“È un’occasione per parlare di cultura e cittadinanza attiva, come se fossimo ai tavoli del Rebirth Forum” con queste parole Saverio Teruzzi ha presentato il nuovo ciclo di interviste proposte nell’ambito di 10 tavoli per cento panchine e del progetto 100 panchine per Roma. Si tratta, come riportato in un nostro precedente articolo, di un progetto partecipato, socialmente utile e a basso impatto ambientale, che prevede l’installazione di cento panchine di plastica riciclata in differenti aree di Roma; ricordiamo, a questo proposito, che fino al 30 aprile è possibile effettuare una donazione – di almeno 10 euro – per le panchine collettive tramite la campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso. Con la serie di interventi, Saverio dà voce a vari attori del contesto romano impegnati nel Rebirth Forum di Roma e nel relativo cantiere di lavoro. Dopo le prime tre puntate – che hanno visto come protagonisti il curatore del Museo delle Periferie Giorgio de Finis, l’ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso e fondatrice delle start-up M’AMA.SEEDS e Slow Flow Alessia Montani, la scrittrice, cantautrice e paroliera Giulia Ananìa – vi proponiamo la quarta intervista. Sono intervenuti, in questa occasione, Elisa e Stefano Battiato dell’organizzazione di promozione sociale ‘Happy Coaching and Counseling Roma’.
Perché investire in cultura?
Elisa – Perché la cultura è in realtà il modo in cui noi socializziamo e viviamo. Se non si investe nella cultura non si investe né nel presente né nel futuro, e non si può poi rimproverare le generazioni future se non avranno una cultura consapevole dello stare insieme e del valorizzare la cosa comune.
Stefano – Investire in cultura vuol dire investire nella consapevolezza delle persone.
Una definizione per Roma e tre parole per il suo futuro
Stefano – Roma è come una bellissima donna: tutti la vogliono, ma nessuno se ne prende cura o la sposa.
Elisa – Le tre parole, per me, sono coraggio, condivisione e partecipazione.
Qual è l’importanza dell’educazione informale?
Stefano – L’importanza dell’educazione informale è che rende partecipe tutta la comunità educante nell’educazione e nella formazione dei cittadini, dai più piccoli ai più grandi.
Elisa – È importante perché dà a tutti uno scopo comune. Dobbiamo essere consapevoli che stiamo educando sempre, in ogni situazione.