Parchi eolici e solari per rendere verde il Sahara
Il ricercatore Yan Li, principale autore del progetto condotto dall'Università dell'Illinois e del Maryland, sostiene di poter realizzare un'ampia zona verdeggiante nel Sahara sfruttando gli agenti climatici.

Creare vegetazione nella zona desertica del Sahara tramite l’impianto di veri e propri parchi eolici e solari può diventare realtà. La ricerca “Climate model shows large-scale wind and solar farms in the Sahara increase rain and vegetation”, pubblicata lo scorso 7 settembre sulla rivista online “Science”, rivela la possibilità di installare, su di una superficie di 9 milioni di chilometri quadrati, pale eoliche e moduli fotovoltaici capaci di innescare numerosi cambiamenti climatici. Non si parla soltanto di produrre energia rinnovabile in quantità tale da riuscire a coprire la domanda elettrica dell’Europa e del Medio Oriente, ma anche di favorire la crescita di una copertura vegetale nell’ampia superficie del Sahara.

Come spiegato nello studio del ricercatore Yan Li dell’Università dell’Illinois, condotto in collaborazione con altri specialisti dell’Università del Maryland, la produzione di energia rinnovabile e la crescita di un manto verde sarebbe possibile proprio grazie l’installazione di aerogeneratori e pannelli fotovoltaici organici (OPV). Questi, producendo rispettivamente una potenza di 3 e di 79 terawatts, riuscirebbero a produrre un sensibile incremento della temperatura, fino a due gradi Celsius in prossimità del suolo. Il minimo riscaldamento notturno unito all’azione delle turbine eoliche crea una miscelazione di aria calda dall’alto verso il basso, attivando una continua rotazione e la successiva evaporazione. “Il maggiore riscaldamento notturno – scrivono gli autori nella ricerca – si verifica perché le turbine eoliche possono migliorare la miscelazione verticale e far scendere dall’alto l’aria più calda”. Cosa ne consegue? Un incremento delle precipitazioni dell’80%. I pannelli OPV, invece, riducendo la capacità riflettente del suolo, arriverebbero ad un aumento del 50% delle piogge.

L’effetto di questo fenomeno, a sua volta, provocherà la crescita di una vegetazione molto estesa che avrà un forte impatto persino sul settore agricolo, rendendo possibile sia la coltivazione sia l’allevamento di bestiame (oggi inesistente in quella stessa area desertica). Energia, acqua e cibo, un trinomio efficace che introduce il termine sostenibilità nelle regioni del Sahara, di Shalem e del Medio Oriente dove la natalità è molto elevata, così come la povertà. I benefici, perciò, non possono che essere plurimi: prima di tutto si favorirà lo sviluppo economico in territori ancora arretrati, in secondo luogo si produrrà più elettricità “pulita” a sostegno di molti paesi limitrofi. Sono tematiche che hanno sempre avuto un forte richiamo sociale, proprio per questo motivo lo studio, pur essendo ambizioso, ha richiamato l’attenzione degli esperti e non solo.

Le accuse, infatti, non sono tardate ad arrivare e molti si sono domandati se questo aumento della temperatura possa rivelarsi dannoso. Gli scienziati, dal canto loro, hanno replicato che l’innovazione proposta non sarà pericolosa per la salvaguardia dell’ambiente. Utilizzare pannelli fotovoltaici organici, anche detti “bio”, e pale eoliche causerà una diminuzione del riscaldamento del gas serra nel futuro, mentre l’aumento di qualche grado centigrado avrà un impatto minimo. Il progetto è ancora in fase di sperimentazione, ma se si concretizzasse potrebbe rivelarsi un’importante innovazione a supporto dell’ecosistema.