“Arte e generative A.I.”, l’intelligenza artificiale incontra la creatività nel Terzo Paradiso
Michelangelo Pistoletto ha ideato una nuova versione del simbolo trinamico che vede nei due cerchi opposti i bit e il cervello umano, mentre in quello centrale l'unione e la sintesi tra i due. L'opera si pone sulla scia della ricerca artistica del maestro sull'intelligenza artificiale.

Biella, 2003. Michelangelo Pistoletto presenta al mondo il suo simbolo trinamico spiegando che “è la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia (…). Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura”. Da allora, come auspicato dal maestro, il suo segno-simbolo è diventato davvero un mito che continua a portare ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale. Ne sono un esempio le migliaia di attività a tinte creative e sostenibili promosse e organizzate, non solo nella nostra penisola, ma in tutto il mondo, da oltre 200 ambasciate del Terzo Paradiso.

La ricerca artistica intorno al simbolo trinamico non è però cessata: Pistoletto, come noto, continua a elaborarne nuove versioni, veicolando di volta in volta messaggi differenti. A questo proposito, l’ultima opera realizzata dal maestro è Arte e generative A.I. (nell’immagine di copertina, ndr): nel lavoro si trovano nei due cerchi opposti il cervello, in riferimento alla creatività umana, e i bit, in riferimento al sistema numerico binario, che utilizza solo due simboli, di solito indicati con 0 e 1, invece delle dieci cifre utilizzate dal sistema numerico decimale; nel centro, le due parti si incontrano, trovando l’equilibrio e la sintesi del Terzo Paradiso. Non solo: il maestro nell’opera ha riportato e messo in evidenza La formula della creazione – in riferimento al suo ultimo libro – non solo in lettere, ma in bit. La sua arte, così, continua a strizzare l’occhio e relazionarsi con nuove tecnologie.