Nella mattinata del 7 novembre 1998, davanti al Palazzo di Montecitorio, i passanti e i numerosi turisti, che ogni giorno visitano la capitale italiana, leggono “Jeans: un alibi per lo stupro”. Una frase forte, le cui parole sono scritte separatamente su dei fogli attaccati al corpo di alcune deputate con indosso dei jeans.
Nell’intervista sottostante, Virginia Alberto (nella foto sotto), Assessore alla Cultura del comune di Borgia in provincia di Catanzaro, spiega l’episodio scatenante che ha portato a questa protesta italiana, ad una reazione oltreoceano e all’origine del Denim Day, festeggiato ogni anno in più di 180 Paesi del mondo. Questa giornata dal forte intento sociale ha come obiettivo quello di protestare e sensibilizzare le persone contro le aggressioni sessuali.
Purtroppo, le notizie di cronaca legate alle violenze di genere continuano ad essere attuali, per questo motivo, è fondamentale impegnarsi attivamente in queste campagne di responsabilizzazione. In quest’ottica, il comune calabrese ha deciso di aderire attivamente alla giornata del Denim Day avvenuta il 27 aprile 2022. L’amministrazione comunale, infatti, ha organizzato una mostra, costituita da un percorso esperienziale, che è stata inaugurata durante la ricorrenza e rimarrà visibile fino al 29 maggio 2022. Inoltre, il comune di Borgia ha deciso di installare in piazza Ortona il simbolo di Michelangelo Pistoletto in versione denim, la cui inaugurazione avverrà sabato 30 aprile 2022 alle ore 17:45.
Buongiorno Virginia, sul volantino di promozione dell’evento Denim Day di Borgia viene riportata la frase “Non è un capo d’abbigliamento a stabilire la gravità di una molestia o di una violenza”. Ecco, quindi, che risulta chiaro il legame tra questo progetto e la sensibilizzazione contro le violenze sessuali. Ciononostante, la scelta del jeans, come simbolo contro questa battaglia, è molto specifica, a cos’è dovuta?
Nel 1998 la Corte di Cassazione emanò una sentenza con la quale annullò la condanna di stupro nei confronti di un istruttore di guida che aveva verosimilmente abusato dell’allieva diciottenne. La motivazione che portò all’assoluzione dell’uomo era stato il paio di jeans stretti che indossava la ragazza. Infatti, secondo i giudici, le caratteristiche di questo capo d’abbigliamento non permettevano una spoliazione priva dell’aiuto della giovane. Tutto ciò, secondo l’organo giudiziario, portava ad una conclusione per cui la diciottenne fosse consenziente. Questo fatto diede inizio ad una battaglia contro la violenza sessuale che ebbe origine in California, a Los Angeles, grazie all’associazione Peace Over Violence. È grazie a questa organizzazione che nacque il Denim Day. Tale campagna si propagò in tutto il mondo e, ogni anno, in 180 Nazioni, si celebra questa ricorrenza e, per parteciparvi, basta indossare un paio di jeans. Pertanto, è a questa vicenda che si deve l’uso del jeans come simbolo di questo progetto.
Il comune di Borgia ha deciso di partecipare attivamente al Denim Day attraverso l’organizzazione di due eventi cardine. La mostra è stata inaugurata durante il Denim: mercoledì 27 aprile. Ci può illustrare com’è nata e com’è stata impostata?
Questo progetto nasce da una delle numerose idee di Francesca Bubba, assieme al marito, fondatrice dell’associazione sociale Bubbelli. Francesca aveva il grande desiderio di portare sul territorio borgese questo evento di sensibilizzazione e protesta contro le violenze sessuali. È così che il comune e l’assessorato alla cultura del comune calabrese hanno deciso di abbracciare la sua proposta.
Tuttavia, inizialmente, i proponimenti erano pochi, infatti, l’unico punto di riferimento era la data in cui si sarebbe svolto il Denim Day: il 27 aprile 2022. L’aspirazione era quella di allontanarsi dall’organizzazione di un evento statico, infatti, si voleva realizzare qualcosa che fosse coinvolgente. Per questo motivo non si tratta di una mostra tradizionale bensì di un percorso di percezioni e sensazioni composto da diverse stanze. Nella prima vi sono i volti delle persone che hanno lottato o che sono state vittime di violenza di genere. Successivamente si entra in un’area costituita da domande come “Cosa pensi di un uomo che si mette il rossetto?” “Cosa pensi di una donna che va con tanti uomini?” “Cosa pensi di un uomo che va con tante donne?”. A partire da questo momento, ogni visitatore si dà mentalmente delle risposte che vanno ad evidenziare delle prime differenze tra uomo e donna. In questa seconda area, vi è anche un televisore da cui si può ascoltare la voce di Luciano Procopio che pronuncia degli insulti sessisti e delle parolacce che mirano a suscitare delle emozioni forti negli ospiti. Infatti, i visitatori, dopo aver guardato il video trasmesso, sono innegabilmente turbati e, ad aumentare questa sensazione, vi sono le due ultime questioni “Ora cosa pensi?” e “Cosa pensano le persone di cui tu pensi questo?”. Inevitabilmente, durante questo percorso, in ogni individuo si instaura una reazione a catena di emozioni e pensieri.
Data l’importanza e la delicatezza del tema in questione è comprensibile che la visita di questo progetto espositivo non debba essere affrontata con leggerezza. Tuttavia, non sempre, il messaggio che si vuole trasmettere ai visitatori viene colto. Durante il giorno d’inaugurazione quali sono state le reazioni degli ospiti?
Le reazioni dei primi visitatori sono state diverse, sia positive sia negative. Innanzitutto, voglio sottolineare la soddisfazione legata alla partecipazione degli abitanti di Borgia durante il giorno d’inaugurazione, nonostante la campagna promozionale di questo evento non sia stata convenzionale. Infatti, oltre all’eliminazione delle celebrazioni istituzionali, il lancio della mostra è avvenuta attraverso i social ed il passaparola.
Tornando però alle reazioni dei visitatori bisogna riconoscere che noi organizzatori eravamo consapevoli del fatto che, in seguito a questo evento, avremmo potuto ricevere delle critiche ed infatti, così è stato. Tuttavia, queste reazioni negative dimostrano che le persone sono state toccate da questo percorso.
Come ha spiegato in precedenza, uno degli obiettivi di questo percorso è proprio quello di stimolare delle reazioni emotive. In ogni modo, quelle negative, da che cosa vengono scaturite?
Il concetto chiave di questa mostra, oltre alla sensibilizzazione e alla protesta contro le violenze sessuali, è quello di combattere gli stereotipi di genere. Tali etichette ce le si portano dietro da quando si è bambini con il rosa per le bambine, il blu per i maschietti, o l’idea secondo cui le donne sanno che, ad una certa età, dovranno sposarsi e avere dei figli mentre gli uomini dovranno avere un lavoro con cui mantenere la famiglia. È vero che, oggi, nel 2022, questi concetti piano piano stanno scemando, tuttavia, il comune di Borgia è in una terra in cui l’idea di famiglia e di patriarcato si sentono ancora molto. Probabilmente, questo discorso in una città del nord o in una grande città sarebbe quasi “assodato”, ma, in un paese di quasi otto mila abitanti, nell’estremo sud, ha due obiettivi precisi: smuovere le coscienze e cercare di far cambiare mentalità.
Il cammino che si percorre durante la mostra dà origine in ogni visitatore ad un percorso introspettivo. Per questo motivo, ognuno percepisce in modo diverso le domande che vengono poste e replica ad esse in maniera altrettanto differente. Sarà a partire dalle risposte positive che ogni individuo si dà che ci si può liberare dagli stereotipi e andare a rivolgerle verso l’esterno.
Tuttavia, alcune persone non hanno capito il concetto chiave di questo progetto, e per questo, al posto di elaborare le reazioni negative sviluppatesi durante il percorso si convertono in critiche.
Per la celebrazione del Denim Day oltre alla mostra, sabato 30 aprile, verrà installato il simbolo del Terzo Paradiso in versione Denim. Qual è stata la motivazione che ha portato al coinvolgimento di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e, dunque, qual è il legame tra il segno simbolo dell’artista Michelangelo Pistoletto e l’iniziativa in questione?
L’evento di sabato che si svolgerà in Piazza Ortona, la piazza principale del comune di Borgia, sarà appunto costituito dall’installazione del simbolo trinamico in versione denim e dallo svolgimento di un dibattito all’aperto sulle tematiche legate al Denim Day tra il sindaco Elisabeth Sacco, l’ambasciatrice del Terzo Paradiso Iole d’Agostino, Francesca Bubba, Samanta Nigra ed il pubblico.
Quando sono diventata Assessore alla Cultura sono rimasta piacevolmente e fortemente colpita dalla forza del simbolo e del messaggio legato al Terzo Paradiso. Per questo motivo, anche in questo caso, in un progetto legato alle violenze sessuali, ho voluto coinvolgere Cittadellarte.
Innanzitutto, ritengo che il comune di Borgia sia un comune Terzo Paradiso, in quanto già in passato, erano stati organizzati degli eventi in collaborazione con la Fondazione Pistoletto. Inoltre, secondo me, il concetto della trinamica rientra in quello che è il potere etico dell’arte, infatti, quest’ultima deve veicolare i messaggi forti e profondi, andando a facilitare alla società la comprensione dei problemi e la visualizzazione delle relative soluzioni. Attraverso l’arte, infatti, si ha la possibilità di costruire una società migliore, un altro aspetto in linea con il pensiero di Michelangelo Pistoletto. Hanno collaborato alla creazione di questo progetto legato al Terzo Paradiso Saverio Teruzzi, Luciano Procopio e Patrizia Fratus.
Oltre alle due date riferite al Denim Day, a Borgia, si è tenuto anche un percorso sugli stereotipi di genere. Pare quindi evidente l’impegno del comune calabrese contro la discriminazione di genere. Come si è sviluppata questa dedizione, non scontata, verso un tema che ai giorni nostri sta prendendo sempre più visibilità e importanza?
Essere un amministratore comunale non è solamente andare di giorno in comune ma è avere una responsabilità sociale nei confronti del comune stesso e dei suoi cittadini. Come funzionario municipale cerco di avere una risposta etica nei confronti della mia comunità. Per questo motivo, penso che sia giusto compiere dei passi verso una società che cambia. Inoltre, è proprio evidenziando le trasformazioni positive e continuando ad andare verso tale direzione che si può arrivare ad un miglioramento della vita dei cittadini, anche in Calabria. Ecco, quindi, che la campagna Denim Day di sensibilizzazione contro le discriminazioni di genere e le violenze sessuali rientra in questo discorso e nel dovere morale che ogni assessore comunale dovrebbe avere nei confronti del proprio paese.
Ciò che è avvenuto nel comune di Borgia dimostra, ancora una volta, come sia fondamentale continuare a dare vita a progetti legati alle campagne di sensibilizzazione, in questo caso, riferite al tema delle violenze sessuali. Infatti, è attraverso queste iniziative che si possono compiere i primi passi verso un cambiamento della mentalità delle persone e di conseguenza della società, dirigendosi verso una condizione di vita migliore.
Come nel caso di Denim Day, si spera che, in futuro, continuando con proteste, manifestazioni ed eventi, l’idea di non sentire più fatti di cronaca legati alle violenze sessuali non rimanga solo un’utopia.