Centro culturale, spazio per concerti, luogo di svago, ritrovo di artisti: Hydro, situato a Cittadellarte, è un insieme di tutto questo. Non è riconducibile solo alle quattro tipologie accennate, ma è ricco di particolarità uniche che Luca Biasetti, una delle figure di riferimento, esplicherà nell’intervista che segue. Biasetti, nello specifico, è presidente dell’associazione Better Places che gestisce lo spazio in questione. Il sodalizio si è formato da ragazzi che hanno avuto lo scopo comune di dare vita a un centro culturale che potesse condividere musica e fosse attivo tanto di sera quanto di giorno. L’idea che Hydro trasmette entrandoci è di amicizia, caratterizzata da un mix di divertimento e serietà. Anche con una breve visita, risulta facile notare che l’attenzione e la passione con la quale i ragazzi studiano gli eventi o riordinano gli interni è alimentata dal loro senso di appartenenza per questo piccolo mondo.
Come mai avete pensato di concretizzare la vostre idea proprio a Cittadellarte?
Ci serviva una struttura, uno strumento di aggregazione sociale culturale con un accesso facilitato. Questo spazio, pur con interventi strutturali da fare, risultava interessante e versatile. Già a settembre 2015 cominciammo i primi dialoghi con Cittadellarte. A settembre 2016 entrammo nello spazio, che modellammo fino all’inaugurazione due mesi dopo, con una splendida serata di raccolta fondi per le vittime del terremoto del centro Italia. Poi da gennaio di quest’anno siamo partiti con la nuova avventura.
Come si può identificare Hydro?
Hydro è un centro culturale caratterizzato da molti aspetti. Non è un semplice locale, ma pur essendo un posto dove si ascolta musica elettronica non è una discoteca; si può bere una birra nonostante non sia un pub; è un luogo dove si sperimenta e si relaziona. Lo vedo come una sorta di strumento funzionale, nel quale si declinano musica, letteratura, teatro e cinema.
Qual è il suo ruolo all’interno di Hydro?
Per comprendere bene il mio compito bisogna fare una premessa. Io sono presidente dell’associazione di promozione sociale Better Places, con la quale abbiamo aderito ad Arci Nazionale. Siamo quindi un circolo intestato a Better Places e questo spazio ha il nome Hydro. A livello burocratico è questa la mia figura ma, al di fuori della mia responsabilità di legale rappresentante, non esistono “capi”. Tutto si basa su un processo democratico, le decisioni non vengono prese in modo verticistico, ma condivise. Inoltre la scelta di Arci non è casuale; abbiamo infatti scelto di affiliarci per facilità di gestione e possibilità di messa in rete, una serie di strumenti virtuosi che permettono a chi si tessera di usufruire di servizi importanti. Dopo un classico tesseramento di 10 euro, l’ingresso sarà sempre libero.
In che modo Better Places influenza questo centro?
Innanzitutto con la varietà di pareri, basta considerare che abbiamo un range di età degli iscritti ampio, dai 18 fino agli over 40 dei fondatori. Altro elemento caratterizzante è la dimensione casalinga che vogliamo trasmettere; noi siamo una comunità, sia nella vita dello spazio sia nella sua amministrazione. Abbiamo tre tavoli per gestire questo spazio: comunicazione, con un front office per relazionarsi; poi programmazione e gestione.
Cosa può portare Hydro ai giovani biellesi?
Credo che Biella abbia avuto buchi dal punto di vista culturale, noi speriamo, in parte, di colmarli. Di solito la proposta culturale della città è prevalentemente incentrata sul “consumo”, nel senso che molto spesso il divertimento si basa sul numero di drink comprati, con la musica che diventa fattore secondario. Ci piacerebbe che la priorità diventi lo show, con l’esibizione dei brani e delle proposte culturali, che comunque possono essere accompagnati da una birra o una bibita. In questo modo la musica può diventare il collante tra giovani e cultura.
Che valore ha trovarsi nel contesto della Fondazione Pistoletto?
Come mi ha detto uno dei ragazzi che frequenta Hydro, questo spazio non poteva nascere in luogo diverso, proprio perché Cittadellarte viene riconosciuta come un luogo di sperimentazione. Nei confronti della Fondazione dovremo veicolare una serie di temi attraverso processi di fruizione più semplificati. L’intrattenimento sarà importante, ma bisogna portarlo su un piano di relazione stretto con la trasformazione sociale, dando attenzione al contesto comunitario.
Quali proposte e iniziative organizzate?
Ruolo importante hanno le proposte serali, che si declinano attraverso la musica dal vivo, quella elettronica e gli appuntamenti dedicati alle arti visive. Non solo intrattenimento, ma ci sono anche eventi legati a una tema più culturale e meno ludico. Per fare un esempio posso citare “#madicosastiamoparlando”, un laboratorio sulla storia recente d’Italia, strutturato attraverso cinema, letteratura, musica e arti visive. In questo caso ci sono in programma proiezioni di cinema storico-politico. Questo laboratorio proseguirà fino a Natale 2017, perché dopo i film ci occuperemo della parte dedicata alla letteratura, con presentazione di libri e incontri con autori. Altra iniziativa significativa è il laboratorio musicale e teatrale tenuto dai richiedenti asilo di Biella. Oltre alla sera siamo attivi anche di giorno con attività pomeridiane e di open studio.
Come vede Hydro nel futuro?
Ci entusiasma l’idea di essere vicini sia a livello fisico sia concettuale al prossimo Corso Accademico SID. Sarà interessante per gli alunni avere un luogo di divertimento dando anche la possibilità di portare la loro esperienza di studi e professionale. Anche se siamo già soddisfatti visto il gran numero di persone che stanno partecipando attivamente, la nostra ambizione è di riuscire a costruire dei piani di relazione molto forti, perché qua si trova un contesto familiare e accogliente. Questo accade invitando le persone a metter un pezzo di sé e delle proprie passioni, arricchendo tutti. Mi auguro inoltre che il nostro team diventi sempre più variegato e che Hydro rimanga un laboratorio permanente di proposte.