Porre sotto i riflettori la ‘quarta generazione’ di Michelangelo Pistoletto e celebrare la rottura con il sistema che ha portato: è questo uno degli obiettivi chiave che si pone l’esposizione intitolata Michelangelo Pistoletto. Quarta Generazione, visitabile dalla giornata odierna fino al 25 maggio 2022 alla Galleria Giorgio Persano. In mostra figurano i lavori che nel 1985 il fondatore di Cittadellarte ha prodotto in collaborazione con la Galleria del capoluogo piemontese, ossia una serie di opere in poliuretano, ricoperte di tela e dipinte di colori scuri che il maestro biellese chiamerà ‘Arte dello squallore’; due importanti lavori di questo periodo, nello specifico, vengono ripresentati negli spazi della galleria nel giardino interno in Via Stampatori 4 a Torino. Come specificato dalla Galleria Giorgio Persano, a questo ciclo di produzione appartengono varie sculture dipinte, chiamate ‘volumi’: con queste, Pistoletto intende indagare sul rapporto tra pittura e scultura, in relazione allo spazio, alle dimensioni che occupano e alla superficie. “Così come nei quadri specchianti – si legge nella nota stampa dedicata – il tema cardine è il dualismo tra astrazione e immagine, concetto e realtà. Le sculture sono infatti portatrici di un ‘volume’ che dà spazio a una rottura con la bidimensionalità dell’immagine nonostante l’intervento pittorico. In questo caso la decisione di dipingere i volumi di scuro porta le opere ad assorbire, e non a restituire, la realtà”.
La Galleria Giorgio Persano ha poi dato spazio alla ricerca dei materiali del maestro biellese: “È interessante la scelta di utilizzare un materiale non nobile – viene aggiunto nel comunicato – come il legno e il poliuretano, che Pistoletto introduce nella sua ricerca a partire dagli anni ’80, sia per la velocità di lavorazione che questo consente, sia per coerenza con la perdita di monumentalità dell’oggetto artistico, con i principi propri del movimento dell’Arte Povera e nella piena Arte dello squallore”. Le opere sembrano infatti dare valore a tutti quegli elementi che tradizionalmente non raggiungono la dignità dell’oggetto artistico, ponendoli in un dialogo con il tema del vuoto, dell’assenza e appunto dello squallore. “Arte dello squallore, arte parassita, della mortificazione. Superficie della desolazione, superficie ottusa. Un’arte repulsiva – così Michelangelo Pistoletto nel 1985 – che non rappresenta niente (…). Massa di idee tritate, di oggetti triturati, di significati maciullati, macerati, ammollati e compressi. Frantumi di strumenti e di concetti: polvere stellare, schiuma cosmica, lava meteoritica, ghiaccio siderale”.