Il governo inglese ha deciso di introdurre una tassa sulla plastica per incoraggiare l’economia circolare e l’utilizzo di imballaggi riciclati: a partire dal primo aprile, infatti, verrà introdotta la “Plastic packaging tax” a produttori ed imprenditori inglesi. Coloro che non rispetteranno le indicazioni del governo saranno soggetti ad un aliquota di £200 per gli imballaggi di plastica che non contengono almeno il 30% di plastica riciclata. Il Governo britannico ha reso inoltre nota una serie di indicazioni agli operatori economici che possono rientrare nei requisiti per l’applicazione della tassa: gli interessati dovranno registrarsi, calcolare il peso dell’imballaggio e i documenti da presentare. L’obbiettivo è favorire l’utilizzo della plastica riciclata nel settore del packaging che fino ad oggi non è mai stato realmente green. Il governo spera con questo provvedimento, quindi, di fornire un incentivo economico per le imprese a utilizzare plastica riciclata nella produzione di imballaggi in plastica, creando così anche una maggiore domanda del materiale. Di conseguenza, si stimolerà anche un aumento dei livelli di riciclaggio e raccolta dei rifiuti di questo materiale. Secondo i dati, la messa in atto della tassa potrebbe portare ad un aumento dell’uso della plastica riciclata di circa il 40% e ad un risparmio delle emissioni di anidride carbonica di quasi 200 mila tonnellate nel 2022/2023.
Anche in Italia sarebbe dovuta entrare in vigore a luglio 2020 una tassa sul consumo di plastica monouso, la “Plastic tax”, ma l’imposta è stata poi posticipata al 1° gennaio 2021 e ancora al 1° luglio 2021; con la Legge di Bilancio 2022 è stata ulteriormente rinviata al 2023. La tassa prevederà un valore fisso di 0,45 centesimi di euro per ogni chilo di prodotti di plastica monouso venduto e graverà principalmente sulle aziende, sugli importatori e sugli acquirenti dei MACSI. L’imposta italiana si rivolgerà ai manufatti realizzati in plastica e aventi funzione di contenimento o conservazione; si tratta in sostanza di quei prodotti immessi sul mercato per un singolo impiego che non sono progettati per essere riutilizzati e quindi riciclati.