Inclusività e responsabilità sociale: sul lido di Fiumicino due installazioni del Terzo Paradiso per riflettere sul termine “rifiuto”
"Il processo creativo ci vede tutti ‘diversamente abili’ a creare azioni per la tutela dell’ambiente”. Le parole di Silvia Filippi, ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, si sono trasformate in azione: lo scorso novembre, sulla spiaggia di Coccia di Morto, sono state proposte due opere del simbolo trinamico all’insegna dell’uguaglianza e della corretta gestione dei rifiuti.

Anni fa quella di Coccia di Morto era la spiaggia più sporca d’Italia. Oggi non è più così e anche sul lido di Fiumicino sono comparse due rappresentazioni del segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto incentrate sulla sostenibilità e sull’inclusività. Questo è stato possibile grazie all’intervento di PlastiCrimeSceneInvestigatin-PCSI, un progetto di ricerca focalizzato sul monitoraggio e sulla raccolta delle microplastiche nelle acque e sulle coste romane guidato dalla dottoressa in scienze ambientali Raffaella Bullo, ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso. Quest’ultima, in occasione della Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti – SERR dello scorso novembre, ha organizzato una performance insieme a Silvia Filippi, anch’essa ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, che non solo ha mirato a sensibilizzare le persone sulla corretta gestione dei rifiuti, ma anche a ragionare sul termine stesso di rifiuto”. Quest’azione ha sollevato la riflessione su un delicato parallelismo: l’azione del rifiuto dell’oggetto e quella del rifiuto nelle relazioni umane. L’iniziativa ha coinvolto non solo gli addetti ai lavori, ma anche persone con disabilità, singoli cittadini, volontari e gli studenti di IED-Istituto Europeo di Design di Roma.

 Le microplastiche e i residui raccolti sul litorale sono stati riutilizzati per creare un Terzo Paradiso di grandi dimensioni contente all’interno del cerchio centrale un altro simbolo trinamico più piccolo. Al termine della performance gli scarti hanno visto come proprio destino il trasformarsi in risorsa creativa attraverso il coinvolgimento degli allievi di IED Roma, i quali hanno saputo realizzare gioielli e opere di eco-design restituendo valore e nuova vita ai diversi materiali recuperati sul litorale. Silvia Filippi commenta ai nostri microfoni: “L’arte è un linguaggio che può dimostrare quanto quello che noi gettiamo, perché non considerato utile, può essere risorsa creativa e che il processo creativo ci vede tutti ‘diversamente abili’ a creare azioni per la tutela dell’ambiente. In seguito a dinamiche ed esperienze vissute all’interno del mio nucleo famigliare – continua l’ambasciatrice – è nata la volontà di stimolare a riflettere e a ragionare sul significato del termine ‘rifiuto’, che non dev’essere inteso come materia da gettare, non più utile e quindi da rimuovere, ma bensì come vera risorsa creativa. In una società in cui si è passato da un ‘usa e getta’ non solo di oggetti ma anche delle persone, l’arte e il suo grande potere comunicativo possono renderci più consapevoli e responsabili del valore delle nostre azioni, di ciò che chiamiamo e che riconosciamo come ‘rifiuto’”.

 

L’impegno di Silvia Filippi continua dal 2005 attraverso la realtà di RiartEco che, in sinergia con le amministrazioni di diversi comuni della Toscana, del Lazio e della Liguria, e con altre varie associazioni, ha organizzato nel tempo eventi e progetti artistici come risultato di molteplici processi trasformativi originati dalla raccolta e dal riutilizzo di materiali di scarto. “Ora – conclude l’ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso – abbiamo voluto riassumere e coinvolgere tutte le realtà collaborative all’interno di un percorso più strutturato, con una forma più continuativa, concreta e tangibile. Così è nata l’Accademia di Ecologia e di Arte RiArtEco APS, un organismo che oltre a svolgere attività di formazione all’interno di circuiti scolastici, continua ad essere fonte di progetti e di collaborazioni con associazioni e start-up che lavorano sul piano del recupero dei materiali e sulla loro riconversione all’interno di percorsi di economia circolare”.
Così le due rappresentazioni del Terzo Paradiso, create sulla spiaggia di Coccia di Morto, sono state testimoni di un progetto di catalogazione scientifica confluito in azione artistica: un’opportunità per condividere un momento di impegno etico-sociale, per continuare a riflettere e a consapevolizzarsi sullo stato di salute ambientale e sociale della collettività.