“È un’occasione per parlare di cultura e cittadinanza attiva, come se fossimo ai tavoli del Rebirth Forum” con queste parole Saverio Teruzzi ha presentato il nuovo ciclo di interviste proposte nell’ambito di 10 tavoli per cento panchine e del progetto 100 panchine per Roma. Si tratta, come riportato in un nostro precedente articolo, di un progetto partecipato, socialmente utile e a basso impatto ambientale, che prevede l’installazione di cento panchine di plastica riciclata in differenti aree di Roma; ricordiamo, a questo proposito, che fino al 30 aprile è possibile effettuare una donazione – di almeno 10 euro – per le panchine collettive tramite la campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso. Con la serie di interventi, Saverio dà voce a vari attori del contesto romano impegnati nel Rebirth Forum di Roma e nel relativo cantiere di lavoro. Dopo le prime puntate – che hanno visto come protagonisti il curatore del Museo delle Periferie Giorgio de Finis, l’ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso e fondatrice delle start-up M’AMA.SEEDS e Slow Flow Alessia Montani, la scrittrice, cantautrice e paroliera Giulia Ananìa, Elisa e Stefano Battiato dell’organizzazione di promozione sociale ‘Happy Coaching and Counseling Roma’ e l’imprenditrice culturale Giovanna Caruso Fendi – vi proponiamo la sesta intervista. È intervenuto, in questa occasione, Costantino D’Orazio, storico dell’arte e curatore, divulgatore televisivo e curatore del progetto Back to Nature (la seconda edizione di quest’anno avrà nel logo il segno-simbolo del Terzo Paradiso e ospiterà le 100 panchine dal 15 giugno al 15 luglio a Piazza di Siena).
Perché investire in cultura?
Perché è l’unico investimento sicuro che oggi abbiamo. I Bitcoin da un momento all’altro potrebbero valere zero. Non c’è economia che regga al virus che ci ha colpito, mentre l’unico vaccino che abbiamo contro qualsiasi tipo di crisi che possa avvenire nel futuro è quello del lavoro della nostra mente. La cultura, in quest’ottica, è uno stimolo continuo, l’unico investimento che valga per poter costruire qualcosa che batte e vince qualsiasi sfida.
Perché l’arte contemporanea a Villa Borghese?
L’arte non è soltanto un’espressione che è giusto esporre nei musei, nelle gallerie e nelle case, intesi come luoghi in qualche modo deputati ad accoglierla: è giusto che l’arte vada ad incontrare le persone nei luoghi del quotidiano. Quale luogo migliore di un parco che viene frequentato da tutti senza distinzione di età, classe sociale, formazione e interessi? Così si permettere di incontrare e scontrarsi con delle opere d’arte che magari possono cambiare il modo di guardare la città e la natura.
Una definizione per Roma e tre parole sul suo futuro.
Roma è stata definita in tanti modi. Secondo me, la definizione storica di ‘Roma città eterna’ è ancora molto valida perché è una città coraggiosa, lungimirante ed è soprattutto che vola sempre alto.