluzionato il mondo dell’arte contemporanea, si può dire che il tuo avvicinamento a questo oggetto derivi anche dalla solitudine dell’artista?”. Il maestro chiarifica come la solitudine, negli anni ’50 e ‘60, fosse un raggiungimento massimo per gli artisti. “L’assoluta autonomia e indipendenza, all’epoca – articola Pistoletto -, era qualcosa di straordinario perché l’artista era sempre stato, prima di allora legato ad un Palazzo, allo Stato o alla società, in qualche maniera. Io la solitudine che ho scoperto esistere era quella di quando si vuole essere troppo unici. Ma così facendo mi sono trovato comunque davanti a me stesso”. Attraverso l’approfondimento dei diversi stadi della sua evoluzione artistica, Michelangelo espone il delicato passaggio effettuato dalla solitudine alla moltitudine: “Cittadellarte, a seguito dei quadri specchianti, è diventato il luogo della moltitudine”.

Il dialogo tra il conduttore e Michelangelo Pistoletto vede così la conclusione, all’interno della personale dimora biellese dell’artista, con le ormai note e semplici parole con cui il maestro è in grado di trasportare chiunque lo ascolti alla scoperta delle sue più importanti opere d’arte, accompagnandolo nelle riflessioni più profonde legate all’esistenza umana.
La trasmissione, infine, è stata seguita da lo speciale talk di Michelangelo Pistoletto e Jago. Quest’ultimo è lo scultore italiano incluso tra i tre artisti protagonisti, insieme a Banksy e TvBoy, della mostra controcorrente ospitata tra Palazzo Ferrero e Palazzo Gromo Losa a Biella, che si concluderà il prossimo 1 aprile 2024.