“Maestro dell’arte e della creatività contemporanee – si legge sul profilo social di Danilo Selvaggi –, all’inizio del nuovo millennio Michelangelo Pistoletto ha incontrato la cultura ecologica, ideando e disegnando quello che ha chiamato ‘Terzo Paradiso’”: per questo Lipu, onlus dedicata alla salvaguardia degli uccelli e alla promozione del rispetto dell’ambiente, ha deciso di rappresentare il simbolo dell’artista con volatili colorati che volteggiano in circolo. “Questa idea di circolarità del volo degli uccelli – ha specificato Selvaggi descrivendo il disegno – fa pensare al loro andare e venire, al movimento circolare della migrazione, alla perenne e sincera promessa del ritorno”.
Il direttore generale della Lipu ha raccontato di essersi avvicinato all’opera e alla poetica di Pistoletto da tempo, vista la sua passione per l’arte contemporanea: “L’interesse – ha confermato – si è fatto ancora maggiore, e direi anche culturalmente più interessato, nel momento in cui l’artista ha aperto una riflessione ecologica”. Il simbolo trinamico rappresenta infatti l’invito rivolto all’essere umano a rispettare la natura e gli altri abitanti della Terra, attinente all’obiettivo di difesa del patrimonio naturale del nostro pianeta veicolato dalla Lupu. Riportiamo in seguito una riflessione del direttore Selvaggi, portavoce dell’operato dell’associazione: “La bellissima immagine dell’infinito a tre circoli suggerisce – ha precisato il direttore – che noi dobbiamo trovare la soluzione non nel mondo di ieri, il ritorno a una natura remota che abbiamo perduto, né nel mondo di oggi, in cui l’artificio umano sta consumando e distruggendo natura a ritmi velocissimi, ma in un terzo luogo: quello dell’alleanza tra società umane e resto del vivente. Questo – ha proseguito Danilo Selvaggi – è il vero paradiso e lo è semplicemente perché è il modo più sano, ragionevole e persino creativo di abitare la Terra. Questo è un tema che sta molto a cuore alla Lipu e direi ne segna le fondamenta. Agire con la natura e non contro la natura”.
Fotografia: Lipu Venezia
Il diritto alla vita della biodiversità terrestre: perché è importante tutelarla
Alla nostra domanda: “Esiste un’urgente necessità di responsabilità verso la salvaguardia degli uccelli e, in generale, degli animali?”, Danilo Selvaggi ha risposto con un forte invito alla consapevolezza collettiva. “Assolutamente sì, esiste. La necessità è anzitutto di tipo etico, perché il pianeta non è soltanto nostro, ma di milioni di altre specie, terrestri, aeree, acquatiche, marine, con le loro vite, le loro esigenze, il loro diritto”. Il direttore della Lipu ha inoltre rimarcato quanto gli uccelli siano fedeli indicatori “ecologici”, riflettendo lo stato di salute dell’ambiente: “Oggi, nonostante i grandi passi avanti fatti in tema di conservazione della natura, continuiamo a perdere biodiversità a ritmi altissimi”. Questa importante problematica deve risvegliare la coscienza dell’essere umano, anch’esso coinvolto nella crisi degli ecosistemi: “Bisogna invertire la rotta, per il bene anche nostro, e per questo la Lipu opera quotidianamente”.
Rachel dei pettirossi, il libro di Danilo Selvaggi
La vicenda dell’ultima pubblicazione dell’autore ruota intorno alla vicenda di Rachel Carson, biologa e scrittrice statunitense che “con il suo leggendario ‘Primavera silenziosa’ del 1962 denunciò l’uso abnorme di pesticidi chimici negli Stati Uniti e del ventesimo secolo e dette il via ad una grande stagione di conquiste normative e culturali”, ha specificato Danilo Selvaggi. Rachel Carson diede luce all’ambientalismo moderno e grazie al suo operato si affermò una visione del mondo differente, non più direzionata al suo controllo e alla sua distruzione, bensì al rispetto per la natura. “Ecco: a Rachel Carson un’idea come quella del Terzo Paradiso sarebbe piaciuta enormemente. Non distacco tra umanità e natura, non inimicizia, ma relazione profonda e positiva. È il messaggio – conclude Danilo Selvaggi – che ci arriva dalla biologa, così come da Michelangelo Pistoletto, due giganti della cultura ai quali dobbiamo essere grati”.