Per la prima volta in Francia dal 1981, il MAMAC presenta un progetto incentrato sulla scena artistica italiana tra il 1960 e il 1975, Vita Nuova. Nuove sfide per l’arte in Italia. 1960-1975*, che mira a svelare la vivacità della creazione artistica della nostra penisola relativa agli anni a cui fa riferimento il titolo. L’esposizione, aperta fino al 2 ottobre, assume inoltre una valenza informativa non indifferente, alla luce del fatto che l’arte dei creativi del periodo risulta poco conosciuta in Francia, ad eccezione delle opere degli artisti dell’Arte Povera. “Tra l’inizio degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta – viene specificato nell’apposita nota stampa – l’Italia visse un periodo particolarmente fertile ed eccezionale, indissolubilmente legato alla ricchezza del cinema e della letteratura dell’epoca. Paradossalmente, dalla mostra tenutasi al Centre Pompidou Museo Nazionale d’Arte Moderna (Parigi) nel 1981, ossia ‘Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959’ curata da Germano Celant (1940-2020), non venne più dato spazio considerevole a questa scena artistica”. Curata da Valérie Da Costa, storica dell’arte, specialista dell’arte italiana, la nuova mostra del Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain colma questa lacuna storica, offrendo una visione senza precedenti dei quindici anni di creazione a partire dal 1960 – anno delle prime mostre di una nuova generazione di artisti (nati tra gli anni 1920 e 1940) attiva a Genova, Firenze, Milano, Roma e Torino – fino al 1975, anno segnato dalla scomparsa dello scrittore, poeta e regista Pier Paolo Pasolini (1922-1975). “Questa generazione di artisti – specificano gli organizzatori – ha offerto nuovi modi di intendere e fare arte: hanno illustrato una forma di ‘vita nuova’, titolo mutuato dall’omonimo libro di Dante (Vita Nova) che, pur fungendo da inno all’amore, afferma un nuovo modo di scrivere, segnando l’arte italiana in questo periodo e contribuendo al suo riconoscimento internazionale. Durante gli anni ’60 e ’70, le trasformazioni dell’Italia (industrialismo, società dei consumi, instabilità politica, ecc.) hanno portato a nuove modalità di rappresentanza. È questo contesto storico e politico che fa da sfondo a questa mostra”.
Concepita come mostra pluridisciplinare, Vita Nuova dà voce ai legami che si svilupparono all’epoca tra creazione visiva, design e cinema e si articola attraverso tre punti chiave, ovvero ‘Una società dell’immagine’, ‘Ricostruire la natura’, ‘Memorie di corpi’. Non solo: si propone di presentare un panorama artistico vario e non esaustivo, composto da una selezione di artisti “alcuni dei quali – viene sottolineato nella nota stampa – dimenticati nel mondo dell’arte italiana, in particolare per quanto riguarda le artiste donne” il cui lavoro viene esposto per la prima volta in Francia ed è stato recentemente riscoperto. L’esposizione, nello specifico, propone opere di 56 artisti attraverso una selezione di 120 opere e documenti d’archivio provenienti da collezioni italiane e francesi, pubbliche e private. Chi sono i maestri in mostra? Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Archizoom, Michelangelo Antonioni, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Irma Blank, Alighiero Boetti, Marisa Busanel, Pier Paolo Calzolari, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano, Mario Ceroli, Claudio Cintoli, Gino De Dominicis, Luciano Fabro, Federico Fellini, Giosetta Fioroni, Rosa Foschi, Piero Gilardi, Giorgio Griffa, Alberto Grifi, Laura Grisi, Gruppo Strum, Paolo Icaro, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Maria Lai, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Lucia Marcucci, Titina Maselli, Fabio Mauri, Eliseo Mattiacci, Marisa Merz, Mario Merz, Franco Mazzucchelli, Ugo Nespolo, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Michelangelo Pistoletto, Carol Rama, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Ettore Spalletti, Gerry Schum, Cesare Tacchi, Gilberto Zorio. Vita Nuova. Nuove sfide per l’arte in Italia. 1960-1975, inaugurata il 13 maggio scorso, rientra inoltre nel programma culturale della presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea.