Quando una Comunità di Supporto all’Agricoltura s’ispira alla demopraxia: a Torino si presenta “CioCheMangio”
Il 2 febbraio, alle ore 18 presso la sala meeting del Centro Servizi per il Volontariato di via Giolitti 21, l'Associazione CioChevale porrà sotto i riflettori il suo progetto della CSA. “L’obiettivo dell’incontro - ha affermato Alberto Guggino, presidente della realtà chierese e ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso - è quello di estendere questo modello anche nel capoluogo piemontese e avvicinare la popolazione urbana al territorio della nostra collina e alle tante realtà virtuose in esso presenti”.

Tutelare e difendere la Terra a partire dalla terra: non è uno slogan ambientalista, ma è l’impegno concreto che l’associazione CioCheVale di Chieri sta riversando da anni attraverso alcuni dei suoi progetti. Il riferimento, in questo caso, è alla Comunità di Supporto all’Agricoltura CioCheMangio, che, in sintesi, opera attorno a una serie di macro obiettivi: l’equo compenso per chi produce; cibo sano, di stagione e al giusto prezzo; eliminare sprechi e imballaggi; comunità basate sulla solidarietà; rispetto dell’ambiente e della biodiversità. La CSA è infatti un modello economico innovativo che si basa su un patto tra produttori agricoli e fruitori (famiglie), nel rispetto di regole condivise per promuovere un consumo consapevole, sostenibile e sano. Venerdì 2 febbraio questa realtà supererà i confini territoriali grazie a un incontro di presentazione al Centro Servizi per il Volontariato di via Giolitti 21 a Torino. L’obiettivo dell’incontro – in programma nella sala meeting – sarà quello di “estendere – ha esordito Alberto Guggino, nelle doppie vesti di presidente di CioCheVale e ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso – questo modello anche nel capoluogo piemontese e avvicinare la popolazione urbana al territorio della nostra collina e alle tante realtà virtuose in esso presenti”.

In questo impegno sul rapporto tra uomo, cibo e terra, come si può innestare una sensibilizzazione sul tema? Come si rende sempre più consapevole la società sull’importanza di un’alimentazione sostenibile? “Innanzitutto bisogna comunicare che l’alimentazione non è alla base soltanto della salute umana, ma anche del nostro pianeta. È poi fondamentale – ha replicato – far incontrare le persone fisicamente, lavorando insieme. La risposta è già nell’inizio del nome del nostra realtà, ossia comunità”. Una riflessione che porta a una profonda differenziazione, come sostiene Guggino, dalle divisioni generate dai social network: “Le piattaforme social – ha spiegato – stanno portando a una frammentazione del nostro tempo. Dobbiamo dunque lavorare per far dialogare le persone, favorendo confronti che non siano di contrapposizione, ma di ascolto reciproco¹”. In questo processo non mancano i parallelismi col Terzo Paradiso. Come si inserisce il simbolo trinamico in questa nuova tappa del progetto? Ci sono anche affinità con Let Eat Bi? “Da una parte – così l’ambasciatore – troviamo la natura, dall’altra la tecnologia e l’opera dell’uomo, al centro figura l’obiettivo di vivere meglio per la salute del singolo e del pianeta. Per quanto concerne Let Eat Bi, non mancano i parallelismi: come a Biella, anche nel chierese individuiamo un territorio di prossimità, legandoci a un’economia locale e riducendo consumi e trasporti”.

Oltre al Terzo Paradiso e all’Ufficio Nutrimento di Cittadellarte, uno dei più importanti riferimenti dell’associazione è la demopraxia: “Una volta si era soliti affermare ‘da cosa nasce cosa’. Questo modo di dire è ancora attuale: raccontando agli altri i tuoi progetti si genera la voglia di partecipare di dire la propria in positivo. È un metodo – ha argomentato – diverso dalla progettazione classica, ma demopratico, perché la persona si sente protagonista e vede in un altro il bisogno di lavorare insieme cercando di rendersi utile”. In quest’ottica, l’incontro in programma nel capoluogo piemontese ha una valenza specifica: “Con la presentazione a Torino vogliamo mettere in luce la periferia: in un’inversione di ruoli può infatti essere quest’ultima ad alimentare la città, in un nuovo modello economico che parta dal cibo”. Guggino ha infine rivolto un pensiero a Pietro Liotta, responsabile di CioCheMangio: “Oltre a tutti i nostri volontari, ringrazio lui e – ha concluso – perché l’evoluzione e l’ampliamento del progetto – come la nuova tappa di Torino – sono in gran parte dipesi da lui, grazie alla sua visione, al suo impegno e alla sua determinazione”.


¹ Uno dei progetti chiave di CioCheVale è infatti l’Accademia del Dialogo.